Non c’è tregua per l’industria orologiera svizzera, nonostante il miglioramento generale della domanda globale.
Dai dati diffusi oggi emerge che, a febbraio, le esportazioni di orologi svizzeri a/a sono calate del -10%, a 1,50 mld di USD, a proseguimento del rapido declino che ha interessato il settore dal 2010.
I dati negativi hanno smorzato il crescente ottimismo generato dal balzo di fine anno e dai comunicati dei principali esportatori di orologi, che avevano riferito una domanda solida.
Le esportazioni di orologi svizzeri verso gli USA sono scese del 26%, quelle verso Hong Kong del 12% e verso gli Emirati Arabi Uniti del 23%.
Sono aumentate invece del 6,7% le esportazioni verso la Cina, segnale positivo per l’industria e segnale della stabilità economica interna della Cina.
Evidentemente il franco svizzero, sopravvalutato e non competitivo, sta avendo un effetto importante sulla domanda.
Si deve però anche tener conto dei cambiamenti nel comportamento dei consumatori.
L’EUR/CHF rimane il barometro del rischio politico in Europa.
Dopo il primo dibattito presidenziale in Francia e sull’onda dei sondaggi d’opinione che indicano una vittoria di Macron, l’EUR/CHF ha compiuto un rally sull’attenuarsi del rischio politico.