Venerdì scorso, le borse sono rimbalzate sulla scia dei dati statunitensi relativi al mercato del lavoro che si sono rivelati inferiori al consenso degli analisti.
Il FTSE MIB archivia la seduta di venerdì con un rialzo di 1,54 punti percentuali, chiudendo le negoziazioni al di sopra della fascia di resistenza dei 17.000 punti; A spingere il listino milanese è stato soprattutto il comparto bancario. Dal workship Ambrosetti di Cernobbio sono arrivati, infatti, segnali incoraggianti per un risanamento del settore.
Bene hanno fatto anche le altre piazze continentali: Francoforte +1,42%, Parigi +2,31%, Madrid +1,67%, Londra +2,22%.
La seduta è stata meno performante per gli indici statunitensi. Dow jones, S&P 500 e Nasdaq, registrano infatti un incremento di quasi mezzo punto percentuale, nonostante sembri ormai meno probabile un rialzo dei tassi da parte della Fed il prossimo 21 settembre.
Ad indirizzare gli operatori verso la convinzione di un mancato rialzo del tasso d'interesse entro questo mese, ha contribuito il rilascio di un dato NFP e di un tasso di disoccupazione inferiori al consenso.
Osservando i futures sui FED Funds, si può desumere che scende ad appena il 24% la probabilità di un rialzo questo mese mentre sale al 55% la probabilità di una stretta monetaria nel mese di dicembre.
Tuttavia il dato di 151.000 nuovi posti di lavoro non è da interpretare necessariamente come un indicatore negativo per il mercato del lavoro a stelle e strisce.
Va ricordato che Agosto non è un mese abbastanza energico per quanto riguarda le nuove assunzioni e che si tratta, in ogni caso, di un dato positivo, sebbene non in linea con il consenso.
Mercato Toro anche per quanto riguarda l’oro nero: Il Petrolio Greggio chiude la seduta di venerdì a quota 44,22 dollari al barile in rialzo del 2,46% mentre il Petrolio Brent conclude l’ultima seduta della settimana in area 46,63, con un rialzo di oltre due punti e mezzo percentuali.
Questa settimana incomincerà con Wall Street chiusa per la festa dei lavoratori, mentre martedì gli operatori saranno concentrati sull’indice ISM manifatturiero, per poter trarre delle indicazioni più precise sullo stato di salute dell’economia statunitense.
Da segnalare anche i dati che verranno rilasciati mercoledì sulla produzione manifatturiera britannica.
Ricordiamo che la settimana scorsa è stata rilasciata una stringa di dati superiori al consenso tale da far apprezzare in maniera consistente la sterlina, la quale da quota 1,3050 è passata a scambiare dopo gli NFP in area 1,3350.
Marco Miranda
UCapital Financial Advisor