Il bitcoin continua a metter pressione alla resistenza in area 11.000 dollari, sfruttando anche il background favorevole che vede i principali indici azionari in ripresa. Al momento la moneta sembra intenzionata a consolidarsi sopra i $ 10800, prima di andare a ritestare gli 11K.
Capitalizzazione di mercato a $ 350 miliardi e BTC dominance al 57,5%.
I mercati azionari continuano a registrare rialzi importanti dopo lo storno della scorsa settimana, tuttavia dobbiamo considerare che l'accesa campagna elettorale per la rielezione del Presidente degli Stati Uniti e la discussione per l'approvazione di nuove misure di stimoli economici, imprimono notevole pressione ai mercati. A questa situazione, dobbiamo aggiungere l'incertezza derivante dalla diffusione della seconda ondata del coronavirus.
Relativamente a quest'ultimo aspetto, credo che comunque difficilmente vedremo una reazione dei mercati simile a quella vista in primavera, nonostante questo sia lo scenario previsto da diversi analisti.
Consideriamo infatti che negli ultimi 6 mesi sono stati iniettati nel sistema finanznario centinaia di miliardi di dollari e questa massa di liquidità ha tenuto a galla i mercati. Se consideriamo l'attuale contesto a base di tassi d'interesse a zero (quando non negativi), rendimenti dei bond statali ai minimi termini e inflazione che ragionevolmente segnerà un deciso aumento, questi capitali non hanno altro sbocco se non quello dei mercati azionari.
Un altro aspetto da considerare è quello della consapevolezza. In primavera c'era oggettivamente molta paura mista a incertezza, d'altronde era uno scenario nuovo per tutti e sia i grandi investitori che i retails sono stati presi dal panico. Adesso la situazione è più chiara, dunque in caso si riproponga un rischio concreto di un nuovo sell-off, le banche centrali interverranno subito con il bazooka e senza tentennamenti, come invece è avvenuto a marzo 2020 quando si è cercato di arrestare l'emorragia con un semplice taglio dei tassi d'interesse.
In tale contesto, sarà molto più difficile convincere i big players a vendere nel panico.
La combinazione di questi fattori, a mio avviso, esclude l'ipotesi di un crollo in stile marzo 2020.
Per quanto riguarda il bitcoin e il mercato delle criptovalute, la strettissima relazione con i principali indici azionari ci porta a effettuare le stesse valutazioni. Tale correlazione è iniziata a fine febbraio 2020, contestualmente al deterioramento del quadro fondamentale in piena diffusione dell'epidemia.
In prima istanza, questa è determinata dall'ingresso nel mercato crypto di investitori istituzionali e grandi fondi. Inoltre consideriamo come in periodi di forte incertezza e alta volatilità, quasi tutti gli asset tendono a correlarsi (l'esempio dell'oro, colato a picco all'unisono con tutti i mercati durante il crash di marzo, è emblematico).
Tuttavia nel medio lungo termine dovremo vedere la tanto attesa decorrelazione tra indici azionari e bitcoin, in modo che quest'ultimo possa consacrarsi definitivamente come asset difensivo contro la svalutazione e l'inflazione delle valute a corso legale.
Ma nel medio breve termine mi aspetto ancora un'elevata correlazione tra S & P 500 e bitcoin, in virtù del fatto che ragionevolmente i prossimi mesi saranno caratterizzati da alta volatilità.
In tale ambito, è sicuramente premiante analizzare il grafico dello S & P 500, nel tentativo di determinare anche quello che può essere l'andamento del bitcoin. Ed è esattamente quello che ho fatto nella video analisi che segue.