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Caffè e cacao non reagiscono molto alla riapertura USA, colpiti i consumi

Pubblicato 27.05.2020, 16:57
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Il titolo di Starbucks (NASDAQ:SBUX) è schizzato del 3,2% ieri quando la catena di caffetterie famosa in tutto il mondo ha annunciato che intende riaprire l’85% dei suoi punti vendita negli USA entro la fine di questa settimana, con una maggiore attenzione agli ordini tramite dispositivi mobili, consegne senza contatto fisico e pagamenti non in contanti, mentre sempre più città e stati allentano le misure di confinamento per il COVID-19. Il prezzo del caffè USA, intanto, è balzato dell’1,5% dopo tre giorni di ribassi. Ma c’è dell’altro.

US Coffee C Futures Daily Chart

Grafico giornaliero future del caffè C USA

“La domanda da caffetterie ed altre compagnie di servizi di ristorazione è crollata quasi a zero”, afferma Jack Scoville del Price Futures Group di Chicago, che da tre decenni si occupa delle materie prime “soft” come caffè, cacao, succo d’arancia e zucchero, nonché cereali.

“I consumatori continuano a bere caffè a casa, ma molte piccole torrefazioni stanno cercando di liberarsi del caffè già comprato”, spiega Scoville. “Ci sono solo pochi distributori a cui vendere di questi tempi”.

A Cleveland, Ohio, Malley’s Chocolates ha riaperto sette dei suoi punti vendita dopo aver perso il fine settimana della festa della mamma, in cui i negozi sono di solito pieni di famiglie che comprano dolci per le mamme. Come Starbucks, Malley’s ha ordinato mascherine e barriere di plastica per proteggere i dipendenti che tornano al lavoro. Intende anche scaglionare i turni per garantire un adeguato distanziamento sociale e gli orari di lavoro nei punti vendita potrebbero subire delle variazioni.

I future del cacao scambiati a New York sono rimasti invariati ieri dopo tre settimane consecutive al ribasso.

US Cocoa Futures Daily Chart

Grafico giornaliero future del cacao USA

Impatto del COVID differente sulle varie materie prime

Nel caso del cacao, “il virus ha complicato gli sforzi di coltivazione e commercializzazione”, spiega Scoville.

“L’idea è che le consegne possano essere più lente per qualsiasi contratto del cacao e che il prossimo raccolto soffrirà per l’assenza dei lavoratori”.

Il coronavirus continua ad avere un impatto differente sulle varie materie prime.

Per quanto riguarda il greggio, la riapertura negli Stati Uniti sta probabilmente avendo l’effetto più forte, con il prezzo schizzato di ben il 240% dai minimi del 28 aprile. Ma non sono solo le aspettative sulla domanda di benzina a trainare la ripresa del greggio. Dai giacimenti in Oklahoma a quelli nella Costa del Golfo Arabo, i trivellatori stanno riducendo la produzione ad un ritmo allarmante.

Sebbene dei cali della produzione si stiano verificando anche per il caffè ed il cacao, la domanda di queste materie prime è stata più lenta a riprendersi. Come spiega Scoville, non è che le persone non stiano più bevendo caffè o mangiando cioccolata. È solo che ne consumano più dalle macchinette per il caffè o dai frigoriferi di casa che andando in una bella caffetteria o al negozio di dolci in città. La mancanza di “domanda commerciale” è uno degli aspetti che sta pesando su questi mercati.

Starbucks ha temporaneamente chiuso metà dei suoi 8.000 punti vendita negli Stati Uniti a fine marzo ed è tra le prime catene nazionali ad annunciare la riapertura.

Il colosso del caffè con sede a Seattle ha spiegato che i suoi nuovi protocolli per le attività, che comprendono un maggiore utilizzo dell’app per dispositivi mobili per effettuare gli ordini, rappresentano una scelta naturale per la compagnia. L’app, giù utilizzata da circa 20 milioni di clienti, comprenderà nuove opzioni per ordini vocali e per il ritiro senza scendere dalla propria auto, ha scritto l’amministratore delegato Kevin Johnson in una lettera ai clienti lunedì.

Johnson spiega che più dell’80% degli ordini USA venivano effettuati “in movimento” tramite i drive-through o l’app per dispositivi mobili già prima della pandemia.

Quasi 40 milioni di americani senza lavoro, la ripresa tarderà

Starbucks sta anche mettendo in pratica la lezione imparata in Cina, dove più del 98% dei suoi punti vendita hanno riaperto, e sta aumentando gli investimenti nell’intelligenza artificiale che aiuterà la compagnia a prendere “decisioni basate su dati” circa le riaperture delle caffetterie ed altri cambiamenti.

“Stiamo ponendo un’enorme enfasi sul modo più sicuro e più conveniente affinché i clienti ordinino i loro prodotti preferiti da Starbucks”, afferma Johnson.

“Uscendo gradualmente dall’isolamento, le persone brameranno i rapporti e la comunità che sono fondamentali per l’umanità”.

Ma con quasi 40 milioni di americani senza lavoro e le vendite al dettaglio USA crollate al tasso record del 16,4% ad aprile per il COVID-19, Starbucks ed altre caffetterie potrebbero metterci un po’ prima di vedere una piena ripresa della domanda per i loro caffè da 5 dollari e più.

“Gli aspetti logistici per spostare il caffè dall’America Centrale e del Sud restano complicati”, spiega Scoville di Price Futures Group.

“I produttori stanno avendo problemi nel trovare lavoratori per raccogliere le bacche di caffè e gli impianti sono in difficoltà nel trovare operai che li tengano in funzione. La logistica della spedizione è in parte migliorata, ma molti stanno ancora riscontrando difficoltà nel portare il caffè nei porti affinché venga inviato nelle nazioni consumatrici”.

Quindi dove sono diretti i future del caffè USA?

All’attestazione di ieri di 1,0508 dollari la libbra, gli analisti intervistati da Investing.com indicano ancora “Strong Sell” sul caffè USA. La massima previsione di ribasso degli analisti è di 99,45 centesimi, mentre la massima di rialzo è di 1,0785 dollari.

Per quanto riguarda il cacao, gli analisti intervistati da Bloomberg stimano macinazioni moderatamente minori in Europa e Nord America da parte dei produttori di cioccolato, gelato ed altri prodotti confezionati e da forno.

“Il coronavirus contribuisce ad allontanare la domanda e a tenere lontani i dipendenti dagli impianti di macinazione e di produzione del cioccolato”, afferma Scoville.

“Il raccolto è ormai finito per la coltura principale nell’Africa Occidentale ed i risultati finora sono molto buoni. L’idea è che la domanda sia minore rispetto a prima per via dei problemi legati al coronavirus in Europa. I report dall’Africa occidentale indicano un raccolto grosso nella regione”.

All’attestazione di ieri di 2.411,50 dollari la tonnellata, gli analisti intervistati da Investing.com indicano ancora “Buy” sul cacao USA. La massima previsione di ribasso degli analisti è di 2.515,34 dollari, mentre la massima di rialzo è di 2.251,34 dollari.

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