Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
I movimenti più interessanti delle ultime 24 ore hanno coinvolto l’obbligazionario, evidentemente in attesa della decisione di politica monetaria della Bank of Japan di questa mattina.
Speculazioni cresciute fin dalla scorsa settimana, allorquando trapelarono le prime indiscrezioni secondo cui la Banca Centrale Giapponese avrebbe modificato la politica monetaria.
Tale speculazione ha provocato un aumento dei rendimenti del Japanese Government Bond (JGB) a più lungo termine (il JGB a 10 anni ha superato lo 0,1%).
Attese deluse, verrebbe da dire, perché la BoJ (peraltro Kuroda aveva già smentito interventi massicci) ha fatto un piccolo aggiustamento senza nulla di così decisivo e stringente, mantenendo il suo obiettivo per il rendimento a 10 anni intorno allo zero, con maggiore flessibilità.
In altre parole, consentirà di ottenere rendimenti a più lungo termine più elevati.
La chiave per la BoJ è di permettere che la curva dei rendimenti aumenti e quindi generare migliori profitti per le banche e stimolare i prestiti, tutto senza rafforzare troppo lo yen, che produrrebbe deflazione.
Probabilmente era il minimo indispensabile, tant’è che la reazione dei mercati non è stata certo esaltante: il rendimento a 10 anni perdeva 5 punti base allo 0,05%.
È interessante notare che anche il rendimento del Treasury a 10 anni è sceso da 3 a 4 punti base, contribuendo a mitigare i movimenti valutari. Potrebbe volerci del tempo per osservare una vera reazione.
Wall Street chiudeva un’altra sessione in negativo, quella di ieri, coi titoli tecnologici sotto pressione.
L'indice SP 500 è sceso del -0,6% a 2802 punti, mentre i futures sono cresciuti di circa lo 0,1%.
I mercati asiatici sono apparsi altalenanti ( Nikkei + 0,3%), mentre i mercati europei sembrano deboli.
Nelle materie prime segnaliamo poco movimento sull’Oro, mentre il Future Petrolio Greggio WTI ha perso terreno a seguito della notizia che la produzione OPEC ha raggiunto il target 2018.
Oggi spazio a dati importanti sull' inflazione flash, a partire dalle ore 11:00 col dato sull’Eurozona: si prevede che rimarrà al + 2,0% il dato complessivo (+ 2,0% l'ultimo), mentre l'inflazione core dovrebbe segnare un lieve rialzo a + 1,0% (da + 0,9% il mese scorso).
Dall'altra parte dell'Atlantico, nel pomeriggio, ci sono i dati inflattivi preferiti della FED: la spesa per consumi personali di giugno (ore 14:30) dovrebbe rimanere a + 2,0% su base annua (+ 2,0% a maggio).
Un'altra misura importante da tenere in considerazione è l'indice dei costi occupazionali pubblicato trimestralmente e per il secondo trimestre dovrebbe tornare a + 0,7% (da + 0,8% nel primo trimestre). Se confermato questo dato suggerirebbe che la crescita dei salari non c’è.
Infine occhio anche alla fiducia dei consumatori delle ore 16, che dovrebbe rimanere forte, ma leggermente inferiore a 126,0 (da 126,4 a giugno).