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Dal primo pozzo a Fredonia agli interessi geopolitici. Scenari sul Natural Gas

Pubblicato 16.02.2021, 10:02
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Se già a partire dal VII secolo avanti Cristo Plutarco racconta della fuoriuscita di fiamme, fumi e strani movimenti misteriosi provenienti dall’interno di una fessura di un terreno, situato nella città di Delfi, in un’area dedicata al tempio di Apollo, è facilmente comprensibile la grande attenzione che storicamente l’uomo ha focalizzato sul gas naturale. Innumerevoli le storie, racconti, narrazioni, aneddoti da  descrivere sulla materia prima protagonista non solo di questo approfondimento ma dell’ultimo anno. La sua performance è stata davvero di tutto rispetto. Volendo stilare una classifica tra Commodities puntualmente analizzate negli ultimi mesi, certamente il natural gas occupa i primi posti, con una trend interessantissimo e pari al 60% da un anno a questa parte. Senza dubbio bisogna attribuire a William Hart l’utilizzo che noi oggigiorno conosciamo, grazie alla sua brillante intuizione. Vero padre fondatore del gas naturale, colui il quale scava il primo pozzo. 

Da Fredonia, nello stato di New York, dove storicamente è nata anche la prima azienda di gas naturale, ai giorni nostri, la vicende che hanno accompagnato l'interesse per la materia prima sono davvero infinite. Proprio in queste ultime settimane gli Stati Uniti hanno minacciato nuove sanzioni nei confronti di quelle società europee che collaborano al progetto russo Nord Stream 2 in relazione al raddoppio del gasdotto che arriva in Germania.

Oltre ad avere una storia importante e, per certi aspetti, affascinante ha nel tempo sviluppato ed amplificato il suo utilizzo in determinati settori dell’economia reale. Dall'illuminazione per le vie delle città, a partire dalla prima metà dell'800 all’alimentazione per i condizionatori di aria in epoca contemporanea, dagli usi industriali al riscaldamento, senza dimenticare che è proprio questa materia prima ad alimentare i generatori utili a far muovere le potenti turbine che producono energia.

Considerando che i principali Paesi produttori sono gli Stati Uniti, seguiti dalla Russia, le due potenze mondiali non si sono mai sottratte all’interesse ed alle diatribe geopolitiche che si sono acuite dietro tale materia prima, basti pensare a tutto quello che è accaduto e che, come già accennato, continua ad accadere in relazione al progetto Nord Stream 2, il gasdotto che attraverso il Mar Baltico fornisce direttamente il gas prodotto in Russia all’Europa, preoccupando fortemente gli interessi statunitensi che negli ultimi anni sono riusciti ad aumentare senza sosta i quantitativi di gas naturale liquefatto verso il Vecchio Continente. Ed è la stessa differenza nel trasporto che può influire sul costo del natural gas difatti vengono utilizzate le famose pipeline, ossia delle tubature che per chilometri portano a destinazione il prodotto. Per quanto riguarda il gas naturale liquefatto, il contesto è diverso (gas che viene trasformato, attraverso un processo di congelamento a meno 162 gradi, riducendo il volume di ben 600 volte) e viene trasportato usufruendo di specifiche navi container che salpano da un porto all’altro.  

Dal punto di vista grafico, su un timeframe mensile, il prezzo sembra calamitato in area 3,3 dollari (per un milione British thermal unit) che rappresenta i livelli massimi ddel 2020 dei mesi di ottobre e novembre. Analizzando un grafico giornaliero, il ritracciamento sino ai 2,8-2,75 dollari ed il superamento di tale area può alimentare ulteriori vendite da far nuovamente veleggiare il prezzo all'interno del trading range parimetrato tra il supporto in area 2,3 e la resistenza a 2,8 dollari (chi fosse interessato ad una analisi più approfondita non esiti a contattarmi in privato sulla mia pagina facebook. Considero la condivisione una inenarrabile fonte di crescita) 


