Alla fine del mese di Aprile si è tenuto a Manila il World Travel & Tourism Council, nel quale si sono riuniti oltre mille delegati, provenienti dal settore dei viaggi e del turismo, inclusi amministratori delegati delle principali aziende, ministri governativi, esperti e media internazionali. Dall’ultimo Economic Impact Report pubblicato per questa occasione emerge come ci si attendano oltre 126 milioni di nuovi posti di lavoro entro il prossimo decennio nel settore travel, che sarà una delle forze trainanti della ripresa economica, creando un terzo dei nuovi posti di lavoro.
Secondo tale rapporto inoltre, il PIL del settore turistico dovrebbe crescere ad un tasso medio del 5,8% nei prossimi dieci anni, ben al di sopra del 2,7% previsto per l’economia globale. Da evidenziare come tale valore potrebbe tornare vicino ai livelli pre pandemici già nel 2023, di appena lo 0,1% al di sotto dei valori del 2019.
Julia Simpson, presidente e CEO del WTTC, ha evidenziato che la ripresa nel 2021 è stata rallentata dalla variante Omicron e dagli approcci scoordinati adottati dai vari governi, indifferenti al monito dell’OMS, secondo il quale chiudere le frontiere non avrebbe rallentato la diffusione del virus ma avrebbe impattato in modo importante sulle economie nazionali.
Cosa c’entra con questo la debolezza del Nasdaq? A livello macroeconomico probabilmente nulla, ma nel certificato che presento di seguito le tre azioni sottostanti sono appartenenti al settore travel&leisure e quotano al Nasdaq. Con una performance del -13% nel mese di aprile, peggior mese dal 2008 per il listino, e un ribasso di oltre il 22% da inizio anno, il Nasdaq vede vendite indistinte sulla maggior parte dei suoi titoli, indipendentemente dalle prospettive dei diversi sotto settori.
Motivo per cui la combinazione tra i due fattori, ripresa del turismo e rimbalzo del Nasdaq, potrebbe favorire questa tipologia di titoli, anche se, va ricordato che quando investiamo in certificati, a differenza dell’investimento diretto sul sottostante, anche una fase di lateralità sui valori attuali o di moderata negatività, potrebbe comunque permettere un rendimento positivo sullo strumento.
Il certificato in questione è stato emesso da Vontobel ad inizio aprile e ha tre sottostanti: AirBnB, Uber (NYSE:UBER) e Carnival (LON:CCL). Ad oggi, tutti e tre i sottostanti segnano distanza simile da strike, compresa tra il -15% e il -16%. Questo, se da un lato prevede un minor margine di sicurezza sulle barriere, poste a -40% dai prezzi di strike, dall’altro permette di acquistare ben sotto la pari, a 91,80€. In caso di tenuta dei livelli barriera pari a 105,69$ per AirBnB, a 21,58$ per Uber e a 11,90$ per Carnival, il certificato paga una cedola mensile del 1,3%, pari al 15,60% annuo. Grazie all’effetto memoria, se in qualsiasi momento uno dei tre dovesse scendere sotto tale valore, sarà sufficiente che vi risalga entro la scadenza per incassare anche le cedole arretrate. Con la scadenza ad aprile 2024, e 23 mesi residui, sommando il flusso cedolare e il capital gain, il rendimento totale è di circa il 38%, pari al 20% annualizzato.
Analizziamo brevemente i tre sottostanti.
AirBnB pubblicherà nella serata di oggi, 3 maggio, la sua trimestrale. Le previsioni sono per una moderata perdita d’esercizio e fatturato in linea con il trimestre precedente. Gli analisti vedono un prezzo medio a 12 mesi compreso tra 150$ e 250$, con un buon margine sulla barriera posta a 105$. Dal punto di vista grafico, l’area 130$ hanno rappresentato un buon supporto in ben tre occasioni, come anche quella dei 150$, intorno alla quale il prezzo si muove in questo momento.
Anche per Uber nei prossimi giorni verrà pubblicata la trimestrale e vede il suo prezzo intorno ad un livello di prezzo importante, quello dei 30$, in ribasso di oltre il 50% dai massimi a 64$ toccati a ottobre 2021. Previsti buoni dati di bilancio, con revenues trimestrali che dovrebbero per la prima volta superare i 6 billions.
Infine Carnival. Le prenotazioni risultano in netto aumento dall’inizio dell’anno e la compagnia si aspetta di rivedere un EBITDA mensile positivo già dalla stagione estiva. Al momento è tornata in attività il 75% della flotta, e dovrebbe arrivare al 100% entro la fine dell’anno. Come anticipato a inizio articolo in merito al WTTC, anche Carnival si aspetta nel 2023 un ritorno a valori superiori a quelli del 2019, sia in termini di fatturato che di passeggeri, oltre che un ritorno all’utile dopo che nel triennio pandemico le perdite accumulate sono state pari a 22 miliardi di dollari. Su Carnival ho allargato di molto l’orizzonte temporale dell’analisi grafica perchè è interessante notare come nel grafico a candele mensili, il prezzo si trovi nei minimi di un ampio trading range all’interno del quale il prezzo si è mosso negli ultimi vent’anni, rotto al ribasso solamente nei mesi più neri del lockdown.
Per concludere quindi, tutti e tre i sottostanti sono su livelli di prezzo importanti e notevolmente inferiori a quelli dell’ultimo semestre. Il margine sulla barriera è ancora buono, nonostante siano ben al di sotto del livello dello strike iniziale e questo ci permette di incrementare il potenziale profitto, aggiungendo una quota di capital gain al già ricco flusso cedolare. I 23 mesi residui alla scadenza, lasciano ampio spazio di ripresa anche di fronte ad ulteriori performance negative dei titoli rispetto alle quotazioni attuali.