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Banca Centrale Europea sotto assedio...tedesco!

Pubblicato 05.03.2017, 14:56
Aggiornato 04.10.2023, 19:20

Gentili lettori di Investing.com,

ennesima settimana positiva per i principali mercati azionari mondiali quella appena trascorsa, e seppur gli indici americani (Dow Jones, Future S&P 500 e Nasdaq 100) abbiano nuovamente toccato valori massimi storici, degno di nota è il vigoroso apprezzamento di quelli europei (Dax +1,89%; Cac40 +3,09% e Ftse MIb +5,74%!).

La divulgazione di dati macroeconomici relativi all'andamento dell'attività (manifatturiera e del settore dei servizi) nel mese di Febbraio hanno palesato il persistere del trend di espansione della crescita di fine 2016 su tutte le principali economie sviluppate (Cina inclusa!), e la fiducia sull'incisività delle politiche economiche e fiscali promesse da Donald Trump, hanno fornito un importante supporto agli acquisti di natura azionaria.

Inoltre, l'incremento progressivo dell'inflazione (anche questo broad-based ossia diffuso su tutte le principali economie) ha ulteriormente alimentato la sensazione che la crescita economica mondiale stia accelerando (growht momentum); persino in Giappone, notoriamente da decenni alle prese con la deflazione, la crescita su base annua dell'inflazione a Gennaio è risultata pari allo 0,1%, ossia il valore massimo dal 2015.

In USA l'indicatore PCE (quello preferito dalla FED nella misurazione dei prezzi al consumo) è risultato prossimo all'obiettivo del 2% annuo attestandosi sul valore di 1,7%, mentre in Euro zona, l'inflazione media in Febbraio è risultata pari al 2% su base annua (+0,9% escludendo dal calcolo materie prime volatili come il Future Petrolio Greggio) ed in Germania addirittura del 2,2%!

Nei prossimi 10 giorni si terranno le riunioni delle principali banche centrali mondiali e, ad aprire le danze, sarà giovedì 9 Marzo la Banca Centrale Europea.

Seppur non ci si attenda alcun intervento di politica monetaria è ampiamente prevedibile che Mario Draghi vedrà intensificarsi le pressioni (soprattutto di matrice tedesca) volte sia ad accelerare sensibilmente la riduzione degli stimoli monetari (tapering) sia a normalizzare i tassi d'interesse (attualmente il tasso d'interesse riconosciuto per i depositi presso la BCE (deposit rate) è pari a -0,40% mentre il tasso di riferimento è pari a zero).

E' auspicabile, tuttavia, che la BCE non si lasci condizionare dal recente rialzo delle aspettative inflazionistiche (dettate soprattutto dall'aumento dei prezzi di petrolio e materie prime industriali) e dai conseguenti timori "tedeschi" che la politica di tassi a zero e acquisto di titoli di Stato determini nel breve periodo un'inflazione "fuori controllo", e continui a perseguire scelte di politica monetaria accomodanti; in un continente che solo ora dopo la crisi del 2008 mostra tassi di crescita decenti del prodotto interno lordo, l'unica pressione che manca completamente semmai è quella "sana" dell'incremento dei salari visto l'elevato tasso di disoccupazione (ancora prossimo al 10%). Infine, le tensioni geopolitiche che potrebbero innestarsi a seguito delle prossime elezioni presidenziali, devono indurre cautela...magari non siamo più malati, ma di certo siamo ancora convalescenti.

Dall'altra sponda dell'Oceano, invece, le aspettative consolidatesi negli ultimi giorni da parte degli operatori di mercato, alla luce anche delle recenti affermazioni di Janet Yellen, che ritiene opportuno effettuare un nuovo rialzo del costo del denaro il prima possibile, onde evitare il "surriscaldamento" dell'economia USA (sempre che non intervengano shock rilevanti come ad esempio la divulgazione venerdi 10/3 di un dato "terrificante" circa la creazione di nuovi posti di lavoro a Febbraio - le attese sono di +190.000 occupati); i tassi d'interesse pertanto, con elevata probabilità (75%) saranno incrementati dello 0,25% nella riunione del 15/3 arrivando a toccare l'1%.

Seppur il "sentiment" di mercato sia stato per buona parte di Gennaio e per tutto il mese di Febbraio estremamente favorevole agli investimenti con maggior grado di rischio (azioni ed obbligazioni ad alto rendimento), il mese di Marzo continuerà a presentare parecchie incognite per gli investitori, prevalentemente di carattere ambito politico con le elezioni presidenziali in Olanda ed il prosieguo delle trattative tra UE e Gran Bretagna per l'avvio ufficiale del BREXIT, senza tuttavia trascurare l'effetto "sorpresa" che potrebbe derivare da decisioni/provvedimenti inaspettati da parte dei governatori della FED, della BCE, della Banca del Giappone e della Banca d'Inghilterra.

Per finire, qualche ora fa, il Governo cinese, ha ridotto il tasso di crescita obiettivo del PIL domestico per il 2017 al +6,5% dopo che, nel 2016 l'economia è cresciuta del 6,7%...ci saranno ripercussioni sui mercati finanziari?

