«In economia, come in diplomazia, i compromessi difficili spesso sono i più necessari» (Christine Lagarde)
Europa debole, timori di recessione nonostante i dati positivi. Chiusura negativa mercoledì per i principali indici europei, appesantiti dai timori sull’impatto a lungo termine delle recenti tensioni commerciali. Lo STOXX 600 ha perso lo 0,5%, il DAX tedesco lo 0,6%, il CAC 40 francese lo 0,9% e il FTSE Mib italiano lo 0,62%. Secondo Barclays (LON:BARC), l’indice STOXX 600 si avvicina al limite superiore del range previsto (390-540 punti), ma la banca d’affari ha ribadito la propria cautela, evidenziando revisioni negative sugli utili, premi al rischio più elevati sui titoli statunitensi, e una stagionalità sfavorevole. Anche Société Générale (EPA:SOGN) prevede che le incertezze derivanti dalle recenti politiche tariffarie aumentino sensibilmente i rischi di recessione sia in Europa che negli USA. Sul fronte macro, gli ordini alle fabbriche in Germania hanno sorpreso al rialzo e il deficit commerciale francese si è ristretto, mentre i dati dell’Eurozona risultano leggermente sotto le aspettative, confermando comunque una tendenza di indebolimento dell’attività economica nel continente.
Fed ancora ferma, Powell apre a possibili tagli in futuro
A Wall Street la seduta di ieri si è chiusa in rialzo dopo una giornata volatile, con il Dow Jones a +0,70%, lo S&P 500 a +0,43% e il Nasdaq a +0,27%. Il principale evento della giornata è stata la riunione della Federal Reserve, che ha lasciato invariati i tassi d’interesse al range 4,25%-4,50% per il terzo meeting consecutivo. Nella conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha mantenuto toni prudenti, sottolineando che l’economia statunitense continua ad espandersi a un ritmo solido ma che il rischio di inflazione e disoccupazione più elevate è aumentato. Powell ha dichiarato di non aver ancora rilevato l’impatto delle tariffe nei dati economici, sebbene abbia ammesso che lo shock potrebbe manifestarsi nei prossimi mesi. Ha inoltre aperto la porta a possibili tagli dei tassi quest’anno, precisando però che il percorso futuro della politica monetaria resta incerto. Il mercato rimane diviso su questo punto, con alcuni analisti che continuano a prevedere tagli significativi entro dicembre e altri che non vedono cambiamenti imminenti.
USA-Cina, riprendono i colloqui commerciali: Bessent vola in Svizzera
Sul fronte commerciale, nel fine settimana riprenderanno ufficialmente i colloqui tra USA e Cina, con il Segretario al Tesoro americano Scott Bessent e la rappresentante commerciale degli Stati Uniti che incontreranno in Svizzera il Vicepremier cinese He Lifeng. Si tratta dei primi contatti ufficiali da quando le tariffe reciproche hanno superato il 100%, causando pesanti turbative al commercio globale. Bessent ha definito le attuali tariffe «insostenibili», paragonandole a un embargo commerciale, e ha sottolineato che il dialogo sarà incentrato sulla de-escalation piuttosto che su un accordo complessivo. Tuttavia, ha ribadito che gli Stati Uniti non cercano una separazione completa dalla Cina, ma puntano solo a garantire un commercio equo. La notizia si inserisce nella recente tendenza alla distensione che ha favorito il rimbalzo dei mercati nelle ultime settimane, anche se rimane forte l’interrogativo se buona parte dell’ottimismo legato a una possibile soluzione della guerra commerciale non sia già stato scontato dai mercati, in particolare dopo che ieri Trump ha ribadito la riluttanza a ridurre significativamente le tariffe del 145%. Con il multiplo dell’S&P 500 tornato a 21 volte gli utili attesi e in attesa di conferme dai dati economici reali, gli investitori restano quindi cauti.
«In economia, come in diplomazia, i compromessi difficili spesso sono i più necessari» (Christine Lagarde)
Europa debole, timori di recessione nonostante i dati positivi. Chiusura negativa mercoledì per i principali indici europei, appesantiti dai timori sull’impatto a lungo termine delle recenti tensioni commerciali. Lo STOXX 600 ha perso lo 0,5%, il DAX tedesco lo 0,6%, il CAC 40 francese lo 0,9% e il FTSE Mib italiano lo 0,62%. Secondo Barclays, l’indice STOXX 600 si avvicina al limite superiore del range previsto (390-540 punti), ma la banca d’affari ha ribadito la propria cautela, evidenziando revisioni negative sugli utili, premi al rischio più elevati sui titoli statunitensi, e una stagionalità sfavorevole. Anche Société Générale prevede che le incertezze derivanti dalle recenti politiche tariffarie aumentino sensibilmente i rischi di recessione sia in Europa che negli USA. Sul fronte macro, gli ordini alle fabbriche in Germania hanno sorpreso al rialzo e il deficit commerciale francese si è ristretto, mentre i dati dell’Eurozona risultano leggermente sotto le aspettative, confermando comunque una tendenza di indebolimento dell’attività economica nel continente.
