di Tanzeel Akhtar
Il Bitcoin sta attraversando un periodo difficile. La scorsa settimana, la criptovaluta è crollata sulla scia della decisione dei regolatori cinesi di vietare a privati ed imprese di raccogliere fondi tramite offerte iniziali di valute digitali (ICO).
L’ultima notizia che arriva dalla Cina è che le piazze nazionali di Bitcoin saranno chiuse completamente, dando il colpo di grazia a quello che era un fiorente settore di scambio commerciale di valute virtuali. La valuta digitale è crollata a circa 4.100 dollari in seguito al divieto cinese. All’inizio del mese, aveva raggiunto il massimo storico di 5.000 dollari.
Al momento, la valuta virtuale si attesta a 4.343,1 dollari.
Tuttavia, gli operatori dei mercati hanno dichiarato che stanno prendendo questa notizia con le pinze dal momento che non è la prima volta che la Cina minaccia di vietare il Bitcoin. Nonostante il divieto, il Bitcoin resterà universale ed i fan cinesi del Bitcoin troveranno un altro modo per avere accesso alla valuta.
Eddy Travia, Amminstratore Delegato di Coinsilium, spiega:
“Il divieto cinese sullo scambio delle valute digitali metterebbe la Cina a rischio di isolare i suoi imprenditori, le sue compagnie e i consumatori dalle numerose opportunità rappresentate dalle applicazioni innovative di valute digitali e blockchain. Quando innovazione ed imprenditorialità vengono soffocate, i talenti locali, i posti di lavoro ed i benefici economici si spostano altrove”.
Il Bitcoin resterà universale
Aggiunge Travia:
“Il Bitcoin resta una riserva di valore universale ed un metodo di pagamento riconosciuto in molte principali economie e sono fiducioso che l’innovazione e la creazione di ricchezza che le valute digitali e le blockchain hanno generato negli ultimi anni continueranno ad aumentare in futuro, nonostante i divieti di scambio locali. Siamo solo all’inizio dell’adozione globale di valute digitali, succederà più velocemente in alcuni paesi rispetto ad altri”.
La Cina fa minacce a vuoto
Jeffrey Van de Leemput, cofondatore di BTC-finance e rappresentante vendite di Sendcloud, una compagnia dei Paesi Bassi, segue il mercato delle criptovalute fin dal principio. Negli ultimi anni, spiega, ci sono stati numerosi tentativi da parte del governo cinese di vietare il Bitcoin e le criptovalute in generale.
Afferma Van de Leemput:
“Al momento, il governo cinese sta cercando di chiudere le piazze in Cina fino a quando non troverà una legislazione adeguata. Sanno che ciò causerà solo un’interruzione a breve termine della disponibilità di criptovalute in Cina. Il problema che il governo cinese si trova ad affrontare è che è virtualmente impossibile vietare completamente le criptovalute per via della loro natura decentralizzata. Si può paragonare al tentativo di estirpare le erbacce: ricrescono sempre”.
Quest’ultimo divieto dovrebbe solo colpire il prezzo e la disponibilità di Bitcoin ed altre criptovalute in Cina per qualche giorno, forse settimana.
Aggiunge:
“I cinesi troveranno un altro modo per mettere le mani sulle criptovalute. L’unica cosa che succederà ora sarà che le persone dovranno farlo illegalmente. Almeno fino a quando non ci saranno delle regolamentazioni e le piazze potranno continuare le loro operazioni”.
Sasha Ivanov, Amministratore Delegato di Waves Platform, spiega che le criptovalute sono ancora molto volatili. Le fluttuazioni giornaliere del Bitcoin, ad esempio, possono essere pari al 10-15% se non di più. Il motivo: una capitalizzazione del mercato delle critpovalute relativamente piccola.
Per fare un paragone, l’attuale capitalizzazione di mercato del Bitcoin è di soli 80 miliardi di dollari, aggiunge Ivanov. Tre volte meno rispetto al volume di transazioni giornaliere degli emittenti tradizionali di carte di credito come Visa (NYSE:V). Ci sono ancora numerosi rischi che circondano la valuta. Inoltre, secondo molti, il Bitcoin è in una bolla.
Il Bitcoin è legale in Giappone
Al contrario della Cina, che sta facendo un passo indietro vietando il Bitcoin, il Giappone ha legalizzato la critpovaluta.
“Vediamo già come la situazione si sta evolvendo in positivo”, afferma Ivanov, “e più liquidità c’è sul mercato del Bitcoin, più stabili saranno i tassi di cambio. Possiamo iniziare a parlare di bolla solo quando la capitalizzazione di mercato delle criptovalute supererà il livello di mille miliardi di dollari, non prima.
“Quindi c’è ancora un sacco di potenziale di crescita. Finora solo il Giappone ha legalmente ufficializzato il Bitcoin, perciò mi chiedo quale riferimento raggiungeranno i tassi di cambio se altri paesi ne seguiranno l’esempio”.