Considerando che gli effetti dello shutdown da record degli USA iniziano a farsi sentire sui dati macro economici, prossimamente potrebbero esserci sorprese e revisioni. Il dollaro è stato forte negli ultimi giorni, diciamo per gran parte della settimana, apprezzandosi anche nel bel mezzo dei colloqui commerciali USA/Cina. Sinora l’economia Americana aveva mostrato forza, rispetto ad esempio ad altre grandi economie quali quella cinese ed europea. Ma ieri quello che è stato definite un dato terribile sulle vendite al dettaglio (relative al mese di dicembre) ha minato non poco la tenuta del biglietto verde. La reazione chiave è stata quella dei rendimenti obbligazionari al ribasso, che hanno dato il via alle vendite di biglietto verde. Ora dipenderà da quanto il mercato crederà a questo terribile calo, il calo più marcato da 9 anni ad oggi anche se Kudlow si è affrettato a dichiarare che la lettura è stata condizionata dal blocco delle attività governative (in realtà, dicono gli analisti, dovrebbe ripercuotersi nella prossima lettura e non su quella di dicembre).
Sull’EUR/USD converrà continuare a monitorare il livello chiave 1,13, mentre su dollaro yen siamo tornati sotto 111 e ora si guarda al supporto collocate a 110. I dati hanno avuto risvolti negative anche sull’azionario, con Wall Street che ha chiuso al ribasso ma che ora – trainata dall’Europa – prova a rialzare la testa. A tutto ciò dobbiamo aggiungere anche altri dati cinesi deludenti con un'inflazione in in calo più del previsto. L'IPC è sceso a +1,7% (+1,9% il dato atteso, +1,9% l'ultimo), mentre il PPI è sceso a +0,1% (+0,2% il dato atteso, +0,9% a dicembre). Ciò aggiunge pepe all’avversione al rischio, tant’è che lo yen è tornato a performare decentemente.
Lo S&P500 chiudeva la sessione di giovedì a -0,3%, 2746 punti, mentre i futures perdevano -0,4% a inizio giornata. Il tutto ha avuto ripercussioni anche sul Nikkei -1,1% e Shanghai Composite -1,4%. Nel forex il movimento contro il dollaro è stato mitigato dal fatto che gli operatori continuano a vederlo come bene rifugio. Nelle materie prime l’avversione al rischio sta spingendo l’oro verso l’alto, mentre il petrolio greggio è di nuovo in forte crescita per le continue indiscrezioni di ulteriori tagli alla produzione da parte dell'OPEC.
Dopo I dati negative sulle vendite al dettaglio USA, l’attenzione degli operatori era rivolta agli stessi dati per quanto riguarda il Regno Unito e stavolta la sorpresa è stata positive in quanto sono stati rilasciati dati tutti superiori alle aspettative. Ciononostante la Sterlina fatica a recuperare terreno, pesantemente condizionata dalla vicenda Brexit. Nel pomeriggio avremo ulteriori dati statunitensi che potrebbero risentire dello shutdown, ovvero la Fed Manufacturing di New York alle 14:30 che dovrebbe salire a +7,0 (da +3,9 a dicembre). La produzione industriale per gennaio sarà alle 15:15 e dovrebbe salire + 0,1% sul mensile (dopo una crescita + 0,3% a dicembre). Il preliminare del sentiment dei consumatori verrà rilasciato alle ore 16 e dovrebbe salire a 93,3 (da 91,2 del mese scorso).