Rassegna giornaliera sul mercato forex 17 ottobre 2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
Il Regno Unito ha finalmente convinto l’UE ad accettare l’accordo sulla Brexit. Dopo l’annuncio la sterlina è schizzata di oltre 170 pip nel giro di pochi minuti. Ma non appena gli investitori hanno rivolto la loro attenzione all’approvazione del Parlamento, è partito il selloff. Praticamente quasi tutti i guadagni sono stati persi all’inizio della seduta newyorkese, ma nel corso della giornata i trader sono tornati sui loro passi. Crediamo che i guadagni della sterlina siano sostenibili in quanto, nonostante il Premier Boris Johnson dovrà impegnarsi per avere tutti i voti necessari a sigillare l’accordo, i parlamentari britannici non vorranno prendersi il rischio di altri 3 anni di caos politico, o - peggio ancora - di un’uscita senza accordo. È anche vero però che Johnson finora non ha ottenuto nessuna approvazione dal parlamento, ha perso la maggioranza e ha contro una forte opposizione dal DUP. Tuttavia, quello di oggi è forse l’accordo migliore che si potrebbe ottenere dall’UE.
Il nuovo accordo sulla Brexit è molto simile alla proposta di Theresa May, ma la differenza maggiore sta nella frontiera con l’Irlanda del Nord. La soluzione della May prevedeva di lasciare tutta la Gran Bretagna nell’unione doganale europea, e i maggiori sostenitori della Brexit si erano opposti con forza. Con l’accordo di Johnson la Gran Bretagna uscirà dallo spazio doganale europeo, ad eccezione dell’Irlanda del Nord, che dovrà attenersi alle leggi e alle procedure doganali europee; questo di fatto crea una frontiera doganale nel Mare d’Irlanda.
Ora i riflettori sono puntati al “Super Saturday” durante il quale il parlamento terrà una maratona per decidere se appoggiare o meno l’accordo di Johnson. Se l’accordo sarà approvato ci saranno due strade possibili. Il parlamento tradurrà immediatamente in legge l’accordo e lascerà l’UE il 31 ottobre come previsto, oppure richiederà una proroga tecnica per discutere i dettagli e stabilire una nuova data per l’uscita. Dal punto di vista dell’UE l’accordo è fatto, dunque eventuali proroghe saranno accettate. Ognuna delle due ipotesi potrebbe portare il cambio GBP/USD a 1,30 o anche oltre. Infine, qualora il parlamento dovesse respingere l’accordo di Johnson potrebbe esserci un secondo referendum o nuove elezioni ed un conseguenze quasi certo collasso della sterlina.
Intanto, negli USA una nuova tornata di dati deboli ha fatto scendere il dollaro contro le principali controparti. Le concessioni edilizie e i nuovi cantieri e sono scesi a settembre, segnando il calo maggiore degli ultimi sette mesi. Il sondaggio della Fed di
Philadelphia ha mostrato un rallentamento dell’attività manifatturiera confermato dal calo della produzione industriale. Questi dati non fanno che confermare le aspettative verso un taglio dei tassi della Fed per questo mese. Dunque, per il cambio USD/JPY ci aspettiamo una correzione verso 108, se le previsioni sui tagli seguiranno le aspettative dei mercati.