L'attenzione degli operatori di mercato nella settimana dal 6 al 10 Marzo, sarà prevalentemente incentrata sulla divulgazione di dati macroeconomici rilevanti attinenti la Cina e gli Stati Uniti (relativi rispettivamente all'andamento delle importazioni-esportazioni ed allo stato di salute del mercato del lavoro nel mese di Febbraio) oltre alla riunione della Banca Centrale Europea nella giornata di giovedi 9 Marzo.

In particolare, il prosieguo del trend di incremento dell'inflazione in Euro zona, che nel mese di Febbraio ha raggiunto il livello del +2% su base annua (addirittura +2,2% in Germania), potrebbe indurre Mario Draghi ad accelerare il processo di riduzione degli stimoli monetari ( ossia incrementare la riduzione degli acquisti di titoli di Stato difatto aumentando i rendimenti) e rivedere al rialzo le previsioni circa il rialzo dei tassi d'interesse (attualmente pari a zero e, in base ai proclami della riunione di inizio Gennaio, destinati a rimanere all'attuale livello per tutto il 2018).

In ordine cronologico, il calendario economico prevede:
- mercoledi 8/3 : divulgazione dei dati circa l'andamento delle esportazioni e delle importazioni cinesi a Febbraio, previste rispettivamente in crescita del 10% e del 20,3% rispetto a Febbraio 2016
- giovedi 9/3 : meeting della BCE e conferenza stampa di Mario Draghi alle ore 14,30
- venerdi 10/3 : divulgazione del Jobs Report americano sul quale le attese degli analisti prevedono 190.000 nuovi posti di lavoro creati a Febbraio ed un tasso di disoccupazione stabile al 4,7%

IL MERCATO AZIONARIO

La scorsa settimana si è caratterizzata per un consistente apprezzamento dei listini azionari europei, sostenuti oltre dati macro compatibili con un accelerazione della crescita economica, anche dalla prospettiva che un imminente nuovo rialzo dei tassi d'interesse negli Stati Uniti indichi un rafforzamento della principale economia mondiale (e per induzione, delle altre economie sviluppate), ed un principio di svolta nella politica monetaria dell'Eurozona stessa, che potrebbe prevedere alla luce di un incremento dell'inflazione, una normalizzazione dei tassi d'interesse (che attualmente comprimono i margini reddituali del sistema bancario) più ravvicinata nel tempo rispetto alle stime di Mario Draghi (stimoli monetari fino a fine 2017 e tassi a zero fino a fine 2018).

Il comparto bancario (ben rappresentato dall'indice FTSE MIB) ha pertanto vissuto una settimana largamente positiva.

Da segnalare anche la quotazione sul Nasdaq 100 di Snapchat, ossia di un servizio di messaggistica istantanea simile a Whatsapp, che al debutto ha fatto registrare un incremento del valore delle azioni del 40% che hanno portato il valore complessivo della società a 30 miliardi di dollari; Facebook (NASDAQ:FB), oggi, capitalizza 395 miliardi di dollari.

VALUTE E MATERIE PRIME

Sul fronte valutario da segnalare le notevoli oscillazioni di valore del dollaro americano, dapprima in deciso apprezzamento (con il Future Indice del Dollaro che ha toccato il valore di 102,20 ossia il massimo da metà Gennaio ) e poi in flessione sul finire della settimana (visto anche che la "politica" in ambito di commercio internazionale di Trump non gradisce un dollaro forte!).

Nuovo e prevedibile sensibile calo della sterlina (GBP)alla luce di un graduale deterioramento dei fondamentali economici (gli indicatori circa l'andamento dell'attività industriale e del settore terziario sono risultati inferiori alle aspettative per il mese di Febbraio) e soprattutto all'intransigente posizione dell'UE che prima di avviare qualsivoglia trattativa in ambito commerciale, pretende il pagamento di 60 miliardi di euro quale ultima tranche dell'adesione della Gran Bretagna al Mercato Unico oltre ad una maggior chiarezza circa il libero trasferimento dei cittadini europei).

Per quanto attiene le materie prime, il repentino balzo nelle aspettative che la FED rialzi i tassi d'interesse il 15/3 (in pochi giorni si è passati da una probabilità del 20% ad una del 75%!) ha mietuto vittime tra i preziosi (Future Oro, Future Argento e Future Platino in sensibile calo).

Lieve flessione,invece, del prezzo del petrolio con il Brent a 55,80$ al barile ed il WTI a 53,2 $ al barile, in calo rispettivamente dello 0,3% e del 1,40% nella setimana.

IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO

Nonostante ormai il mercato finanziario "sconti" un rialzo dei tassi di interesse USA già a Marzo, il rendimento dei titoli di stato USA (Treasuries) ancora non "crede" che la Federal Reserve stia pianificando una sequenza di rialzi nel 2017 più aggressiva delle previsioni di fine 2016 (cioè al massimo tre rialzi dello 0,25%).

Inoltre, per l'attuazione della revisione dei trattati commerciali con un'ottica protezionista, Trump non potrà permettersi un dollaro molto forte; l'USD, inevitabilmente, data la completa divergenza tra il trend di crescita dei tassi USA e quello delle principali controparti (Eurozona e Giappone), in caso di continui rialzi del costo del denaro non potrà che apprezzarsi in modo consistente...

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