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Disney sta andando a tutto gas ma è sostenibile?

Pubblicato 06.08.2019, 15:52
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Disney sta andando a tutto gas ma è sostenibile?

- Pubblicazione del report sugli utili del terzo trimestre fiscale 2019 oggi, martedì 6 agosto, dopo la chiusura dei mercati

- Previsioni sulle entrate: 21,46 miliardi di dollari

- Previsioni utili per azione: 1,72 dollari

Ci sono voluti quasi quattro anni prima che il titolo di Walt Disney (NYSE:DIS) superasse il suo massimo storico di 122 dollari, un livello segnato per la prima volta nell’agosto 2015. Il titolo è ora a poco meno del suo nuovo massimo storico di 147 dollari raggiunto a luglio.

Il rialzo di quasi il 30% di quest’anno del conglomerato dell’intrattenimento è stato spinto da un anno stellare ai botteghini e dalle alte aspettative per il nuovo servizio di streaming Disney+.



Disney price chart

Ma, sebbene Disney sia una compagnia solida, gli investitori forse sono stati un po’ troppo affrettati con i festeggiamenti. I numeri previsti per Disney+ non garantiscono l’entusiasmo, la divisione media resta un punto dolente e le cifre del botteghino di quest’anno sembrano più una tempesta perfetta che un’indicazione di cosa avverrà in futuro.

I parchi forniscono le entrate stabili

I ricavi di Disney derivanti dai suoi parchi divertimento ed hotel sono forse uno dei flussi di entrate più stabili in tutta la divisione intrattenimento e la compagnia sta lavorando sodo per espandersi su questo fronte.

Nei sei mesi terminati a marzo, i parchi hanno registrato entrate di 13 miliardi di dollari, il 5% in più rispetto ai primi sei mesi dell’anno fiscale 2018. Quest’anno ha aperto una grande espansione del DisneySea di Tokyo nonché una attrazione a tema Star Wars nel resort Disneyland di Anaheim. La stessa attrazione aprirà ad Orlando il 29 agosto.

Il successo di Disney legato ai parchi ed agli hotel non si limita solo alle entrate crescenti, in quanto le entrate operative stanno aumentando ad un tasso ancor più rapido. Mentre i ricavi sono cresciuti del 5% negli ultimi sei mesi, le entrate operative sono schizzate del 12% su base annua. Disney sta facendo in modo di aumentare le spese e le visite degli ospiti e di aumentare il numero di notti delle stanze occupate negli hotel. Le visite dello scorso trimestre sono aumentate dell’1% e le spese procapite sono salite del 4%. Nel complesso, si tratta di una fonte di entrate estremamente solida per Disney e prevedo che lo resti nell’immediato futuro.

La riduzione del via cavo pesa ancora su ESPN

Senza dubbio Disney è stata danneggiata dalla tendenza di abbandonare il via cavo. Nell’anno fiscale 2018 ha perso 2 milioni di abbonati ad ESPN, scesi a circa 86 milioni. Nel 2011 aveva 100 milioni di abbonati. Il trend è continuato lo scorso trimestre, quando Disney ha riportato un crollo del 2% dei ricavi da abbonamenti ad ESPN.

Il lato positivo è che, anche se il segmento di TV tradizionale di Disney è in difficoltà con gli abbonati, l’aumento delle tariffe di affiliazione compensa il calo dei ricavi da abbonamenti ed il segmento ha in realtà registrato una crescita del 3%. Le entrate operative sono rimaste le stesse.

La divisione media era ed è ancora una nota dolente per la compagnia.

Le difficoltà in questa area hanno alla fine spinto la compagnia a tentare di rivitalizzare il suo impero media entrando nell’arena dello streaming con Disney+.

Disney+ sarà popolare, ma non saranno soldi facili

L’entusiasmo riguardo a Disney+ è uno dei principali motivi per cui il titolo è salito così tanto quest’anno. Il servizio dovrebbe essere disponibile per i consumatori USA il 12 novembre al prezzo di 6,99 dollari al mese. Si tratta di un prezzo molto concorrenziale considerato che Netflix (NASDAQ:NFLX) (NASDAQ:NFLX) costa il doppio. Ma molto dell’entusiasmo messo ora in conto nel titolo impiegherà anni ad esternarsi.

Disney di recente ha reso noto che si aspetta tra i 60 ed i 90 milioni di abbonati entro la fine dell’anno fiscale 2024. A 6,99 dollari l’uno, ammesso che raggiunga i 75 milioni di abbonati, Disney+ dovrebbe generare circa 500 milioni di dollari di entrate mensili, o 1,5 miliardi ogni trimestre. E questo andrà ad aggiungere un 10% agli attuali ricavi trimestrali in cinque anni. Inoltre, Disney prevede forti spese nei prossimi tre anni per finanziare e far crescere il progetto. La compagnia stima che il servizio diventi redditizio solo nel 2024.

Al momento non sono sbalordito dai dati sulla crescita che si aspetta Disney. Netflix ha 150 milioni di abbonati e il fatto che Disney aggiunga solo il 10% di ricavi trimestrali in cinque anni non è esattamente la ripresa che molti si aspettavano.

Un botteghino in formazione da 11 anni

Disney ha superato il suo record storico al botteghino alla fine di luglio con 7,67 miliardi di dollari dopo l’ultimo fine settimana del mese. E non è ancora nemmeno finita per quest’anno.

Nei prossimi mesi, la compagnia farà uscire “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” a dicembre, nonché i sequel “Frozen 2” a novembre e “Maleficent: Signora del male” ad ottobre.

I film Disney quest’anno sono andati incredibilmente bene. Con in testa “Avengers: Endgame”, con 2,79 miliardi di dollari in tutto il mondo, Disney ha già lanciato quattro film da un miliardo di dollari quest’anno (Endgame, “Captain Marvel,” “Aladdin” e “Il re leone”).

La compagnia possiede forti franchise, soprattutto alla luce della sua acquisizione di 21st Century Fox. Ma gli investitori dovrebbero considerare il raccolto di quest’anno per quello che è: una straordinaria eccezione. Con questo non voglio dire che Disney non avrà altri successi, ma che un anno come questo è stato un lavoro lungo 11 anni (dal lancio del primo film di Iron Man nel 2008).

Morale della favola

Disney è senza dubbio un’impresa forte. Ma ritengo che i guadagni di quest’anno siano stati perlopiù dovuti all’entusiasmo per Disney+, che trovo prematuro, ed a risultati del botteghino che saranno quasi impossibili da replicare.

Detto ciò, il titolo di Disney non è eccessivamente costoso al momento. Il suo multiplo P/E su 12 mesi di 15,9 è inferiore alla media quinquennale d 18,2 e sarebbe un classico titolo da entrate se il suo dividendo tornasse ad un livello maggiore di un misero 1,24%.

Non credo che 145 dollari siano un punto di entrata particolarmente allettante per i nuovi investitori, considerate le ragioni dell’ultimo apprezzamento di valore di Disney. Gli investitori interessati a cominciare una posizione a lungo termine possono iniziare ad entrare lentamente, in quanto Disney è ancora una compagnia solida da avere nel portafoglio. Ma mi concentrerei sull’acquistare sul calo piuttosto che pagare il prezzo intero che il mercato chiede oggi.

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