La correzione del Bitcoin (BitfinexUSD) dai massimi di luglio ($ 8500) è stata più profonda del previsto e ha portato la moneta a violare al ribasso la trend line che in precedenza era stata rotta al rialzo nella fase finale della bull run di luglio.
Subito dopo il break out, l’effetto domino degli stop loss ha causato una violenta discesa del prezzo, che è arrivato quasi a testare il supporto in area $ 6750 e ha esaurito il suo slancio sulla moving average 50. (Nell’immagine vediamo come tra i 7300 e i 6800 praticamente non ci siano livelli significativi in grado di influenzare un movimento).
Misurando con Fibonacci il potenziale d’inversione del trend al rialzo dai minimi di fine giugno, vediamo come in zona $ 6800 insista anche l’intervallo 0.618, che solitamente fa da spartiacque tra correzione e cambio trend.
Sui $ 6750-6800 dunque si giocherà la vera partita.
I compratori difenderanno duramente il livello e per gli orsi non sarà semplice spingere la quotazione sotto tale zona.
Sullo Stoch RSI la moneta è in pieno oversold ed è sul bottom da ormai 6 giorni e questo potrebbe essere il segnale di un rimbalzo imminente.
Vedremo se i tori avranno la forza di riportare il bitcoin sopra la trend line rotta sabato, chiudendo così il throwback.
IL PREZZO DEL BITCOIN AFFONDA DOPO UNA LIQUIDAZIONE FORZATA DI 415 MILIONI DI DOLLARI
La correzione della moneta iniziata il 31 luglio dunque, come accennato all’inizio, è stata molto più profonda del previsto e ragionevolmente è stata alimentata da uno spiacevole evento avvenuto sull’exchange Oxex.
Il 3 agosto infatti la società che gestisce la piattaforma ha emesso un comunicato dove ha annunciato che in data 31 luglio alle ore 11 italiane, ha eseguito una liquidazione forzata di una posizione long di bitcoin futures per un controvalore di $ 415 milioni!
“Il cliente con ID 2051247 ha aperto una grande e inusuale posizione long (4168515 contratti) alle ore 02:00 del 31 luglio, che ha fatto scattare il nostro sistema di risk management.”
Il servizio clienti della piattaforma ha tentato senza successo di contattare l’investitore per convincerlo a ridurre almeno parzialmente l’esposizione, e a seguito del rifiuto l’account del cliente è stato congelato per prevenire ulteriori incrementi della posizione.
L’iniziativa però non è stata sufficiente a evitare incidenti, infatti poco dopo la quotazione del bitcoin si è mossa al ribasso, causando la liquidazione forzata della posizione.
Tra l’altro, la forced liquidation non è stata in grado di “limitare i danni”; infatti le perdite accumulate dal trader alla chiusura della propria posizione sono state ben superiori ai fondi nel margin wallet a copertura della stessa, dunque è subentrato un altro grosso problema: chi pagherà i profitti delle controparti short? (Nei futures i long coprono i profitti degli short e viceversa).
Ovviamente l’assicurazione di Okex, giusto?
Sbagliato, perché è emerso che nel fondo assicurativo di Okex a copertura di simili eventi, i fondi presenti non erano neanche lontanamente sufficienti a sanare lo scoperto.
Al netto della questione relativa alla perdita di fiducia degli investitori nei confronti del trading nel mercato cripto, con cui le varie piattaforme dovranno iniziare a fare i conti a fronte di questi spiacevoli eventi, l'aspetto che ci interessa è un’altro: la correzione che il 31 luglio ha portato il bitcoin addirittura sotto i $ 7000 (al momento della redazione dell’articolo la moneta è tornata sopra tale soglia), sarebbe stata innescata e alimentata proprio dalla liquidazione in open market di questi 415 milioni di dollari, ovviamente rimasti unfilled, spingendo così al ribasso la quotazione per assenza di compratori.
Nel grafico orario possiamo apprezzare la concomitanza tra il momento della liquidazione forzata della posizione in questione e l'inizio del sell-off.
In definitiva, dietro il crollo del bitcoin potrebbe esserci ancora una bitcoin whale (o per meglio dire, un elefante nella sala dei cristalli).