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Ecco perché secondo molti l’hard cap sull’Ethereum non è uno scherzo

Pubblicato 03.04.2018, 14:00
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Lunedì 2 aprile si è diffusa la notizia che Vitalik Buterin, un programmatore nonché, aspetto più importante, cofondatore di Ethereum, la seconda criptovaluta più popolare per capitalizzazione di mercato, avrebbe segnalato la possibile creazione di un hard cap per 120 milioni di Ether. Ether è la piattaforma blockchain di Ethereum.

La dichiarazione ha scatenato un trambusto tra investitori e fan del mercato ma si è poi scoperto che si trattava di uno scherzo o di un modo per rompere il ghiaccio. Ecco la spiegazione di Buterin:

Molti hanno risposto positivamente al pesce d’aprile di Buterin, condividendo le loro opinioni sul perché l’adozione di un tetto monetario sull’Ethereum probabilmente farebbe salire il prezzo.

ETHUSD Daily

C’è la forte convinzione che adottare una fornitura massima di Ether renderebbe l’Ethereum più attraente.

La criptovaluta è scambiata a 394,99 dollari al momento della scrittura, con una capitalizzazione di mercato di 39,17 miliardi di dollari.

L’Ether è stato proposto per la prima volta nel 2013 da Buterin e lanciato ufficialmente nel 2015. Ethereum è una piattaforma software open source basata su una tecnologia blockchain che consente agli sviluppatori di costruire e diffondere applicazioni decentralizzate con contratti smart.

Il 2 aprile, dopo aver twittato che la sua proposta non era altro che uno scherzo, Buterin ha aggiunto in un altro tweet che, se la comunità delle cripto volesse una fornitura fissa e se la gente ritenesse che la sua proposta, EIP 960, sia un buon modo per averla, allora la proposta dovrebbe essere adottata. Ma se la comunità pensa che non lo sia, allora non si dovrebbe fare. E questo è vero a prescindere dal fatto che l’intento originale fosse o meno uno scherzo.

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La recente performance dell’Ethereum non è uno scherzo

Il prezzo dell’Ethereum, insieme a quello delle altre principali criptovalute, sta crollando. Ieri abbiamo detto che nel mese di marzo l’Ethereum ha visto un tonfo del 53,8%.

Il 1° marzo, il prezzo di una moneta di Ethereum era pari a 869,24 dollari. Il 30 marzo, la stessa moneta è scesa a 364,66 dollari, il minimo dal 22 novembre 2017. L’Ethereum ha chiuso il mese a 392,97 dollari, non molto lontano da dove si trova al momento.

Sull’anno, l’Ethereum registra un crollo di circa il 51%. Il 1° gennaio 2018 si attestava a 737,77 dollari, schizzando al massimo storico di 1.423,20 dollari il 13 gennaio.

Buterin potrebbe avere qualcosa in mente in termini di cambiamenti tecnologici, suppone Evgeny Ponomarev, cofondatore ed Amministratore Delegato di Fluence, e questo potrebbe essere il punto della questione.

Ponomarev sottolinea che i problemi della scalabilità di Bitcoin ed Ethereum sono reali e ben noti. Insieme ad altri necessari aggiustamenti, il tetto potrebbe contribuire ad alleggerire il carico sulla blockchain di Ethereum, rendendola più a prova di “crypto kittie”.

Si riferisce ai recenti disagi per l’Ethereum causati dalla mania per un gioco digitale chiamato Crypto-Kitties, che ha comportato un traffico enorme causando una congestione per gli utenti della rete Ethereum. Secondo ETH Gas Station, Crypto-Kitties rappresenta l’11% di tutte le transazioni che avvengono sulla rete Ethereum.

Ponomarev aggiunge che se la decisione di limitare Ethereum dovesse andare avanti, sarebbe più un “fattore psicologico”, dal momento che potrebbe dividere l’offerta di ether in pezzetti più piccoli e il tetto non comporterebbe alcuna carenza.

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Pramod Chandersekhar, Amministratore Delegato di Peppermint-Chain Inc, concorda sul fatto che un hard cap sulla fornitura di ETH sarebbe una buona notizia. Nota:

“Anche se un tetto molto probabilmente farà salire il prezzo a breve termine poiché essenzialmente limiterà la fornitura, per me l’implicazione più emozionante è il fatto che si avvicina l’aggiornamento Casper (Proof-Of-Stake). Casper e Proof-of-Stake consentiranno ad Ethereum di superare i problemi della performance del passato e di vedere un’adozione più diffusa!”

Eagle An, cofondatore e presidente di Bankorus, concorda sul fatto che un hard cap sull’Ethereum avrebbe un’influenza positiva:

“Limitando la creazione di monete, garantirà una chiarezza sulla fornitura, che rappresenta una delle preoccupazioni per i cripto-investitori. Inoltre, la carenza di monete fornirà una linea di fondo o margine di sicurezza per il valore del token a lungo termine. Con questi cambiamenti, il livello di fiducia degli investitori salirà e la fiducia è il fattore debole ma intrinseco che supporta il valore del token a lungo termine”.

Si trova d’accordo anche Marc Bernegger, imprenditore web svizzero ed investitore Fintech, nonché membro del direttivo di Falcon Bank, CryptoFinance AG e consulente di SwissRealCoin. Anche lui sottolinea che un hard cap sarebbe una buona idea:

“Un hard cap potrebbe dimostrarsi molto interessante per il futuro di Ether. Mentre l’attuale protocollo di Ethereum limita la nuova fornitura della valuta su base annua ponendo un tetto di anno in anno, avere un hard cap sulla fornitura totale di Ether contribuirebbe a far salire il prezzo, che negli ultimi mesi è sceso. Anche se l’articolo [di Buterin] era ironico, c’è sempre un fondo di verità in una battuta. E direi che potrebbe rendere l’Ether molto più stabile”.

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Quindi: Vitalik Buterin, se stai leggendo questo articolo, che ne dici di rendere reale il pesce d’aprile?

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