CREACTIVES: il magazzino intelligente semplifica l’azienda

Pubblicato 22.05.2020, 18:42

La multinazionale tascabile Creactives Group si quota sulla Borsa di Vienna e muove un passo importante verso un ulteriore sviluppo internazionale. Il gruppo è il frutto di una business combination tra Balaban Technology e Creactives, essendo quest’ultima una software company fondata da Paolo Gamberoni, Adriano Garibotto e Francesco Bellomi specializzata nell’intelligenza artificiale. “Siamo veramente contenti del risultato che siamo riusciti a ottenere in tempo di lockdown totale”, spiega a Websim Massimo Grosso, investor relator della società e promotore di Balaban Technology insieme all’imprenditore Giandomenico Sica, “siamo riusciti a raccogliere 2,3 milioni di euro da investitori istituzionali, professionali, gestori e family office italiani ed esteri”.

Balaban è una società di ricerca, fondata nel febbraio 2020 e focalizzata sulla tecnologia. Grosso è un investitore e advisor specializzato nell’ambito delle Small Cap tecnologiche. Ha sostenuto le Ipo di alcune società italiane, come MailUp, DHH, Piteco, Cyberoo, WIIT, tutte quotate a Piazza Affari, e Zaim Credit Systems, quotata a Londra. Mentre Sica è un imprenditore e investitore specializzato nel settore Tech, soprattutto nelle Small Cap. Nel corso della sua attività, ha portato a compimento tre Ipo nel mercato italiano.

Ora è stato il turno di Creactives, società con 3,6 milioni di fatturato e un ebitda di oltre il 20%, che conta nel suo portafoglio clienti tante aziende di grandi dimensioni: dalle italiane Enel e Unicredit, a colossi stranieri come Volkswagen, Siemens e Airbus. Per queste realtà, Creactives è in grado di fornire soluzioni software personalizzate per magazzini immensi e non di facile gestione. “Certe aziende hanno la necessità di ottimizzare tutto il ciclo di gestione dei magazzini”, spiega Grosso, “dalle materie prime, ai semilavorati, per arrivare alle giacenze. È sempre utile capire in cosa approvvigionarsi e quando. Insomma, le grandi aziende hanno una grande quantità di informazioni da decifrare, magari provenienti da stabilimenti in nazioni diverse, con linguaggi diversi. L’intelligenza artificiale di Creactives in questo senso può portare vantaggi concreti”.

L’azienda ha dimensioni contenute, però può ambire a crescere velocemente in un mercato nuovo e in grande crescita che rivolge il suo sguardo a tutto il pianeta, non solo a uno specifico settore o a una precisa area geografica. “Noi ci definiamo una multinazionale tascabile”, prosegue il manager, “perché circa il 75% dei clienti è straniero. E, cosa importante, l’azienda può contare su ottimi ricavi ricorrenti, frutto di contratti da svariate centinaia di migliaia di euro per cliente che molte volte sono stipulati su base pluriennale. Inoltre, aggiungo io, se una grande multinazionale ti affida i suoi magazzini con contratti anche da 300 mila euro all’anno, vuole dire che riconosce nel tuo software qualcosa di grande valore”.

Dalla vocazione internazionale della società, nasce la volontà di optare per la quotazione alla Borsa di Vienna. Anche se, nei propositi del gruppo, a questa potrebbero seguirne altre: “Abbiamo deciso così perché ci piaceva l’idea di andare a intercettare investitori del centro-nord Europa. Noi siamo una piccola realtà italiana, nel nostro Paese siamo già conosciuti, quindi la nostra intenzione era farci conoscere anche all’estero. I prossimi passi, comunque, potrebbero essere una quotazione sul London Stock Exchange o su Euronext; certo non escludiamo l’Italia, ma in generale ci vediamo più orientati su mercati internazionali”.

La cifra raccolta con la quotazione servirà, prima di tutto, a finanziare la ricerca e sviluppo e a potenziare le soluzioni software. Più defilata, invece, la possibilità di cercare l’aumento dimensionale per linee esterne: “Questa è una società che non ha necessariamente bisogno di M&A per crescere”, sottolinea Grosso, “questo non vuol dire che in futuro non lo farà, ma Creactives sta già offrendo una crescita a due cifre sviluppandosi per vie interne. L’idea, quindi, è quella di concentrarsi prima di tutto sulla clientela estera come driver principale di sviluppo futuro”.

Il 21 maggio, primo giorno di negoziazione effettivo su Vienna, le azioni ordinarie hanno chiuso, pur con scambi contenuti, a 3,50 euro per azione, che si confronta con un ingresso degli investitori in Balaban a 2,50 euro per azione per una performance virtuale del +40% senza contare i benefici fiscali e le future bonus share.

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