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Carrefour, quel matrimonio che “non s'aveva da fare"

Pubblicato 26.01.2021, 12:01
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Contenuto sponsorizzato offerto da Unicredit AG

Il secco no del governo francese ha interrotto sul nascere un maxi deal nel settore della grande distribuzione. Dopo il testa coda, ora Carrefour (PA:CARR) sta testando un livello di supporto.

Dai primi rumors al definitivo stop alle trattative non è trascorsa neanche una settimana, durante la quale il gruppo Carrefour è stato prima sedotto e poi, complice uno stato padrone, abbandonato.

Tutto è nato quando Bloomberg ha reso noto che erano in corso dei colloqui tra i vertici di Carrefour e quelli della canadese Couche-Tard, una compagnia prevalentemente attiva nel settore petrolifero e fino a quel momento mai troppo interessata alla distribuzione capillare fuori dai confini americani, colloqui che avrebbero visto il gigante transalpino oggetto di un’offerta da 20 miliardi di euro, calcolata poi in circa 20 euro ad azione.

Una notizia confermata dagli stessi interessati, che ha fatto schizzare le quotazioni da 15 a circa 18 euro ad azione in poche ore. Poi però il ministro Le-Maire ha iniziato a porre il veto all’operazione, giustificando la propria posizione intransigente con l’interesse nazionale e con un’opzione che il governo avrebbe su qualsiasi deal e cosi in poche ore è tramontata quella che sarebbe potuta essere la maggiore operazione di M&A del settore. La reazione su Carrefour è stata immediata, con i corsi che sono tornati da dove erano venuti e che a questo punto stanno testando un’importante area di supporto.

Fonte Bloomberg

Sfruttando la gamma di certificati messi a disposizione dall’emittente UniCredit (MI:CRDI), segnaliamo la possibilità di apertura di una posizione (ISIN: DE000HV4GVF9) che permette di partecipare con una leva di ben 4 volte la lineare. La struttura presenta lo stop loss intrinseco sulla posizione a 11,40 euro, pertanto il raggiungimento di tale livello provocherebbe l’azzeramento del prodotto. Un primo target di movimento potrebbe essere il livello dei 16,50 euro, livello chiave nell’euforia della salita post-news, distante circa il 12,2% dalle quotazioni attuali. Al momento l’acquisto è possibile al prezzo lettera di 3,47 euro.

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Si ricorda che utilizzando leve maggiori, si avrà una maggiore oscillazione dei prezzi ma anche un esborso di capitale minore. E’ sempre opportuno fare riferimento al capitale che si intende controllare, anzichè a quello investito realmente: ipotizzando, a titolo di esempio, di voler controllare 10.000 euro, si investiranno 1000 euro con un Turbo a leva 10 e 2500 su un turbo a leva 4. Il risultato operativo dell’investimento sarà tuttavia il medesimo a fronte, sempre a titolo di esempio, di una variazione positiva o negativa del titolo dell’1%

Ultimi commenti

Invece le aziende italiane terra di conquista.
bravo il governo francese che fa l'interesse della nazione e non come in Italia che grazie alla complicità del governo si svendono i gioielli nostrani
la verità è che i francesi hanno governi forti e duraturi, che rimangono sullo stesso solco, sia a destra che a sinistra, invece noi abbiamo quello che vedete in questi giorni... è uno spettacolo che demoralizza tutti noi. l'Italia non ha mai fatto riforme serie perché altrimenti i partiti come fanno spartirsi la torta? Ma quella torta è sempre più sottile, nessuno la fa crescere, tutti pensano solo a mangiarsi il suo pezzetto e domani chi vivrà vedrà...non diamo la colpa ai nostri furbi cugini francesi, impariamo da loro a fare i nostri interessi sulle cose importanti, loro i loro li sanno fare benissimo!
finché si tratta di Essilor che si prende Luxottica (vedrete tra un po' chi governa la "partnership") di PSA che si prende Fiat (come sopra) di Lactalis con Parmalat, di BNP con BNL e via elencando, allora va bene la libera circolazione dei capitali; quando la libera circolazione è al contrario (vedi Carrefour, Fincantieri oppure quando hanno bombardato a freddo la Libia per bloccare l'ENI ..) allora si torna indietro di un secolo... forse gli inglesi proprio tutti i torti non hanno con la Brexit
È l'UE bellezza. Una dittatura naziFrancoTedesca che da circa 27 anni ha distrutto l'economia di paesi come l'Italia la Spagna la Grecia ecc. Continuiamo a restarci, restano da farci depredare poste italiane, Leonardo, ENI enel e cdp
hanno ragione i francesi, fanno bene a bloccare questi acquisti.Il problema lo abbiamo qui in Italia dove si svendono aziende che poi vengono assorbite e gestite come semplici filiali.
nella lista manca anche Generali ad AXA
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