In quest'ultimo giorno della settimana il Dollaro USA sta cercando di porre un freno al forte deprezzamento a cui stiamo assistendo, freno che è stato innescato dai dubbi sulle tempistiche concernenti il piano fiscale americano e sull'accordo commerciale Brexit. Dubbi che, ovviamente, portano gli operatori a cercare asset rifugio e come spesso capita ultimamente il biglietto verde è considerato l'asset per eccellenza.
Per quanto riguarda il piano fiscale d'oltre Oceano, le indicazioni provenienti da Capitol Hill sarebbero orientate all'approvazione del piano bipartisan, ma i colloqui probabilmente si protrarranno nel fine settimana (almeno secondo quanto riferito dal leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell). Nel frattempo il vertiginoso aumento di positivi al Covid-19 negli Stati Uniti chiamano soluzioni rapide, urgenti, così da fornire un minimo di sollievo economico a milioni di aziende e famiglie in difficoltà.
I sussidi settimanali di disoccupazione sono aumentati per la seconda settimana consecutiva: ieri 885.000, ossia il massimo da metà ottobre. Dato che arriva sulla scia del forte calo delle vendite al dettaglio evidenziato mercoledì e tutto ciò non fa altro che aumentare le preoccupazioni sulla ripresa degli Stati Uniti.
I leader del Congresso mirano a concludere i colloqui prima di Natale, ma potrebbe essere necessario approvare un altro progetto di legge sul finanziamento del governo provvisorio se non si dovesse arrivare ad un accordo entro oggi. Si ritiene che la dimensione del pacchetto di stimolo si aggiri intorno ai 900 miliardi di dollari, ma i leader principali vorrebbero che questo sia associato al disegno di legge di spesa di 1,4 trilioni di dollari che era stato precedentemente concordato.
In questo quadro d'incertezza l'indice del dollaro viene scambiato leggermente al di sopra dei minimi di 32 mesi, ma l'unico altro asset sicuro in rialzo è stato il franco svizzero. Non lo yen, neppure l'oro che al contrario sono sotto pressione.
Il dollaro più solido ha spinto giù il metallo prezioso, ma stiamo parlando di un calo dai massimi mensili e dopo 3 giorni di forte apprezzamento. Lo yen ha avuto un po' di difficoltà dopo che la Banca del Giappone ha dichiarato di voler rendere le sue politiche più efficaci così da poter raggiungere il suo obiettivo di inflazione (sollevando sospetti su quale sarà la sua prossima mossa dopo aver mantenuto la politica monetaria invariata).
Per quanto riguarda la sterlina sta registrando una performance negativa a seguito del continuo balletto sulla Brexit. I commenti di "sostanziali progressi" e di "essere prossimi a un accordo" da parte dell'UE contrastavano con una visione più cupa del primo ministro britannico Boris Johnson. A seguito di una telefonata con la sua controparte europea (nella giornata di giovedì), Johnson ha dichiarato che i colloqui sono in una "situazione preoccupante" e che in questo momento un mancato accordo è "molto probabile".
Ricordiamoci che oggi è la giornata delle “tre streghe”, ovvero il giorno in cui le opzioni e i futures su singole azioni singole e su indici sono destinati a scadere, ragion per cui potrebbero verificarsi momenti di alta volatilità.