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Cosa vuole Amazon da Whole Foods?

Pubblicato 19.06.2017, 16:07
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

di Clement Thibault

Lo scorso venerdì 16 giugno Amazon (NASDAQ:AMZN) (NASDAQ:AMZN) ha annunciato il raggiunto accordo per l’acquisto di Whole Foods Market (NASDAQ:WFM) per 13 miliardi di dollari.

Whole Foods – Grafico giornaliero

Subito dopo la notizia, il prezzo dei titoli Whole Foods sono schizzati del 29% a 42 dollari.

Amazon Daily

Contemporaneamente il titolo Amazon è schizzato del 2,4% a 987 dollari.

KR:COST:TGR:WMT Grafico orario

Gli altri grandi nomi della distribuzione invece hanno accusato un duro colpo: Kroger (NYSE:KR) è crollato del 9%, Costco (NASDAQ:COST) ha perso il 7%, Target ha ceduto il 5%, e Walmart (NYSE:WMT) ha segnato un calo del 4,6%.

Dunque chiediamoci cosa significhi l’accordo Whole Foods per Amazon e quali potrebbero essere le conseguenze in generale per l’intero settore.

Sorpresi da questa mossa? Non dovreste esserlo!

Il settore della distribuzione alimentare negli USA ha registrato vendite per 630 miliardi di dollari negli ultimi mesi, e si stima che il 40% si attribuibile a Walmart (260 miliardi di dollari). È un settore importantissimo e negli ultimi dieci anni non ha subito pressoché alcun cambiamento. Non c’è da sorprendersi dunque se Amazon abbia intravisto un’opportunità per sconvolgere questo sottosettore della distribuzione.

È da un po’ che Amazon ha messo gli occhi sul settore “grocery”. Ha sviluppato delle tecnologie di automazione per la movimentazione della merce ed ha sperimentato la consegna di alimentari. Basta guardare due video su Youtube pubblicizzati da Amazon per capire di cosa stiamo parlando: AmazonGo che mostra la teconologia “e-tailer's check out”, e AmazonFresh Pickup, che mostra come la spesa riesca a raggiungere direttamente il cofano dell’auto.

Whole Foods non è un leader del settore

Dopo la notizia dell’acquisizione, un portavoce di Amazon ha dichiarato che non ci sono al momento progetti per implementare sistemi di automatizzazione in nessuno dei punti vendita Whole Foods appena acquistati. Onestamente non ci crediamo molto.

Prima di tutto Amazon non ha acquistato un leader del settore con grandi numeri. Negli ultimi cinque trimestri, il tasso di crescita di Whole Foods non ha superato il 2%. I margini operativi sono in calo dal 2013 e da allora hanno segnato un -35%, dal 6,84% al 4,45%. I margini netti non sono migliori, con un calo dal 4,64% al 2,65% nello stesso periodo.

Whole Foods ha circa 464 punti vendita (442 negli USA, 13 in Canada e 9 nel Regno Unito), conto i 4.700 punti vendita negli USA di Walmart e gli oltre 11.000 punti vendita nel resto del mondo. Whole Foods può essere considerato un segmento di nicchia, destinato ad una determinata tipologia di cliente che richiede prodotti artigianali, biologici e naturali - principalmente famiglie di ceto medio alto e consumatori della cosiddetta generazione “millenial”.

La catena Walmart, con i suoi prezzi inferiori si trova all’opposto dello spettro e si rivolge ad una clientela con reddito inferiore. La competizione tra Walmart e Whole Foods non è diretta. Amazon dovrà intervenire pesantemente sulla politica dei prezzi di Whole Foods se vuole competere con Walmart. Per adesso, Amazon si limita a tenere in piedi gestione e brand.

Cosa vuole Amazon da Whole Foods?

Ecco la domanda da 13 miliardi di dollari. Sicuramente Amazon vuole una fetta di questa torta da 630 miliardi di dollari. E Whole Foods offre un punto d’ingresso di media grandezza. I negozi sono aperti, la catena distributiva funziona, l’attività genera profitti e il vero punto per Amazon è conoscere nel profondo la gestione di un punto vendita fisico. Creare un’attività di distribuzione alimentare online senza avere le competenze nella distribuzione fisica sarebbe stato un vero e proprio incubo per il colosso dell’e-commerce.

Inoltre, questa mossa potrebbe anche voler dire che Amazon abbia accettato che la distribuzione esclusivamente online di alimentari non sia possibile e che, nonostante l’esperienza enorme nella distribuzione in generale, sia necessario operare secondo un modello di business tradizionale per assicurarsi una quota di mercato in questa importante nicchia.

Conclusioni

A nostro avviso, l’acquisizione di Whole Foods rappresenta per Amazon un esperimento, molto costoso, su larga scala. L’azienda ha in mente di lavorare in futuro nel settore alimentare e crede di poter scuotere il settore implementando la tecnologia nei punti vendita fisici. I 460 punti vendita di Whole Foods per 13 miliardi di dollari rappresentano la dimensione giusta al prezzo giusto. L’acquisizione permette ad Amazon di testare l’andamento di questo particolare canale distributivo.

In base a questa conclusione, l’impatto immediate sui titoli degli altri distributori sarà minimo. Si prevede che l’accordo venga chiuso nel secondo semestre, e non si prevedono cambiamenti immediati rilevanti. A nostro avviso, le perdite registrate dagli altri retailer venerdì rappresentano una reazione assolutamente esagerata ad un acquisto sperimentale in un settore molto competitivo ed affollato.

L’acquisizione di Amazon ci fa pensare ad Alphabet (NASDAQ:GOOGL) e alle "scommesse" in altri segmenti. C’è un altissimo potenziale di guadagno nello sconvolgimento di un settore, ma la strada è ancora davvero molto lunga.

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