Dopo vari tentativi di rottura del livello chiave a $ 6800, nella giornata di ieri il bitcoin è riuscito a superare la resistenza e a chiudere la giornata sopra i $ 7000.
Ancora una volta la “support zone” che oscilla nel range 6200/5800 ha respinto l’assalto dei ribassisti, che hanno visto infrangere le proprie speranze sul muro dei $ 5880.
A questo proposito sono d’obbligo 2 considerazioni.
In questa occasione, abbiamo avuto la dimostrazione plastica di come la "support zone" evidenziata in precedenza, abbia la capacità di attrarre nuovi compratori in grado di arrestare la caduta e invertire il trend, causando un crollo dei volumi di vendita.
Le vendite dovrebbero essere di ben altra portata, per tentare la violazione di quel supporto che, come mi piace ripetere, ormai è inequivocabilmente la “Linea del Piave” del bitcoin.
Ma proprio nel momento in cui gli orsi ne avrebbero più bisogno, ecco che finiscono “le munizioni”.
Questa dinamica è facilmente spiegata dall’analisi del market cap del bitcoin.
Infatti, vediamo come in corrispondenza dei $ 5800 vi siano i 100 miliardi di capitalizzazione, che stanno supportando la moneta in ogni tentativo di rottura al ribasso.
Questo significa che i “one hundred billions holders” non hanno alcuna intenzione di vendere i propri bitcoin, ragion per cui senza un loro ripensamento per i ribassisti sarà una sorta di mission impossible violare al ribasso i $ 5800, a meno di non ricaricare l’arsenale (ma per far questo devono necessariamente acquistare bitcoin).
Un bel circolo vizioso, vero?
Un'altra strada è quella della vendita allo scoperto, che è esattamente ciò a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane.
Quest’approccio però non va a influenzare direttamente la quotazione, ma va a incidere solo su quello che è il sentiment del mercato, che sull’onda dei contratti short in aumento si orienta al ribasso.
I problemi arrivano nel momento in cui i ribassisti vengono attaccati attraverso una manovra speculativa nota come short squeeze, ossia quando il numero di contratti venduti allo scoperto raggiunge un livello di guardia tale da indurre grandi gruppi di speculatori a puntare fortemente al rialzo, in modo da far scattare le ricoperture delle numerose posizioni ribassiste che andranno ad alimentare ulteriormente l’impulso del rialzo.
Ed è esattamente questo che potrebbe verificarsi nelle prossime ore, se il bitcoin riuscirà a consolidarsi stabilmente sopra i $7000.
Il secondo elemento di considerazione è quello afferente la formazione di un higher low sul grafico, in relazione al minimo di fine giugno a $ 5770.
Come ho già indicato nella scorsa analisi, questo è il primo e fondamentale step da cui partire per la formazione di una nuova struttura al rialzo (la violazione dei $ 5770 e il conseguente lower low al contrario avrebbe determinato la conferma del trend di medio periodo orientato a un deciso ribasso).
Il prossimo decisivo passo per la moneta a questo punto consiste nel cercare di stabilire un nuovo higher high sul grafico, superando il massimo precedente a $ 8500, ma prima si dovranno fare i conti con quella resistenza dinamica che negli ultimi mesi ha frustrato tutti i tentativi di risalita della quotazione: la Simple Moving Average 200, che attualmente insiste in area $ 7800.
Vediamo infatti come da febbraio 2018 in almeno 3 occasioni il trend al rialzo ha perso slancio proprio in prossimità della media mobile a 200 periodi.
Dunque i prossimi livelli su cui tenere i fari puntati sono i $ 7800, dove insiste la SMA 200 e gli $ 8500, dove abbiamo il lower high precedente.
Rompere la SMA 200 e stabilire un higher high violando il massimo precedente, questo sarà il vero banco di prova del bitcoin, che ci dirà finalmente se il trend secondario è uscito dalla sua fase bearish.
Dal punto di vista dei fondamentali, due notizie sono meritevoli di approfondimento.
La prima è relativa al lancio della VCA (Virtual Commodities Agency) da parte dei fratelli Winklevoss, un'organizzazione autoregolatrice per il settore delle criptovalute.
Il lancio di questa agenzia è una risposta alle preoccupazioni della SEC descritte in una lettera all'inizio di quest'anno, relative ai meccanismi di sicurezza interni e ai tentativi di price fixing negli exchange di criptovalute, da cui è scaturita anche un'indagine federale ufficiale.
Lo sforzo di autoregolamentazione del settore è stato accolto con favore dalle autorità preposte, in quanto una simile entità potrebbe avere un impatto significativo sull'integrità e sulla credibilità di questo giovane mercato, soprattutto alla luce degli ultimi eventi che recentemente hanno determinato alcune problematiche nelle varie piattaforme, legate alla manipolazione dei prezzi sui bitcoin futures e alla piaga del pump and dump, senza contare gli innumerevoli tentativi di price fixing.
L'annuncio è stato accolto con favore anche dalla Commodities Futures Trading Commission CFTC.
Tra le attività dell’agenzia vi è l'istituzione di un meccanismo di condivisione delle informazioni tra le varie piattaforme di trading che listano prodotti basati su beni virtuali, per scopi di sorveglianza del mercato. L'organizzazione mira anche alla diffusione di dati certificati relativi ai prezzi e alla negoziazione dei cripto asset, in modo da migliorarne l’affidabilità e la trasparenza.
Ritengo che questa sia un’ottima iniziativa, soprattutto alla luce dell’esigenza sempre più impellente di porre un argine alle manovre “poco chiare” che spesso caratterizzano il mercato delle criptovalute, che come ho già indicato negli articoli precedenti, ne minano la credibilità alle fondamenta.
L’altra notizia di giornata, è senza dubbio quella relativa all’annuncio dell’asset manager Morgan Creek Capital, che sull’onda delle iniziative simili di giganti del calibro di Black Rock e Northern Trust, ha annunciato la creazione di un Digital Asset Index Fund.
L’avvicinamento di questi colossi finanziari, ci dimostra ancora una volta come l’appeal del bitcoin e delle criptovalute sia in deciso aumento e l’ingresso dei capitali di questi grandi investitori, potrebbe rappresentare la scintilla che darà il via a una nuova salita impetuosa della capitalizzazione del mercato, che mai come in questa fase ha bisogno dell’iniezione di nuova liquidità.