Fed ancora ferma, Powell apre a possibili tagli in futuro
A Wall Street la seduta di ieri si è chiusa in rialzo dopo una giornata volatile, con il Dow Jones a +0,70%, lo S&P 500 a +0,43% e il Nasdaq a +0,27%. Il principale evento della giornata è stata la riunione della Federal Reserve, che ha lasciato invariati i tassi d’interesse al range 4,25%-4,50% per il terzo meeting consecutivo. Nella conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha mantenuto toni prudenti, sottolineando che l’economia statunitense continua ad espandersi a un ritmo solido ma che il rischio di inflazione e disoccupazione più elevate è aumentato. Powell ha dichiarato di non aver ancora rilevato l’impatto delle tariffe nei dati economici, sebbene abbia ammesso che lo shock potrebbe manifestarsi nei prossimi mesi. Ha inoltre aperto la porta a possibili tagli dei tassi quest’anno, precisando però che il percorso futuro della politica monetaria resta incerto. Il mercato rimane diviso su questo punto, con alcuni analisti che continuano a prevedere tagli significativi entro dicembre e altri che non vedono cambiamenti imminenti.
USA-Cina, riprendono i colloqui commerciali: Bessent vola in Svizzera
Sul fronte commerciale, nel fine settimana riprenderanno ufficialmente i colloqui tra USA e Cina, con il Segretario al Tesoro americano Scott Bessent e la rappresentante commerciale degli Stati Uniti che incontreranno in Svizzera il Vicepremier cinese He Lifeng. Si tratta dei primi contatti ufficiali da quando le tariffe reciproche hanno superato il 100%, causando pesanti turbative al commercio globale. Bessent ha definito le attuali tariffe «insostenibili», paragonandole a un embargo commerciale, e ha sottolineato che il dialogo sarà incentrato sulla de-escalation piuttosto che su un accordo complessivo. Tuttavia, ha ribadito che gli Stati Uniti non cercano una separazione completa dalla Cina, ma puntano solo a garantire un commercio equo. La notizia si inserisce nella recente tendenza alla distensione che ha favorito il rimbalzo dei mercati nelle ultime settimane, anche se rimane forte l’interrogativo se buona parte dell’ottimismo legato a una possibile soluzione della guerra commerciale non sia già stato scontato dai mercati, in particolare dopo che ieri Trump ha ribadito la riluttanza a ridurre significativamente le tariffe del 145%. Con il multiplo dell’S&P 500 tornato a 21 volte gli utili attesi e in attesa di conferme dai dati economici reali, gli investitori restano quindi cauti.
Europa debole, timori di recessione nonostante i dati positivi. Chiusura negativa mercoledì per i principali indici europei, appesantiti dai timori sull’impatto a lungo termine delle recenti tensioni commerciali. Lo STOXX 600 ha perso lo 0,5%, il DAX tedesco lo 0,6%, il CAC 40 francese lo 0,9% e il FTSE Mib italiano lo 0,62%. Secondo Barclays (LON:BARC), l’indice STOXX 600 si avvicina al limite superiore del range previsto (390-540 punti), ma la banca d’affari ha ribadito la propria cautela, evidenziando revisioni negative sugli utili, premi al rischio più elevati sui titoli statunitensi, e una stagionalità sfavorevole. Anche Société Générale (EPA:SOGN) prevede che le incertezze derivanti dalle recenti politiche tariffarie aumentino sensibilmente i rischi di recessione sia in Europa che negli USA. Sul fronte macro, gli ordini alle fabbriche in Germania hanno sorpreso al rialzo e il deficit commerciale francese si è ristretto, mentre i dati dell’Eurozona risultano leggermente sotto le aspettative, confermando comunque una tendenza di indebolimento dell’attività economica nel continente.
Fed ancora ferma, Powell apre a possibili tagli in futuro
A Wall Street la seduta di ieri si è chiusa in rialzo dopo una giornata volatile, con il Dow Jones a +0,70%, lo S&P 500 a +0,43% e il Nasdaq a +0,27%. Il principale evento della giornata è stata la riunione della Federal Reserve, che ha lasciato invariati i tassi d’interesse al range 4,25%-4,50% per il terzo meeting consecutivo. Nella conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha mantenuto toni prudenti, sottolineando che l’economia statunitense continua ad espandersi a un ritmo solido ma che il rischio di inflazione e disoccupazione più elevate è aumentato. Powell ha dichiarato di non aver ancora rilevato l’impatto delle tariffe nei dati economici, sebbene abbia ammesso che lo shock potrebbe manifestarsi nei prossimi mesi. Ha inoltre aperto la porta a possibili tagli dei tassi quest’anno, precisando però che il percorso futuro della politica monetaria resta incerto. Il mercato rimane diviso su questo punto, con alcuni analisti che continuano a prevedere tagli significativi entro dicembre e altri che non vedono cambiamenti imminenti.
