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questa notte la Reserve Bank of Australia ha pubblicato i verbali relativi all'ultimo meeting di politica monetaria dai quali sono emersi particolari interessanti: le stime di crescita sono state ridimensionate a seguito della politica di chiusura di Trump, le proiezioni danno ora il PIL al 2,5% mentre a novembre, dai precedenti verbali, la crescita era stimata al 3,5%; altro aspetto negativo è rappresentato dal reddito delle famiglie: in aumento ma con un ritmo ancora troppo debole, questo determina un freno ai consumi, e, di conseguenza alla crescita.
Con riferimento a Trump le parole sono state molto chiare: “ esiste un rischio crescente che il maggiore protezionismo della nuova amministrazione americana possa danneggiare le prospettive di crescita globale”.
Parlando dei tassi di interesse, le proiezioni d’inflazione (che dovrebbe rimanere inferiore rispetto al range target del 2-3% fino al 2018) indicherebbero che allo stato attuale la politica monetaria dovrebbe rimanere invariata fino all'anno prossimo, dal momento che con il corrente ritmo di crescita dei prezzi non si renderebbe necessaria una stretta monetaria.
La reazione del mercato è stata piuttosto fredda, con la quotazione del cambio AUD/USD che continua a rimanere compresa nel trading range 0.7600 / 0.7700 in una fase di compressione di volatilità. Per la sessione odierna non sono attesi dati macro particolarmente importanti con eccezione del dato sulla produzione manifatturiera nel Regno Unito alle 10:30 ed i dati relativi al mercato del lavoro canadese delle 14:30. La settimana si chiuderà quindi in maniera relativamente tranquilla.
Alessandro Bonetti
(Bonetti Financial)