Dunque come già anticipato nelle scorse analisi, la fatidica “quota 50%” è stata raggiunta e, per la precisione, il Bitcoin al momento si è attestato al 51% nella dominance index.
La settimana appena trascorsa è stata decisamente controversa per la moneta; è vero che ormai da sola raccoglie più della metà dell’intera capitalizzazione del mercato, ma dal punto di vista squisitamente tecnico si è avvicinata pericolosamente al supporto in area $ 6000, che in più di un’occasione è stato definito come la Linea del Piave del bitcoin.
Dopo la rottura del supporto in area $6800, amplificata dalla notizia del rinvio della decisione in merito ai bitcoin ETF da parte della Securities and Exchange Commission, la moneta è tornata a ritestare velocemente il livello $ 6000 sul quale sembra aver arrestato almeno temporaneamente l’impeto ribassista.
L’overreaction del mercato generata dalla notizia, riflette un’oggettiva condizione di indecisione determinata dai dubbi in merito alla futura approvazione dell’istanza della CBOE, che dunque ha scatenato un vero e proprio sell-off, alimentato ulteriormente da tutti gli stop loss piazzati appena sotto quello che universalmente veniva riconosciuto come l’ultimo livello su cui tentare una ripresa del trend al rialzo partito dai minimi di fine giugno.
Nella foto infatti si può apprezzare come in seguito alla rottura dei $ 6800, la struttura risulti ormai definitivamente compromessa.
In questa fase, la tenuta del supporto a $ 6000 è assolutamente decisiva, infatti un’eventuale rottura porterebbe a un retest dei $ 5800 con il rischio che sul grafico si vada a stabilire un nuovo lower low e questo scenario sarebbe davvero deleterio per la moneta, perchè andrebbe a confermare in pieno come il trend di medio periodo sia improntato decisamente al ribasso.
Al contrario, la tenuta del supporto darebbe luogo a un higher low, ossia un minimo più alto in relazione a quello di fine giugno, e questo sarebbe un ottimo livello di consolidamento da cui ripartire per tentare l’assalto ai $ 6800, vecchio supporto diventato nel frattempo resistenza, e magari anche il recupero della trendline che attualmente insiste in area $ 7000.
POSSIBILI SCENARI
Il sentiment del mercato è improntato al ribasso e un’indicazione in tal senso ci viene fornita dal numero di posizioni short attualmente aperte sul bitcoin.
Dall’analisi del grafico relativo alle posizioni short presenti su bitfinex, si evince chiaramente come dal 4 agosto in poi, data in cui è stata violata al ribasso la trendline che unisce i massimi di gennaio, marzo e maggio, vi sia stato un aumento esponenziale del margin selling.
Questo indica come la maggior parte degli operatori siano orientati verso un imminente ribasso della moneta.
Nella giornata di sabato 11 agosto però lo spunto del bitcoin che è tornato a ritestare i $ 6500, ha provocato un deciso calo delle suddette posizioni, segno tangibile di come non sia così scontato l’esito favorevole delle operazioni che puntano sul ribasso, in un’area che spesso ha fornito un supporto solidissimo alla quotazione.
Questo scenario ricorda molto quello di metà aprile 2018, dove l’improvviso rialzo del bitcoin da quota $ 6800 ha portato il prezzo a toccare gli 8000 dollari.
In quell’occasione, il rialzo è stato alimentato proprio dal conseguente short squeeze.
Infatti nella sola giornata di giovedì 12 aprile sono state chiuse ben 16000 posizioni short con conseguente buy back del bitcoin, dunque il rialzo in corso è stato potenziato proprio dalle ricoperture dello scoperto.
Ovviamente questo scenario non è automatico e eventualmente sarà propiziato dalla rottura dei $ 6800, che al momento rappresenta la resistenza statica più solida (che “casualmente” è lo stesso livello di prezzo che, una volta violato, ha innescato la bull run di aprile).
Non è affatto detto però che i compratori, almeno nel breve periodo, avranno la forza di spingere la moneta sopra tale soglia e questo potrebbe determinare un nuovo test del supporto a $ 6000, dall’esito tutt’altro che scontato.
Dunque lo scenario attuale è dominato da profonda incertezza e senza una direzione chiara della quotazione, non è consigliabile prendere posizione.
La capitalizzazione odierna del bitcoin è di $ 111 miliardi ed è interessante notare come, nel momento di maggior difficoltà sui minimi di fine giugno a $ 5800, proprio la capitalizzazione abbia contribuito a supportare la moneta.
Infatti sulla soglia dei 100 miliardi di dollari si è formata una vera e propria soglia psicologica a supporto della quotazione.
Inutile dire che la rottura di tale livello, determinerebbe uno scenario decisamente ribassista.
ALTCOINS: PROFONDO ROSSO
Capitolo a parte meritano le cosiddette monete alternative: infatti il lento ma inesorabile declino a cui stiamo assistendo ormai da maggio sembra non aver fine.
L’analisi delle performance negli ultimi 8 mesi delle top 20 altcoins del marketcap, ci restituisce uno scenario impietoso: tutte le monete in questione (con la lodevole eccezione di binance coin) hanno registrato perdite che oscillano tra il 70 e il 94%!
Il triste primato va a XEM, seguita a ruota da XRP, ADA E TRX.
RITORNO ALLA REALTA'
La situazione attuale è figlia “dell’ubriacatura” collettiva del 2017, quando sull’onda dell’entusiasmo sono stati iniettati nel mercato fiumi di capitali in progetti che poi si sono rivelate fallaci, quando non dei veri e propri scam (bitconnect docet) o quantomeno non meritevoli delle attuali capitalizzazioni miliardarie, a fronte degli scarsi risultati ottenuti.
Quella in corso è una vera e propria selezione naturale del mercato, a cui sopravviveranno solo quelle monete dai fondamentali solidi e che hanno alle spalle un team di sviluppatori adeguato.
In questo scenario, il bitcoin ragionevolmente continuerà a beneficiare della concentrazione dei capitali in atto e non è da escludere che nei prossimi mesi tornerà all’assalto di quota 60% nella dominance index, eguagliando così i livelli di fine 2017.