Dazi, rotazioni e silenzi: la volatilità detta legge

Pubblicato 27.03.2025, 08:57
“La fiducia può vacillare, ma la volatilità non dorme mai.”

Le Borse europee hanno chiuso in territorio negativo: STOXX 600 -0,7%, DAX -1,2%, CAC -0,3%, mentre Londra ha resistito con un lieve +0,3% e Piazza Affari ha ceduto lo 0,83%, mantenendosi comunque sopra quota 39mila. L’attenzione resta concentrata sul 2 aprile, quando Trump annuncerà le misure sui dazi auto, con l’incognita del perimetro di applicazione, le eventuali esenzioni e la tempistica dell’entrata in vigore. Le ultime indiscrezioni parlano di una lista ristretta di prodotti coinvolti, ma la volatilità resta alta e la fiducia nella narrativa di un “eventuale alleggerimento” è bassa. Intanto, all’interno della lista dei principali asset monitorati dal nostro team, emerge il perdurare di una debolezza significativa del Bitcoin, e della tecnologia americana con Nvidia in ribasso giornaliero del 6%, segno di una rotazione in corso. In controtendenza Boeing (NYSE:BA), premiata dalle nuove commesse annunciate dalla Casa Bianca, mentre il comparto energia registra nuove pressioni ribassiste sul gas naturale europeo (-1,93%). Anche l’oro, storicamente rifugio nei momenti di incertezza, ha registrato una seduta piatta, pur mantenendo performance settimanali solide.
 
Wall Street: tech sotto pressione, mentre l’incertezza sui dazi rimane alta

I mercati americani hanno chiuso in calo: Dow -0,31%, S&P 500 -1,12%, Nasdaq -2,04%, con il comparto tech che ha guidato le vendite. Le Mag 7 sono tornate sulla difensiva dopo il rimbalzo dei giorni precedenti: Tesla (NASDAQ:TSLA) e Nvidia i principali protagonisti in negativo, con quest’ultima penalizzata anche da segnali di rallentamento sugli investimenti in AI. La narrazione legata ai dazi continua a dominare l’agenda: il focus si sposta sulle tariffe auto che Trump potrebbe annunciare già nel pomeriggio, secondo fonti americane. Le tensioni con la Cina si riaccendono con l’inserimento di nuove aziende tech nella blacklist statunitense, mentre il dibattito sul debt ceiling e sul compromesso fiscale in Congresso mantiene il livello di incertezza elevato. In parallelo, sul fronte macro, i PMI manifatturieri americani deludenti e l’inflazione input in forte rialzo complicano la lettura per la Fed. Powell resta in silenzio, ma il mercato prezza tagli dei tassi posticipati, mentre le stime sugli utili Q1 e 2025 iniziano a scontare l’impatto delle tensioni commerciali.
 
Europa e BCE: cautela e divergenze interne verso la riunione di aprile

Sul versante europeo, cresce l’attesa per la prossima riunione BCE del 17 aprile. Le parole di Kazimir, Muller e Vujcic confermano un orientamento prudente, con enfasi sulla necessità di valutare i dati del primo trimestre e monitorare attentamente i rischi esterni, in primis la politica commerciale USA e i piani di difesa UE. Al contrario, lo spagnolo Escriva ha sottolineato i crescenti rischi al ribasso, aprendo la porta a ulteriori tagli. Goldman Sachs (NYSE:GS) e Société Générale (EPA:SOGN) vedono spazio per un ulteriore allentamento, sostenuto anche dalla debolezza attesa dei dati inflattivi di marzo (in uscita il 1° aprile). I mercati prezzano con una probabilità del 60% un taglio di 25 punti base. In questo contesto, la rotazione settoriale prosegue, con flussi in entrata su Europa e difensivi, mentre le valutazioni dei titoli growth USA iniziano a essere messe in discussione anche da parte dei gestori più ottimisti.
 

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