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Reazione tardiva, ma alla fin fine la FED da direzionalità ai mercati

Pubblicato 20.06.2019, 12:03
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L’epoca della politica restrittiva della Fed sta volgendo al termine e tutto ciò sta guidando movimenti significativi nei principali mercati. Anche se il FOMC ha tenuto i tassi invariati, i segnali forniti nello statement suggeriscono che il primo taglio dei tassi è in arrivo e che probabilmente ne seguiranno altri. Il FOMC non è più "paziente", ma è pronto ad "agire in modo appropriato". Powell ha poi incentrato gran parte del discorso della conferenza stampa su segnali di crescita globale negativi, sul peggioramento dei dati e sulla crescente argomentazione del tagli dei tassi. A quel punto, nonostante una reazione iniziale timida, il mercato ha preso tutto ciò come conferma dei futuri tagli dei tassi.

Un taglio nel 2019 è sempre più probabile ma la Fed ha anche tagliato di 50 punti base la proiezione 2020 per quanto riguarda il tasso dei Fed Funds. I rendimenti obbligazionari sono calati, con il rendimento a 10 anni al di sotto del 2% psicologico. Il dollaro ovviamente è svenduto ma l’asset che più si è mosso è l’oro. Dopo anni lottando nel tentativo di superare l’area $ 1348/$ 1375, la rottura è avvenuta. Poi c’è la risposta dell’azionario, che riprende quota e sembra puntare con decisione i massimi assoluti. Oltre alla FED ci sono però anche altre decisioni da considerare. La Bank of Japan ha mantenuto i tassi a -0,1% (nessuna variazione), mantenendo allo stesso tempo il controllo della curva dei rendimenti del decennale intorno allo zero. Tra non molto l'attenzione si rivolgerà sulla Bank of England, ma anche in questo caso sono previste poche sorprese.

Wall Street ha chiuso di poco al rialzo nonostante la Fed accomodante. L'indice S&P 500 +0,3% a 2926 punti, mentre i futures statunitensi guadagnano con più convinzione. Tutto ciò ha aiutato i mercati asiatici a salire più velocemente durante la notte, con il Nikkei + 0,6% mentre lo Shanghai Composite guadagnava + 2,2%. Nel forex il dollaro rimane più debole tra le valute principali, con una sovraperformance marginale del NZD e una sottoperformance dell’AUD. Nelle materie prime il big mover come detto è l’oro che in mattinata guadagnava 1,5% mentre il Petrolio guadagnava circa il 2%.

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