Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien , Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
L’impennata del dollaro USA si è esaurita dopo l’annuncio di politica monetaria della Federal Reserve. Ma il crollo del biglietto verde non è tanto da imputare alla dichiarazione del FOMC quanto all’incertezza sugli scambi commerciali mondiali. Come ci si aspettava, nella sua dichiarazione la banca centrale ha definito l’attività economica forte ed ha confermato la necessità di ulteriori e graduali aumenti dei tassi.
Sebbene a detta di alcuni economisti la dichiarazione avesse un tono leggermente ribassista, visto l’utilizzo dell’aggettivo “forte” anziché “solida” in riferimento alla crescita USA, questo non getta alcun dubbio sull’aumento dei tassi di settembre. Invece, la prospettiva di un’escalation delle tensioni commerciali tra USA e Cina pone un rischio non solo per le rispettive economie, ma per tutta l’economia globale.
Questo spiega la reazione del cambio USD/JPY dopo la dichiarazione, nonostante il tono rialzista della Fed e quello ribassista della BoJ.
Crediamo che il dollaro australiano e quello neozelandese siano particolarmente vulnerabili ai problemi commerciali cinesi. Sebbene non sia chiaro se la Cina reagirà o meno alla “proposta” sui nuovi dazi, probabilmente avrà delle parole dure per il Presidente Americano. Questo potrebbe alimentare ulteriormente la pressione sullo yuan cinese, aiutando gli esportatori a restare competitivi ma danneggiando al contempo i paesi come l’Australia che contano sulla domanda cinese.
Martedì sera abbiamo visto come l’attività manifatturiera in Australia sia cresciuta al ritmo più lento degli ultimi 9 mesi, e senza dubbio la causa è da imputare al rallentamento dell’economia cinese e alla debolezza dello yuan. I dati sulla bilancia commerciale potrebbero sorprendere al ribasso, e, anche se così non fosse, il miglioramento sarebbe solo temporaneo in quanto le tensioni commerciali e la debolezza dello yuan sono fattori che incidono a lungo termine sull’economia.
Il report sul mercato del lavoro della Nuova Zelanda è stato migliore del previsto, con una crescita dell’occupazione su base annua ed una crescita del tasso di partecipazione, tuttavia l’economia in generale è piuttosto sofferente.
Il Canada invece se la cava meglio, il loonie è riuscito a superare il calo dei prezzi del petrolio ed ha segnato un rialzo contro il dollaro USA per il quarto giorno consecutivo di scambi.
Ora che la decisione sui tassi del FOMC è stata presa, l’attenzione si sposta verso l’annuncio di politica monetaria della Banca d’Inghilterra.
La sterlina non ha registrato grandi movimenti nelle ultime 2 settimane, ma il fatto che il cambio GBP/USD sia vicino al minimo di 10 mesi ci dice che gli investitori non si aspettano un tono rialzista. Questo potrebbe prendere di sorpresa i mercati, che danno al 91% la possibilità di un aumento di un quarto di punto percentuale questo giovedì.
Considerando che si tratterebbe del primo aumento dei tassi dell’anno per la BoE, la sterlina dovrebbe essere scambiata molto più in alto ma è sotto pressione in quanto secondo molti trader questo sarà l’unico intervento della banca centrale dell’anno.
Il problema è che sebbene si siano stati dei miglioramenti nell’attività del settore dei servizi e del mercato immobiliare, il resto dell’economia ha registrato la crescita minore delle ultime 6 settimane. Ad esempio, I dati di mercoledì hanno mostrato una crescita più lenta dell’attività manifatturiera.
Anche l’aumento degli stipendi ha visto un rallentamento, mentre le vendite al dettaglio sono scese. Tuttavia, la Banca d’Inghilterra deve alzare i tassi di interesse poiché l’inflazione è ben oltre l’obiettivo del 2%, con il recente calo della sterlina che fa aumentare la pressione sui prezzi.
La BoE dovrà alzare le previsioni di inflazione e intervenire per riportare l’IPC in linea con gli obiettivi. Tuttavia, con l’avvicinarsi della scadenza di marzo per la Brexit, ci sono molte ragioni per cui i legislatori britannici dovranno rimanere cauti sull’aumento dei tassi di interesse. Il Primo Ministro May non ha ancora trovato un accordo e ogni giorno che passa si fa strada la convinzione che non sarà trovato alcun accordo sulla Brexit.
Oltre che per l’atteso aumento dei tassi, questo vertice sarà particolarmente interessante per il report trimestrale sull’inflazione e per la conferenza stampa del Governatore Carney.
Gli investitori prevedono che la BoE alzerà i tassi ad agosto in quanto il report trimestrale è spesso utilizzato come uno strumento per spiegare importanti variazioni alla politica, e, questo mese, gli investitori potrebbero anche capire che possibilità ci sono per un secondo aumento.
3 Possibili esiti del vertice di questo giovedì
Come fare trading in base alla decisione della BoE:
Aumento di 25 punti base + Carney rialzista: Se la BoE dovesse alzare i tassi di 25 punti base, rivedere al rialzo le previsioni di inflazione e concentrarsi sulla pressione sui prezzi anziché sulla Brexit, il cambio GBP/USD, che è rimasto nel range stretto tra 1,3082 e 1,3200, supererà il massimo. In questo scenario vediamo il cambio superare il livello di 1,32 fino ad arrivare a 1,3250.
Aumento di 25 punti base + Tono neutrale: Se la BoE dovesse optare per un tono ribassista, che escluderebbe la necessità di ulteriori aumenti, il cambio GBP/USD potrebbe inizialmente segnare dei rialzi, ma cancellare i risultati velocemente. In questo scenario vediamo il cambio scendere sotto il livello di 1,3080 per trovare supporto vicino a 1,30.
Nessun aumento: La decisione di lasciare i tassi invariati sarebbe la sorpresa più grande. Questo porterebbe il cambio GBP/USD velocemente a 1,30, preparando la strada ad un ribasso fino a 1,28.
Ecco come è cambiata l’economia britannica dal vertice di giugno: