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Di positivo, sui mercati, si vede poco o nulla in questo momento. Le tensioni commerciali mostrano scarsi segnali di allentamento, mentre il rischio geo-politico è cresciuto notevolmente lungo l’asse USA-Arabia Saudita con Trump che sarebbe pronto a ritirarsi dal trattato sulle armi nucleari con la Russia. Per non parlare dell’Europa, dove l’Italia s’è dichiarata non disposta a cambiare il DEF e dove la May – pur in evidente crisi – sta cercando di portare a termine il tortuoso percorso Brexit.
La debolezza e le sottoperformance sia dell'euro che della sterlina rifelttono la situazione, ma è interessante notare come sia tornato l’appetito per i beni rifugio e come il Dollaro stia tentando una ripartenza. Dollaro che rispetto allo Yen sta guadagnando qualcosa, il che suggerirebbe sì un’avversione al rischio ma non una vera e propria crisi del sentiment. I rendimenti delle obbligazioni USA evidenziano movimenti laterali, mentre l'oro è bloccato in un range piuttosto preciso. Va detto che stamattina tutto lascerebbe presagire ad un appesantimento dei listini e delle valute a più alto rischio, mentre sale leggermente il rendimento del decennale USA e con oro e Yen che provano nuovamente ad allungare.
Le azioni (sicuramente gli asset più rischiosi) rimangono tuttavia sotto pressione di vendita ma le vendite si stanno concentrando principalmente su plusvalenze infragiornaliere. Ciononostante il timore del panic selling non sembra ancora del tutto sopito e sui grafici ad ampio raggio s’intravedono cenni di potenziali inversioni.
Wall Street ha evidenziato future in calo, con l’S&P 500 -0,4% a 2.746 punti, con accelerazione al -0,9% poco prima della sessione europea. I mercati asiatici hanno accusato il colpo col Nikkei -2,6% e lo Shanghai Composite -1,9%. In Europa, detto che il FTSE soffre chiaramente la situazione Italia, attenzione al DAX perché pare seriamente a rischio la tenuta di un importantissimo supporto in area 11400.
Per quanto riguarda il calendario economico è un’altra mattinata sostanzialmente tranquilla, l’unico dato importante arriverà alle ore 16 e si tratta dell’indice sul clima di fiducia dei consumatori nell’Eurozona per il quale si prevede un ulteriore balzo indietro a -3,2 (da -2,9 di settembre). Sarebbe, se confermato, il sesto mese consecutivo di cali. Il Richmond Composite Index delle ore 16 dovrebbe scendere a +25 (dal valore record di +29 a settembre).