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Contate su un’impennata del greggio pre-Fed? Non sperateci troppo

Pubblicato 30.07.2019, 16:07
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Dovrebbe essere la settimana in cui gli asset, dai titoli azionari alle materie prime, saranno spinti da un "entusiasmo per il taglio dei tassi".

Tuttavia non sembra sicuramente così per il greggio.

I timori per la domanda continuano a tormentare l'oro nero nonostante la prospettiva del primo taglio dei tassi USA in un decennio che potrebbe essere una manna per le materie prime.

Nella seduta di ieri, i future del greggio hanno cominciato la giornata in modo debole, con il Giappone che ha previsto una crescita economica meno forte, segnale delle conseguenze dello scontro commerciale tra USA e Cina. I tori del greggio sono stati colpiti inoltre, inizialmente, dall’allentamento delle tensioni geopolitiche in Iran, con la repubblica islamica sedutasi al tavolo delle trattative con le potenze occidentali per discutere in modo cordiale del suo futuro nucleare.

Sia il greggio West Texas Intermediate che il londinese Brent, riferimento del greggio al di fuori degli Stati Uniti, alla fine hanno chiuso la seduta di ieri al rialzo, con i trader entusiasti per l’idea di un taglio dei tassi di almeno un quarto di punto percentuale da parte della Federal Reserve questa settimana.

Anche gli scambi di questo martedì sono cominciati in condizioni relativamente positive in Asia.

La fastidiosa sensazione che il greggio potrebbe chiudere la settimana al ribasso

Resta comunque la fastidiosa sensazione che qualunque guadagno segnato dal greggio potrebbe ridursi entro la fine della settimana, con le preoccupazioni per la domanda che continuano ad assillare i mercati.

Phil Flynn, analista senior del settore energetico di Price Futures Group a Chicago, noto toro del greggio, durante i primi scambi di ieri a New York, quando il mercato era in calo, ha spiegato molto succintamente la situazione:

“Il greggio è bloccato in secondo piano mentre i mercati sono tutti in attesa dell’esito delle trattative commerciali USA-Cina”.

“E, ovviamente, incombe su tutto la decisione della Fed, che dovrebbe con ogni probabilità tagliare i tassi per la prima volta dal 2008”.

“Tutte le previsioni macro-economiche ci ricordano che i prezzi del greggio sono focalizzati sulle idee di crescita globale per la direzione del mercato”.

Le aspettative che la Fed tagli i tassi di almeno 25 punti base in occasione del vertice di politica monetaria del 30-31 luglio hanno alimentato una solida corsa dei mercati questo mese, aiutando i future dell’oro a toccare massimi di sei anni sopra i 1.450 dollari l’oncia ad un certo punto.

E sebbene il WTI ed il Brent siano diretti verso il secondo mese in calo su tre, entrambi hanno evitato ribassi peggiori a luglio grazie al supporto nell'acquisto legato alle speculazioni sul taglio dei tassi.

La decisione della Fed probabilmente eclisserà gli altri annunci di politica monetaria previsti questa settimana, da parte della Banca del Giappone e della Banca d’Inghilterra, che non dovrebbero apportare alcuna modifica.

La decisione della Banca Centrale Europea di lasciare i tassi invariati questa settimana concede alla BoJ di avere spazio di manovra mentre le banche centrali in tutto il mondo passano ad un atteggiamento più cauto.

Senza intervenire, la BoJ potrebbe rafforzare il suo impegno a mantenere i tassi di interesse ai minimi storici, mentre la BoE potrebbe offrire la sua valutazione dell’attuale ribasso economico britannico e spiegare come intende rispondere all’eventualità di una hard Brexit.

Inoltre, il report sull’occupazione USA di luglio, insieme agli indici PMI manifatturieri di Cina, USA e zona euro, tra gli altri, renderanno questa settimana particolarmente ricca di dati riaccendendo i timori per l’economia globale rispetto alle risposte ufficiali.

In un ultimo segnale di un rallentamento globale, il fatto che il Giappone abbia abbassato le previsioni sulla crescita economica di quest'anno soprattutto per via delle esportazioni più deboli, ha alimentato i timori che il protrarsi dello scontro commerciale USA-Cina sta pesando particolarmente sulla terza economia mondiale.

Il Fondo Monetario Internazionale di recente ha ridotto le previsioni sulla crescita globale, mentre il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi la scorsa settimana ha affermato che le prospettive per l'economia della zona euro stanno “peggiorando”.

La diminuzione delle tensioni iraniane non aiuta

Per quanto riguarda le trattative sul nucleare iraniano, Abbas Araqchi, negoziatore senior della nazione, ha definito le discussioni con le parti coinvolte nell’accordo di Teheran del 2015 “costruttive” ed ha dichiarato che sono stati presi “molti impegni” dopo delle “buone” trattative.

Se le tensioni sull’Iran si dovessero ridurre ulteriormente o se Teheran riuscisse a stringere un nuovo accordo nucleare con il governo Trump per sospendere le sanzioni sul greggio, si teme che fino a 2 milioni di barili al giorno di greggio possano ritornare sul mercato, annullando i tagli alla produzione dell’OPEC ed andandosi ad aggiungere all’attuale esubero di scorte.

Inoltre, i mercati avevano fatto schizzare le probabilità di un taglio dei tassi di 50 punti base da parte della Fed a luglio, ma una serie di dati migliori del previsto, tra cui la pubblicazione venerdì scorso del PIL del secondo trimestre, ha ridimensionato tali speranze.

In generale comunque, ancor più importante rispetto a quanto succederà domani è quello che i mercati si aspettano dalla Fed per quanto riguarda gli interventi di settembre e oltre. È qui che i long sulle materie prime potrebbero restare davvero delusi, in quanto la Fed potrebbe non essere tanto cauta quanto tanti si aspettano.

Dopo le decisioni sui tassi si ricomincerà a parlare delle trattative commerciali

C’è chi pensa che il Presidente della Fed Jerome Powell possa ancora scatenare una prolungata impennata del greggio e dell’oro con quello che dirà sulla politica monetaria dopo la pubblicazione della dichiarazione ufficiale della banca centrale domani.

In una nota, TD Commodities scrive:

“Considerato che i mercati hanno già messo in conto un taglio di 25 punti base, sospettiamo che i riflettori saranno puntati sulla conferenza stampa di Powell, che potrebbe mantenere ancora un tono cauto dal momento che i timori per la crescita globale continueranno a pesare sul motore economico statunitense".

I tori delle materie prime terranno inoltre d’occhio le trattative commerciali tra USA e Cina al via questa mattina a Shanghai dopo la brusca interruzione di maggio. Le aspettative che vengano compiuti dei progressi significativi sono basse ed un proseguimento del lungo ed interminabile processo potrebbe, tutt’al più, beneficiare acquisti rifugio come l’oro.

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