Nel primo trimestre ricavi a 2,13 miliardi, nove volte quelli dell’anno scorso.
Covid e guerra, due shock che l’industria del turismo sembra avere decisamente superato: almeno questo è il quadro che si ricava mettendo insieme i risultati dell’ultimo trimestre e le stime per i prossimi mesi di Tui, uno dei principali gruppi mondiali del turismo, che prevede di operare nel 2022 con una capacità complessiva tornata quasi ai livelli di prima della pandemia.
Mercoledì 11 maggio Tui ha annunciato i risultati del suo secondo trimestre 2021/2022, che corrisponde al primo trimestre dell’anno solare 2022. I ricavi sono saliti a 2,13 miliardi, nove volte quelli dello stesso periodo dell’anno scorso (248 milioni di euro). La perdita del periodo a livello di risultato operativo (Ebit) è stata di 330 milioni di euro, dimezzata rispetto ai 633 milioni persi nel secondo trimestre 2020/’21. La società prevede di tornare all’utile quest’anno dopo avere generato perdite da 3,1 miliardi nel 2020 e da 2,4 miliardi nel 2021.
Il titolo è in parità dall’inizio dell’anno.
Questi numeri hanno richiamato l’attenzione degli investitori su Tui, con l’azione che nelle ultime cinque sedute ha guadagnato il 10% alla Borsa di Francoforte. Nonostante il rialzo, però, la quotazione di Tui è ancora lontana dall’avere recuperato la caduta causata dallo scoppio della guerra in Ucraina: la quotazione di oggi a Francoforte di 2,82 euro (+1,2%) è sotto di circa il 20% rispetto ai prezzi di metà febbraio. Il titolo oggi è sullo stesso livello dell’inizio dell’anno.
Con sede ad Hannover, in Germania, Tui opera in tutto il mondo con una serie di attività integrate nel settore turismo-viaggi: possiede una rete di agenzie di viaggio, hotel, compagnie aeree e navi da crociera. Presentando i risultati dell’ultimo trimestre, il Ceo Fritz Joussen ha detto di aspettarsi una forte domanda di viaggi per l’estate 2022, dopo che le restrizioni per il Covid sono state in gran parte eliminate. Al momento il numero delle prenotazioni per l’estate è pari all’85% di quelle registrate nello stesso periodo dell’anno 2019.
Debito ridotto in tre mesi a 3,9 miliardi da 5,1 miliardi.
Joussen ha sottolineato anche il netto miglioramento della situazione finanziaria del gruppo, che al 31 marzo scorso aveva ridotto il debito netto a 3,9 miliardi di euro dai 5,1 miliardi del trimestre precedente. Per tenere a galla Tui nei due anni terribili della pandemia il governo tedesco è intervenuto concedendo alla società prestiti agevolati per 4,3 miliardi di euro. Il Ceo ha confermato che grazie al buon andamento delle prenotazioni la società sta procedendo spedita verso l’obiettivo di una rapida restituzione dei finanziamenti pubblici.
Nonostante queste notizie positive, gli analisti restano scettici su Tui: su 11 esperti che coprono il titolo, sei hanno una raccomandazione neutrale e cinque consigliano di vendere, mentre nessuno raccomanda di comprare le azioni. La media dei target price è 2,54 euro (-8% sul prezzo attuale).
Analisti prudenti: temono gli effetti negativi dell’inflazione.
Il motivo principale di tanta prudenza è il timore che l’inflazione, e in particolare il rialzo dei prezzi dei carburanti, faccia saltare le rosee previsioni del management sul ritorno del gruppo alla redditività. La replica del Ceo Joussen agli analisti è ben argomentata: “Sono d’accordo che il rialzo dei prezzi può colpire negativamente Tui, se continuano a salire per ancora un lungo periodo. Ma questa inflazione dipende soprattutto dai rialzi di petrolio e gas, e storicamente non si sono mai viste le quotazioni del greggio restare a lungo a 105-110 dollari al barile”. Il manager si è detto convinto che la domanda di viaggi e vacanze potrà rafforzarsi ulteriormente quando i prezzi del petrolio scenderanno.
Tui ha adeguato i suoi prezzi alla situazione senza per questo scoraggiare i clienti, che dopo due anni di viaggi negati sono disposti a spendere di più, prenotando soggiorni più lunghi e in strutture più costose. “Quest’estate non ci saranno offerte last minute a prezzi ribassati”, ha detto Joussen.
Le sanzioni a Mordashov: nessuna conseguenza per la società.
Il netto miglioramento della struttura finanziaria mette Tui al riparo da possibili contraccolpi per le sanzioni che hanno colpito il suo primo azionista, Alexei Mordashov, l’industriale siderurgico classificato come l’uomo più ricco della Russia, proprietario del 34% di Tui. Mordashov ha rafforzato la sua quota negli anni della pandemia, fornendo alla società un importante supporto finanziario nel momento più duro della crisi. Colpito dalle sanzioni, Mordashov si è dimesso dal board di Tui. Oggi la sua quota è congelata e l’oligarca non può vendere azioni, ma neanche potrebbe sottoscrivere un aumento di capitale se ce ne fosse la necessità, eventualità che il management esclude.
Quando l’Unione europea ha sanzionato Mordashov, il Ceo Fritz Joussen ha commentato: “Riteniamo che qualsiasi restrizione o sanzione contro il signor Mordashov non avrà effetti negativi a lungo termine per il gruppo”.