Il livello di rischio per gli scambi globali è aumentato dopo che il G20 non è riuscito ad opporsi al protezionismo crescente. In una mossa a sorpresa, il G20 ha pubblicato un comunicato in cui manca la formula “resistere a ogni forma di protezionismo”, a conferma dell’incapacità del gruppo diversificato di lavorare insieme per arrivare a un compromesso. In una vera e propria inversione di ruoli, il Segretario USA Mnuchin si è rifiutato di abbassare il muro del protezionismo, invece il presidente cinese Xi si è detto esplicitamente a favore del libero scambio. Il comunicato su cui si è raggiunto il consenso prevede l’impegno a “rafforzare il contributo del commercio per le nostre economie”.
Sui mercati l’effetto è stato tiepido, sebbene aumenti il rischio di una destabilizzazione della politica commerciale USA. L’amministrazione Trump è presa dagli errori di politica interna, e quindi le questioni internazionali sono passate in secondo piano. Il Segretario di Stato Tillerson si è recato in Cina per smorzare le tensioni fra i due paesi. Non sono stati affrontati, però, temi cruciali quali la Corea del Nord, le preoccupazioni per la politica sul forex e il commercio.
La prossima mossa di Trump in materia di politica valutaria e commerciale rimane un’incognita. Invece di mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale e accusare la Cina di manipolare la valuta e imporre dazi molto alti sulle importazioni cinesi dal “primo giorno” al comando, Trump ha preso di mira la Cina solo per ottenere qualche meschino successo politico.
Sospettiamo che Trump stia bleffando circa la sua politica aggressiva nei confronti della Cina, anche se non si può escludere il rischio di una radicale azione unilaterale. Nel lungo termine, crediamo che il principale beneficiario delle azioni poco ortodosse di Trump (partner politico instabile, uscita dal Partenariato Trans-Pacifico, ecc). sarà la Cina, che così otterrà il dominio completo della regione asiatica.
Ecco perché continuiamo a tenere in considerazione gli asset cinesi. La coppia USD/CNY rimane stabile intorno a 6,90, rispetto al prezzo fissato, leggermente inferiore, a 6,89.
EUR/USD
L'EUR/USD sfida la resistenza implicata dalla linea di tendenza ascendente (attorno a 1,0795). Una violazione al rialzo darebbe luogo a pressioni all'acquisto persistenti. La resistenza chiave è data a una distanza di 1,0874 (massimo 08/12/2017). Un supporto robusto giace a 1,0493 (minimo 22/02/2017). La struttura tecnica suggerisce un aumento più incisivo verso la resistenza a 1,0874. A lungo termine, la croce della morte di fine ottobre rivela un ulteriore orientamento ribassista. La coppia ha violato il supporto chiave a 1,0458 (minimo 16/03/2015). La resistenza chiave giace a 1,1714 (massimo 24/08/2015). Si prevede che viaggerà verso la parità.
GBP/USD
La coppia GBP/USD ha testato con successo il supporto a 1,2110 e continua a rimbalzare più in alto. È necessaria una violazione della resistenza chiave (a 1,2429) per aprire la strada a un'ulteriore forza. Tuttavia, la coppia permane in una chiara tendenza ribassista che lascia presagire una correzione a breve termine. La resistenza chiave si ubica a 1,2570 (massimo 24/02/2017). Un supporto orario giace a 1,2324 (minimo 03/17/2017). La struttura tecnica di lungo termine è ancor più negativa perché il voto sulla Brexit ha spianato la strada a un ulteriore declino. Il supporto di lungo termine a 1,0520 (01/03/85) costituisce un buon obiettivo. Una resistenza di lungo termine è costituita da 1,5018 (24/06/2015) e indicherebbe un capovolgimento a lungo termine nel trend negativo. Tuttavia, al momento ciò appare molto improbabile.
USD/JPY
La coppia USD/JPY non è riuscita a infrangere la resistenza chiave a 115,62 (massimo 19/01/2016), il che conferma la persistente pressione a vendere. La coppia rimane bloccata in un andamento per lo più laterale tra 111,36 e 115,62. Un supporto orario è dato a 112,47 (minimo infragiornaliero). La resistenza oraria si ubica a 113,57 (massimo 16/03/2017). Siamo a favore di un’impostazione ribassista a lungo termine. Un supporto giace attualmente a 96,57 (minimo 10/08/2013). Appare assolutamente improbabile un graduale rialzo verso la forte resistenza a 135,15 (massimo 01/02/2002). Si prevede un’ulteriore flessione verso il supporto a 93,79 (minimo 13/06/2013).
USD/CHF
La coppia USD/CHF ha fatto segnare una pausa in seguito alla brusca uscita dal canale rialzista. Il supporto orario a 0,9862 (minimo 31/01/2017) è stato infranto. La resistenza chiave è data a una distanza di 1,0344 (massimo 15/12/2016). Si prevede un consolidamento. Nel lungo periodo, la coppia scambia ancora nella fascia dal 2011, nonostante alcune turbolenze generate dalla rimozione dell’ancoraggio del CHF da parte della BNS. Il supporto chiave giace a 0,8986 (minimo 30/01/2015). Dalla rimozione dell’ancoraggio di gennaio 2015, la struttura tecnica favorisce tuttavia un’impostazione rialzista di lungo termine.