Oro e dollaro sono ritenuti per motivi diversi beni rifugio.
Infatti il destino della valuta era legato alla quantità di oro, così che se si verificava un calo di quest'ultimo si andava a generare un aumento del valore del dollaro e viceversa. Nel luglio del 1944 durante la Conferenza di Bretton Woods, fu deciso che venissero adottati i tassi di cambio fissi. In questo modo, ogni valuta doveva avere un rapporto con il dollaro ( per evitare che si verificasse un’elevata svalutazione monetaria per le esportazioni).
Ma il presidente Nixon (1971) decise di far diventare i tassi di cambio variabili e di conseguenza dividere i due asset. Ma la correlazione tra i due è rimasta, vuol dire che nonostante succeda che i due indici abbiamo lo stesso andamento, spesso il movimento dell’oro è quasi del tutto opposto a quello del dollaro. Quest'ultimo è apprezzato durante un periodo di crescita economica mentre l'oro in caso di crisi economica (le dinamiche che stanno dietro al rapporto tra questi due asset interessano soprattutto il forex).
Analizziamo la situazione attuale.
I tempi di riduzione degli stimoli hanno fatto sì che la politica "lower for longer" della Fed continui ad alimentare l'azionario.
Oltre ai dati prezzi al consumo (aumentati moderatamente a luglio), al mercato del lavoro che ad Agosto è cresciuto meno delle aspettative stimate dal Dow Jones, alle richieste di sussidi di disoccupazione settimanali che hanno superato le previsioni, settimana scorsa attendevamo le "Non Farm Payrolls", un valido indicatore che mostra i "reali progressi" per le prossime decisioni della Fed.
Il dollaro USA è andato in "selloff" contro le principali valute dopo i dati sull’occupazione che sono stati più deboli del previsto, e hanno seguito i rendimenti dei dei Treasury. Per quanto riguarda le "Non Farm Payrolls" gli economisti si aspettavano un rallentamento della crescita, e così è stato. Infatti il Dipartimento del Lavoro ha reso noto che ad agosto sono stati creati 235 mila nuovi posti, rispetto a 1,053 milioni del mese precedente, segnando i minimi in 7 mesi. La Fed afferma di dover vedere una "crescita importante" prima di cambiare rotta alla politica monetaria, quindi potrebbe aspettare fino al 2022 prima di cambiare le carte in tavola (attendendo anche una conferma, non certa, di Jerome Powell).
Siamo in un momento "fragile" per i mercati finanziari.
Molti sono alla ricerca di una "correzione" a Settembre in combinazione con l'incontro della Fed, e il dollaro potrebbe scendere in maniera "vertiginosa" mentre gli investitori sono orientati ancora un volta sull'azionario, visto un ulteriore rinvio del tapering.
Gli esperti del settore sono preoccupati per l’inflazione e per la variante Delta (migliaia di nuovi casi al giorno), i future nei giorni scorsi hanno aperto in positivo nonostante i dati macro deboli tra cui la fiducia dei consumatori e l'aumento del prezzo delle case, nella giornata di ieri sono rimasti abbastanza piatti con il mercato statunitense chiuso per il "labor day" mentre nella sessione asiatica sono leggermente in ribasso.
E' difficile individuare un fattore "scatenante", in quanto i dati economici sono stati ancora perlopiù "deboli" e quindi l'oro ha sicuramente una visione long.
Nella precedente analisi ci chiedevamo se fosse lecito pensare che il rialzo attuale era quasi arrivato al "picco" e quindi era giusto spostarci sui titoli "Moat" (che generano rendimenti superiori rispetto al mercato) e "Value" (società che hanno valutazioni relativamente basse rispetto al loro potenziale di crescita) ? Paradossalemente sembrerebbe di no. I trader sono nuovamente concentrati sui titoli "growth" e al tempo stesso sugli indici legati ad essi.
