Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
Potrebbe essere un inizio di settimana all’insegna della cautela, visti gli importantissimi appuntamenti sul calendario macro economico.
Tuttavia, osservando i grafici, l’azionario – in particolare l’Europa – evidenzia una partenza al ribasso consistente.
I timori per le tariffe commerciali e il protezionismo dell’amministrazione Trump rappresentano gli argomenti più dibattuti, nel frattempo la Federal Reserve ci dirà se le linee guida di politica monetaria – già esposte da Powell in occasione della prima testimonianza ufficiale al Congresso – rimarranno le stesse o se cambierà qualcosa.
Detto che il primo rialzo dei tassi dovrebbe essere scontato, c’è chi punta verso una ulteriore stretta monetaria nonostante dati sui salari non convincenti e nonostante un andamento dell’inflazione altalenante.
Tornando all’azionario, nelle ultime sedute sembra aver prevalso un sentiment ribassista anche in virtù del fatto che i rendimenti obbligazionari stanno guadagnando terreno: i biennali sono superiori al 2,30%, ovvero su massimi pluriennali.
Ciò suggerisce che, molto probabilmente, gli investitori stanno scommettendo su un FOMC più aggressivo e che l'appetito al rischio potrebbe ricevere una bella batosta.
Anche l'incertezza politica in Giappone non sta aiutando, visto che il ministro delle finanze Taro Aso non si è presentato all'incontro del G20 a Buenos Aires e che le pressioni politiche a casa del Primo Ministro Abe crescono a dismisura dopo il recentissimo scandalo corruzione. Ciò, ovviamente, sta avendo ripercussioni sullo Yen che ultimamente si è molto rafforzato.
Tornando al venerdì, Wall Street chiudeva debolmente al rialzo con l’SP 500 + 0,2% a 2752 punti, mentre i mercati asiatici sono stati altalenanti con il Nikkei -0,9% a causa di uno yen più forte.
I mercati europei, come detto, hanno aperto in territorio negativo per poi accelerare al ribasso, mentre sul valutario segnaliamo un inatteso apprezzamento del dollaro che sembra proseguire anche in quest’avvio di sessione.
Nelle materie prime assistiamo a un deprezzamento dell’XAU/USD, anche il petrolio perde qualcosa a seguito di un aumento di piattaforme Baker Hughes (4 unità in più, si è arrivati a 800).
Per quanto riguarda il calendario economico odierno c’è poco da dire, avremo soltanto la bilancia commerciale dell'Eurozona relativa al mese di gennaio (ore 11): si prevede che l’avanzo diminuisca leggermente a € 22,6 miliardi (da € 23,8 miliardi di dicembre). Infine l’incontro del G20 potrebbe anche fornire alcuni spunti interessanti.