Giornata da dimenticare quella per Banco BPM (in linea con il settore preso di mira da speculatori) che arriva a toccare quota 2.389 euro.
La violazione del supporto a 2.55 euro ha peggiorato il quadro grafico del titolo bancario ed in mancanza di una repentina inversione rimane alto il rischio di andare a testare il successivo sostegno a 2.38 euro per il test a 2.16 euro.
I primi segnali di ripresa giungeranno oltre quota 2.70 euro con tenuta settimanale per il test in area 2.90 euro in prima battuta.
Negli ultimi 30 minuti di contrattazioni il titolo aveva dato l’impressione di ridurre le perdite, anche se di poco, grazie ad un recupero del listino milanese ma è stato l’ennesimo passo falso per Banco Bpm (MI:PMII).
Prestare attenzione poiché Piazza Affari è stata presa di mira da speculatori e la volatilità e le false partenze potrebbero accompagnarci anche la prossima settimana; inoltre è importante non farsi condizionare da rating e target price allettanti, in particolar modo sui titoli bancari dove vengono resi noti giudizi e prezzi obiettivi assurdi come ad esempio su Unicredit (MI:CRDI).
Indicatori tecnici (sett.):
RSI(14) Vendere
STOCH (9,6) Comprare
STOCHRSI (14) Ipervenduto
MACD(12,26) Vendere
ATR(14) Più volatilità
CCI(14) Ipervenduto
ADX(14) Vendere
ROC Vendere
UO Vendere
Williams R: ipervenduto.
Medie mobili esponenziali:
il prezzo è collocato al di sotto di Ema20, quest’ultima è inferiore a Ema50; entrambe sono inferiori alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria è in atto l’orientamento più ribassista possibile.
Beta: 2.12
Ratio Prezzo/Utile: n/a
Eps: -0.72
Range 52 settimane: 2.389 (sessione odierna) – 3.576 euro.
PROBABILE EVOLUZIONE DELLA GESTIONE
Lo scenario macroeconomico mondiale si conferma ancora favorevole, ma restano sullo sfondo i rischi di un aumento del protezionismo e dei tassi d’interesse, che potrebbero fare emergere
tensioni e vulnerabilità di tipo finanziario.
In tale contesto le previsioni di crescita nel nostro Paese per il 2018 restano sostanzialmente invariate a +1,5%, anche se l’instabilità politica potrebbe determinare un rallentamento
dell’espansione nei prossimi trimestri.
Allo stato trovano comunque conferma le attese di una moderata espansione del credito al settore privato e alle imprese, soprattutto manifatturiere, con un contemporaneo complessivo miglioramento della sua qualità.
Il Gruppo, avendo già completato un numero rilevante di progetti del Piano Strategico 2016-2019, tra cui in particolare la messa a regime dell’unità organizzativa dedicata alla gestione dei non
performing loans, l’integrazione informatica, la definizione degli assetti delle partnership nell’asset management e nel bancassurance, la riorganizzazione della rete commerciale, focalizzerà la
propria attenzione sulla razionalizzazione delle attività di private e investment banking, sul progetto di digital transformation, sulla semplificazione del perimetro di Gruppo e sull’ottimizzazione della propria presenza territoriale.
Inoltre, potendo fare leva sui risultati conseguiti e sulla solida posizione di capitale, proseguirà nell’azione di complessivo derisking, in totale coerenza con i nuovi ambiziosi obiettivi annunciati.
La gestione ordinaria nel corso dei prossimi trimestri resterà improntata al recupero di redditività, che trarrà vantaggio dagli effetti sinergici derivanti dalla fusione.
L’andamento dei proventi, pur permanendo pressioni competitive sulla marginalità, potrà beneficiare di un ulteriore contenimento del costo medio della raccolta, grazie ai residui margini di
ottimizzazione del suo mix, del positivo contributo delle partecipate e delle tendenze che caratterizzano l’aggregato delle commissioni, in particolare quelle derivanti da servizi di gestione,
intermediazione e consulenza.
Il contenimento dei costi operativi, mediante il miglioramento dell’efficienza, la realizzazione di specifiche azioni volte all’ottimizzazione della spesa e la razionalizzazione delle funzioni
organizzative, continuerà a costituire uno dei principali fattori di attenzione.
I livelli di copertura dei crediti deteriorati si manterranno elevati, e la riduzione degli stock proseguirà sia attraverso il workout interno che, come detto, attraverso l’implementazione delle
azioni previste nel piano di derisking.