La propensione al rischio riemersa nelle ultime 24 ore sta mostrando segni di stallo, ma potrebbe dipendere semplicemente dal consolidamento in vista dei dati sul mercato del lavoro USA. Il consolidamento inizia a incidere sui rendimenti obbligazionari (un leggero appiattimento della curva USA) e gli asset rifugio iniziano a riprendere vigore. Per quanto riguarda la questione del Coronavirus nulla è cambiato, il virus continua a diffondersi a un ritmo crescente così come il numero di decessi (confermato a 636). La PBoC sta promettendo misure espansive per sostenere l'economia e, sebbene gli analisti rivedendo al ribasso le previsioni di crescita del primo trimestre, entro il terzo trimestre dovrebbero esserci attività in grado di mitigare gran parte dell'impatto economico.
Nelle ultime è tornato prepotentemente alla ribalta il Dollaro USA, difatti l'indice del di riferimento è tornato a testare i massimi degli ultimi quattro mesi. Ci stiamo avvicinando a grandi passi verso il rapporto sui salari USA relativi al mese di gennaio. Dopo che i numeri dell'ADP sono cresciuti più delle attese, potrebbero esserci sorprese positive a confermare di un'economia americana in eccellente stato di salute. Una sorpresa positiva aggiungerebbe evidentemente carburante alla forza del dollaro e aiuterebbe probabilmente anche una ripresa del rischio.
Si prevede che le nuove buste paga non agricole salgano di 160.000 (+145.000 a dicembre). I salari orari medi dovrebbero crescere del + 0,3% su base mensile, il che migliorerebbe la crescita dei salari annuale al + 3,0% (+ 2,9% a dicembre). La disoccupazione dovrebbe rimanere nuovamente al 3,5% (3,5% a dicembre). Da tenere d'occhio anche gli stessi dati canadesi, pertanto sul cambio USD/CAD potrebbe scatenarsi molta volatilità.