Natural Gas M


Natural Gas D

Rilevanti sono anche gli hub considerati dei veri e propri punti di scambio del gas. Quello più famoso si trova negli USA, nel territorio della Louisiana, nella città di Erath. Il riferimento è al famoso Henry Hub che ha iniziato la sua attività a partire dagli anni cinquanta, anche se la sua storia risale alla prima metà dell’ottocento…In Europa risulta fondamentale ed ha sempre di più ampliato il suo enorme successo l’hub di Trading Dutch Title Transfer Facility che dall’Olanda ha superato per la prima volta nel 2020 l’Henry Hub in relazione all’open interest con un numero record di contratti da parte degli operatori.

L’hub TTF è ormai considerato uno dei più importanti al mondo e certamente primo in Europa, complice anche l’aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, superando il National Balance Point (NBP) del Regno Unito. Tuttavia, i prezzi dell’Henry Hub rappresentano il punto di riferimento non solo per il mercato americano ma per tutto il mercato globale. Fondamentale risulta monitorare i numeri pubblicati dall’Energy Information Administration relativi al numero delle scorte. L’immagazzinamento nei siti di stoccaggio ha un ruolo molto importante in quanto può disorientare l’investitore, difatti spesso capita, nonostante l’irrigidimento delle temperature nei mesi invernali, di visualizzare spinte verso l’alto, quindi una crescita dei prezzi, non necessariamente nette e decise. Tale aspetto rappresenta la stretta conseguenza di scorte in eccesso ancora da smaltire. Il recente Short-term Energy Outlook redatto dall’EIA ha indicato la situazione delle scorte in avvicinamento alla media quinquennale.  

L’aumento delle esportazioni, affiancato da una crescita delle domanda, non solo contribuiscono a  ridurre le scorte ma allo stesso tempo influiscono sulla crescita dei prezzi, senza trascurare l’irrigidimento del clima nella parte settentrionale degli Stati Uniti che pone in essere una ulteriore richiesta della materia prima. L’invito, pertanto, è di monitorare non solo il fattore clima ma anche la condizione delle scorte ed i consumi elettrici, non sottovalutando l’idea che la maggior parte delle centrali elettriche nell’economia a stelle e strisce sono alimentate a gas naturale. Stessa situazione sta avvenendo in Cina che, con la transizione energetica ed i progetti finalizzati alla riduzione delle emissioni in atmosfera, implementa le riconversioni delle centrali a carbone, orientandosi sul gas naturale. Questo aspetto, nel medio-lungo periodo può influire sui prezzi. Il fattore stagionalità sicuramente è fondamentale ma con le dovute eccezioni. Oggi in molti ad esempio sono convinti di essere nel pieno della stagionalità rialzista, ma non è affatto così. Inoltre,  non bisogna trascurare altri aspetti che influiscono sulle oscillazioni.

Senza dubbio, proprio nelle ultime settimane abbiamo avuto diverse dimostrazioni di come eventi particolari, legati ad esempio al meteo, generano dei veri e propri contraccolpi sull’offerta, così come accade durante la stagione degli uragani quando molti impianti vengono messi in protezione ed i prezzi aumentano. Altro aspetto da considerare è l’assunto che il gas che viene utilizzato in un preciso periodo non è quello prodotto bensì il precedente immagazzinato nei siti di stoccaggio. Sono molteplici i fattori da considerare. Tuttavia, onde evitare di dilungarmi, tornando all’indescrivibile interesse, soprattutto dal punto di vista geopolitico, sul natural gas è notizia di questi ultimi giorni il progetto del North Field riguardante il gas liquefatto che vede protagonista il Quatar deciso sempre con maggiore vigore a primeggiare sul mercato, con costi di produzione imbattibili. L’obiettivo partito da Doha la dice lunga sulle prospettive della storica commodities.

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Grazie infinite Angelo 😊👍👍👍
Giuseppe, è sempre un piacere leggerti! A ringraziare sono la mia cultura economica e.... anche la mia parte animica....;)
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