USA-Cina, riprendono i colloqui commerciali: Bessent vola in Svizzera
Sul fronte commerciale, nel fine settimana riprenderanno ufficialmente i colloqui tra USA e Cina, con il Segretario al Tesoro americano Scott Bessent e la rappresentante commerciale degli Stati Uniti che incontreranno in Svizzera il Vicepremier cinese He Lifeng. Si tratta dei primi contatti ufficiali da quando le tariffe reciproche hanno superato il 100%, causando pesanti turbative al commercio globale. Bessent ha definito le attuali tariffe «insostenibili», paragonandole a un embargo commerciale, e ha sottolineato che il dialogo sarà incentrato sulla de-escalation piuttosto che su un accordo complessivo. Tuttavia, ha ribadito che gli Stati Uniti non cercano una separazione completa dalla Cina, ma puntano solo a garantire un commercio equo. La notizia si inserisce nella recente tendenza alla distensione che ha favorito il rimbalzo dei mercati nelle ultime settimane, anche se rimane forte l’interrogativo se buona parte dell’ottimismo legato a una possibile soluzione della guerra commerciale non sia già stato scontato dai mercati, in particolare dopo che ieri Trump ha ribadito la riluttanza a ridurre significativamente le tariffe del 145%. Con il multiplo dell’S&P 500 tornato a 21 volte gli utili attesi e in attesa di conferme dai dati economici reali, gli investitori restano quindi cauti.
«In economia, come in diplomazia, i compromessi difficili spesso sono i più necessari» (Christine Lagarde)
Europa debole, timori di recessione nonostante i dati positivi. Chiusura negativa mercoledì per i principali indici europei, appesantiti dai timori sull’impatto a lungo termine delle recenti tensioni commerciali. Lo STOXX 600 ha perso lo 0,5%, il DAX tedesco lo 0,6%, il CAC 40 francese lo 0,9% e il FTSE Mib italiano lo 0,62%. Secondo Barclays, l’indice STOXX 600 si avvicina al limite superiore del range previsto (390-540 punti), ma la banca d’affari ha ribadito la propria cautela, evidenziando revisioni negative sugli utili, premi al rischio più elevati sui titoli statunitensi, e una stagionalità sfavorevole. Anche Société Générale prevede che le incertezze derivanti dalle recenti politiche tariffarie aumentino sensibilmente i rischi di recessione sia in Europa che negli USA. Sul fronte macro, gli ordini alle fabbriche in Germania hanno sorpreso al rialzo e il deficit commerciale francese si è ristretto, mentre i dati dell’Eurozona risultano leggermente sotto le aspettative, confermando comunque una tendenza di indebolimento dell’attività economica nel continente.
Fed ancora ferma, Powell apre a possibili tagli in futuro
A Wall Street la seduta di ieri si è chiusa in rialzo dopo una giornata volatile, con il Dow Jones a +0,70%, lo S&P 500 a +0,43% e il Nasdaq a +0,27%. Il principale evento della giornata è stata la riunione della Federal Reserve, che ha lasciato invariati i tassi d’interesse al range 4,25%-4,50% per il terzo meeting consecutivo. Nella conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha mantenuto toni prudenti, sottolineando che l’economia statunitense continua ad espandersi a un ritmo solido ma che il rischio di inflazione e disoccupazione più elevate è aumentato. Powell ha dichiarato di non aver ancora rilevato l’impatto delle tariffe nei dati economici, sebbene abbia ammesso che lo shock potrebbe manifestarsi nei prossimi mesi. Ha inoltre aperto la porta a possibili tagli dei tassi quest’anno, precisando però che il percorso futuro della politica monetaria resta incerto. Il mercato rimane diviso su questo punto, con alcuni analisti che continuano a prevedere tagli significativi entro dicembre e altri che non vedono cambiamenti imminenti.
USA-Cina, riprendono i colloqui commerciali: Bessent vola in Svizzera
Sul fronte commerciale, nel fine settimana riprenderanno ufficialmente i colloqui tra USA e Cina, con il Segretario al Tesoro americano Scott Bessent e la rappresentante commerciale degli Stati Uniti che incontreranno in Svizzera il Vicepremier cinese He Lifeng. Si tratta dei primi contatti ufficiali da quando le tariffe reciproche hanno superato il 100%, causando pesanti turbative al commercio globale. Bessent ha definito le attuali tariffe «insostenibili», paragonandole a un embargo commerciale, e ha sottolineato che il dialogo sarà incentrato sulla de-escalation piuttosto che su un accordo complessivo. Tuttavia, ha ribadito che gli Stati Uniti non cercano una separazione completa dalla Cina, ma puntano solo a garantire un commercio equo. La notizia si inserisce nella recente tendenza alla distensione che ha favorito il rimbalzo dei mercati nelle ultime settimane, anche se rimane forte l’interrogativo se buona parte dell’ottimismo legato a una possibile soluzione della guerra commerciale non sia già stato scontato dai mercati, in particolare dopo che ieri Trump ha ribadito la riluttanza a ridurre significativamente le tariffe del 145%. Con il multiplo dell’S&P 500 tornato a 21 volte gli utili attesi e in attesa di conferme dai dati economici reali, gli investitori restano quindi cauti.