Il greggio Brent probabilmente segnerà dei massimi sempre più vicini agli 85 dollari al barile questa settimana, trascinandosi dietro il greggio USA in un’impennata generale, in quanto i timori per le imminenti sanzioni contro l’Iran garantiscono che non ci sarà una fine imminente della corsa rialzista sul greggio.
La rincorsa di settembre di quasi il 6% è stata il rimbalzo maggiore del Brent di quest’anno. Il riferimento globale, scambiato nel Regno Unito, è schizzato a 83,39 dollari al barile, il massimo dal novembre 2014. Il greggio USA West Texas Intermediate (WTI), intanto, ha segnato un’impennata di quasi il 5% sul mese a 73,25 dollari, massimo dall’11 luglio.
Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com indicano “Strong Buy” sia sul Brent che sul WTI, senza alcun segnale “sell” immediato. Il Brent finora ha superato le previsioni medie di 74 dollari al barile per il terzo trimestre emerse dal sondaggio degli analisti del greggio condotto a luglio da Thomson Reuters. Il WTI ha inoltre superato la media di 69 dollari indicata nel sondaggio.
Necessario un nuovo accordo sul nucleare per bloccare la carica del greggio
Manca solo un mese all’inizio delle nuove sanzioni USA contro le esportazioni di greggio iraniano che potrebbero rimuovere fino a 1,5 milioni di barili al giorno dal mercato globale e gli analisti affermano che quasi nulla potrebbe fermare lo slancio rialzista del Brent e del WTI, tranne un accordo tra Tehran e Washington.
Le sanzioni sono il modo con cui il governo Trump intende costringere l’Iran, quarto principale esportatore dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) con la capacità di spedire fino a 2,6 milioni di barili al giorno, a negoziare un nuovo accordo nucleare con gli Stati Uniti in seguito alla cancellazione, all’inizio dell’anno, dell’accordo stretto nell’era Obama.
“La prospettiva rialzista rappresenta ancora il sentimento dei mercati dominante”, ha dichiarato nel fine settimana Dominick Chirichella, direttore di gestione del trading e della gestione del rischio dell’Energy Management Institute di New York, riferendosi alla probabile traiettoria dei prezzi del greggio ad ottobre. Tuttavia ha aggiunto:
“Detto questo, la variabile/incognita più importante (al momento) che potrebbe far deragliare significativamente lo slancio rialzista dei prezzi sarebbe l’eventualità che USA ed Iran si siedano ad un tavolo per trovare un compromesso nelle revisioni apportate al (precedente) accordo sul nucleare. Ciò comporterebbe un rapidissimo e pesante tonfo dei prezzi … tra i 5 e i 10 dollari al barile o più”.
Gas naturale al centro dell’attenzione degli investitori mentre persiste il picco dei 3 dollari
Il gas naturale sarà un altro mercato energetico al centro dell’attenzione dei trader questa settimana, con la domanda straordinaria che continua a sfidare i trend stagionali mantenendo il prezzo del combustibile sopra il massimo dei 3 dollari.
In uno degli scontri più eccezionali che si sta svolgendo sul più piccolo mercato energetico degli Stati Uniti, i dati sulla produzione e quelli sulle scorte sono in contrasto fra di loro.
Gli analisti affermano che le previsioni sul gas naturale sarebbero ribassiste in base ai dati sulla produzione ai massimi storici, che per la US Energy Information Administration raggiungerà gli 81,34 miliardi di piedi cubici al giorno quest’anno rispetto ai 73,57 miliardi del 2017.
Tuttavia, il quadro diventa rialzista se si considerano le scorte per il riscaldamento pre-invernali, che si attestano ad uno dei livelli più bassi da anni per via dei volumi insolitamente alti di gas bruciato dalle società quest’estate per andare incontro alla domanda energetica per i condizionatori. I dati dell’EIA mostrano che il totale delle scorte di gas ammonta a 2,768 miliardi di piedi cubici contro la media quinquennale storica di 3,389 miliardi di questo periodo dell’anno.
Il gas naturale ha raggiunto il massimo di 14 mesi di 3,111 dollari per milione di BTU negli scambi di New York la scorsa settimana, prima di chiudere settembre con un rimbalzo di circa il 4%. Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com indicano “Strong Buy” sul gas naturale, senza alcun obiettivo “sell” significativo per il momento.
“Strong Sell” sull’oro, il rame potrebbe stabilizzarsi
L’oro potrebbe cercare un supporto nettamente inferiore sotto i 1.200 dollari se il dollaro riprendesse la sua impennata tra le aspettative di un altro aumento dei tassi della Fed a dicembre, che sarebbe il quarto di quest’anno.
La Fed mercoledì ha aggiunto un quarto di punto percentuale portando i tassi di interesse USA al 2,25%. La banca centrale ha dichiarato che prevede un altro intervento a dicembre, seguito da altri tre nel 2019 e da uno nel 2020.
La “combinazione (di una) Fed più interventista, dell’inflazione sotto controllo, dell’aumento del rendimento e del biglietto verde dovrebbe essere ribassista per i prezzi dell’oro”, scrive Arkadiusz Sieron, analista dei metalli preziosi di Sunshine Profits.
Nella seduta di venerdì, i future dell’oro hanno visto una ripresa dal minimo di sei settimane, attestandosi a 1.196,20 dollari l’oncia troy. Ma ciò non gli ha impedito di chiudere settembre con un crollo dell’1,6%, il sesto calo mensile consecutivo e la discesa più lunga dal gennaio 1997.
Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com indicano “Strong Sell” sul metallo giallo, con i pattern di Fibonacci che fissano il primo supporto principale a 1.180,28 dollari, il secondo a 1.176,32 dollari ed il terzo a 1.169,90 dollari.
Sulla direzione del biglietto verde questa settimana dovrebbero influire i dati mensili sull’indice PMI manifatturiero USA di questo lunedì e quelli di venerdì sull’occupazione non agricola che riveleranno l’andamento del mercato del lavoro statunitense a settembre.
Per quanto riguarda i metalli comuni, i future del rame a New York potrebbero stabilizzarsi a 2,75 dollari la libbra, con i dati USA che mostrano che i gestori dei fondi hanno aumentato le posizioni nette lunghe nella settimana terminata il 25 settembre, dopo che l’impatto degli ultimi dazi imposti dal governo Trump alla Cina si è rivelato essere meno pesante del previsto.
Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com indicano “Strong Buy” sui future del rame, con i pattern di Fibonacci che fissano il primo supporto principale a 2,790 dollari, il secondo a 2,802 dollari ed il terzo a 2,820 dollari.