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Ecco cosa sta causando il ribasso prolungato sul mercato delle criptovalute

Pubblicato 21.06.2018, 12:18
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Gli investitori delle criptovalute stanno provando la costante sofferenza di un mercato ribassista, con il calo delle valute digitali che va avanti ormai da più di un semestre. Gli appassionati fan delle alt-coin si dicono ormai del tutto #REKT, distrutti.

Il Bitcoin, la principale criptovaluta per capitalizzazione di mercato, al momento è scambiato a 6.738 dollari rispetto ai 17.204 dollari dell’inizio del 2018.

BTCUSD Weekly

E anche la seconda principale valuta digitale per capitalizzazione di mercato, l’Ethereum, sta crollando. Si attestava a 1.380 dollari a metà gennaio mentre ora è scambiato a 535,46 dollari a token.

Il Ripple e il Litecoin, la terza e la sesta alt-coin più famosa per capitalizzazione di mercato, sono ben lontani anch’essi dai massimi di inizio 2018. Il Ripple ha iniziato l’anno a 2,64 dollari ed è ora scambiato a 0,538 dollari, mentre il Litecoin, che ha raggiunto i 278,55 dollari il primo giorno dell’anno, si attesta ora a 97,17 dollari. I prezzi si riferiscono al momento della scrittura.

E quelli riportati non sono esempi isolati. Le monete più famose all’interno della classe di asset sono crollate. Molti investitori si chiedono perché e se ci possa essere un rialzo all’orizzonte.

Come per ogni tonfo, ci sono varie cause scatenanti. La gamma di fattori va dalle accuse di manipolazione del prezzo al recente report della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) in cui si legge che le monete alternative non sono scalabili.

Inoltre, le violazioni della sicurezza, la stretta normativa, i divieti dei governi regionali relativi alle offerte iniziali di valute digitali (ICO), la scadenza dei contratti dei future e le questioni legate alla pratica del “conoscere i clienti” hanno tutte pesato sul Bitcoin con effetto domino sulle altre altcoin, secondo quanto riferito dall’analista di CoTrader Adam Kovac.

E poi c’è la recente ricerca dell’Università del Texas da cui è emerso che il Bitcoin è stato manipolato per anni, un qualcosa che si sospettava da tempo. Senza dimenticare la recente notizia secondo cui l’ex direttore asset della piazza Mt. Gox, che dopo l’attacco hacker è andata in bancarotta nel febbraio 2014, ultimamente avrebbe immesso sul mercato centinaia di milioni di dollari di Bitcoin a partire da marzo.

Lasciate fuori le emozioni

Nei periodi di turbolenza, è importante per gli investitori ricordare che gli strabilianti massimi e i minimi mozzafiato sono una caratteristica rilevante della storia di questa classe di asset estremamente volatile. Il Bitcoin ad esempio, emesso per la prima volta nel 2009, ha visto numerose correzioni e due crolli importanti.

A questo punto, è fondamentale tenere a mente l’arco temporale e la prospettiva, spiega Martin Wos, co-Amministratore Delegato di Block Stocks.

“Sebbene sia crollato di più del 68% rispetto al massimo storico, il Bitcoin vale ora il 150% di più rispetto ad un anno fa. È nella natura umana voler individuare degli eventi specifici come “causa” della variazione di prezzo e motivo per spiegare un crollo, ma la verità è che quello a cui stiamo assistendo è una salutare correzione da una fase di mercato surriscaldata e maniacale che abbiamo vissuto tra dicembre e gennaio”.

Un altro buon indicatore in questi cicli volatili, usando di nuovo il Bitcoin come esempio, consiste nel guardare il rapporto del prezzo attuale rispetto alla media mobile a 200 giorni, aggiunge Wos.

“I periodi in cui il prezzo del Bitcoin è scambiato a multipli superiori tra 2,5 e 7 volte la media mobile a 200 giorni sono un’ottima indicazione che la situazione si sta surriscaldando. Ritengo che ci sarà ancora una certa riduzione rispetto alla corsa a cui abbiamo assistito alla fine del 2017, ma che tra quattro o sei mesi rientreremo in territorio rialzista per un rimbalzo anche maggiore”.

Wos si dice “ancora incredibilmente rialzista sulle criptovalute come settore nel periodo che va dai prossimi cinque ai dieci anni”.

L’Amministratore Delegato di Zen Adam Perlow non pensa che ci sia altro dietro a questo calo. “Dopo un forte rialzo, sembra che sempre più denaro pensi di essere destinato a scendere piuttosto che a salire, il che ha senso”, afferma.

Ethereum: la luce in fondo al tunnel?

Ironicamente, un improbabile alleato ha alleviato parte della cripto-depressione: la US Securities and Exchange Commission (SEC).

William Hinman, direttore della divisione di finanza aziendale della SEC, ha dichiarato in occasione del Yahoo!) All Markets Summit giovedì scorso che l’agenzia “non considera molto valido trattare l’Ethereum oggi come un titolo azionario”, spiegandolo con il fatto che non c’è una figura centrale o un gruppo responsabile di Ethereum, quindi “l’asset non può rappresentare un contratto di investimento”.

ETHUSD Weekly

Ciò ha allentato parte delle pressioni di una possibile regolamentazione di Ethereum. Ha segnato una debole ripresa sulla scia della dichiarazione ma è ora sceso mentre tutta la classe di asset continua ad essere in difficoltà.

Tuttavia, fa notare Alexey Bashlykov, direttore tecnico di Zerion, gli utenti in generale sembrano ora aver compreso che mentre la maggior parte dei token vengono considerati titoli azionari, piattaforme come Ethereum potrebbero non dover necessitare più di controlli normativi così severi da ora in poi, il che potrebbe spingere i token che si appoggiano alla piattaforma.

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