Un altro dato importante sono i Treasury, in questo caso quello a 10 anni, che ha avuto un rialzo del 3% circa mentre il dollaro ha continuato la sua discesa fino a 1,18 all'interno di un canale rbassista. Confermando il sentiment rialzista degli investitori.
Come detto poc'anzi, il Gold è proiettato al rialzo?
Un aumento eccessivo del prezzo dell'oro potrebbe portare "preoccupazione" sui mercati e di conseguenza: i piani della Fed andrebbero modificati per tenere l'inflazione ancora più a bada fino a quando non arriveranno dati positivi sull'economia che darebbe il via al ridimensionamento degli stimoli (120 miliardi di dollari mensili di acquisti di titoli di Stato e titoli ipotecari). Ma immettere troppo denaro nell'economia globale, fa aumentare i prezzi delle commodities e perciò i prezzi al consumo e in uno Stato come quello USA in cui le quantità di importazione delle Materie Prime sono elevate, causerebbe un aumento dell'inflazione; sarebbe come fare gol nella prorpia porta.
Avremo una conseguente svalutazione della moneta USD e un "enorme" aumento del prezzo delle "commodities".
Perciò la FED si trova in una situazione "difficile". Come un equilibrista che è intento a non cadere e quindi confermare la sua forza mentre mantiene l'asta tra le mani, da un lato deve aiutare l'economia con immissioni di liquidità e dall'altro non "stampare" troppo denaro (aumenterebbe l'inflazione e i prezzi). Questo deteminerà quanta fiducia gli investitori daranno alla Banca Centrale e un eventuale correzione dei mercati.
L'oro è in un triangolo formatosi con minimi al rialzo, l’attuale consolidamento tra i 1800 e i 1830 dollari proietterebe il prezzo in area 1900 dollari con la possibilità di rompere la resistenza e puntare quota 2000 dollari, il massimo di Agosto (ma ciò coinciderebbe con una correzione dei mercati). Al momento non ha una direzione "ben definita", e al ribasso, se ci sarà un rifiuto in area 1800 - 1850 dollari il prezzo potrebbe scendere fino a 1760 dollari (primo target) e 1680 dollari (secondo target).
Concludendo è giusto mettere in evidenza anche i dati del Pil in tempo reale della Fed di Atlanta, il "GDPNow" (Il tasso di crescita del prodotto interno lordo reale diffuso in ritardo che fornisce un "nowcast" della stima ufficiale utilizzando una metodologia simile a quella utilizzata dall'US Bureau of Economic Analysis, basata sui dati economici disponibili per l'attuale trimestre misurato), che è stato visto al ribasso dal 5,3% al 3,7% rispetto alla previsione per il terzo trimestre. Qualcosa di impensabile, sostenuto anche dalle principali banche come Morgan Stanley (NYSE:MS) e Goldman Sachs (NYSE:GS).
Anche le previsioni della spesa per consumi personali e della crescita degli investimenti interni privati lordi del terzo trimestre sono diminuite rispettivamente all'1,9% e al 19,3% mentre il contributo della variazione nelle esportazioni nette reali è sceso a -1,41 punti percentuali. Ma in corrispondenza a tali previsioni la Fed ha sospeso il Nowcast a causa dell’incertezza della variante Delta e alla volatilità dei dati stessi, e con l'inflazione tutt’altro che "transitoria" come fa intendere da mesi Powell e con l'indice Conference Board (fiducia dei consumatori) che ha un valore inferiori alle attese (113,8 invece di 124) è da interpretarsi in senso negativo per il dollaro.
In definitiva, oltre all'interesse verso l'andamento dell'oro e del dollaro (fondamentale), è importante leggere che in questo momento non ci troviamo nel regime economico inflazionistico o deflazionistico ma stagflazionistico (scende il PIL e quindi indebolimento della crescita globale, crescita della disoccupazione, ristagno della produzione e inflazione sale) e nel Q4 potremmo valutare investimenti nel settore delle "Utilities".
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