Dal 25 settembre 2024 a oggi, l'euro ha perso il 7,2% rispetto al dollaro, registrando una performance negativa.
Nelle ultime settimane però, abbiamo osservato un rallentamento nella discesa dell'euro, che si è stabilizzato tra i 1,063 e i 1,022.
La domanda è: l'euro ha terminato la sua discesa o ha ancora spazio per ribassi?
Per rispondere in maniera esaustiva, analizziamo la situazione attuale. L'euro è soggetto a una certa volatilità, influenzato da dazi, tassi di interesse, questioni geopolitiche e inflazione.
Nelle ultime sedute, sembra che l'euro stia risentendo (positivamente) della notizia di un possibile accordo di pace tra Russia e Ucraina, poiché mercoledì il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha discusso della guerra in Ucraina durante delle telefonate con il presidente russo, Vladimir Putin, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy. Questo rappresenta il primo grande passo del nuovo presidente degli Stati Uniti verso la diplomazia su una guerra che aveva promesso di risolvere.
Nonostante ciò, il dollaro rimane più attraente, dato che l'economia statunitense dimostra una forza considerevole, con dati che indicano un'inflazione in aumento. Questo potrebbe spingere la FED a rivalutare le previsioni sui tagli dei tassi per controllare la politica inflazionistica. Inoltre, i recenti dati sul lavoro negli Stati Uniti hanno portato la Fed a mantenere i tassi invariati, in netto contrasto con la recente riduzione dei tassi da parte della BCE.
Un altro fattore cruciale è la questione dei dazi; Donald Trump ha minacciato di imporre dazi sulle importazioni provenienti dall'Europa, con l'obiettivo di ridurre il deficit commerciale e proteggere le industrie nazionali. La reazione dell'euro a tali misure potrebbe essere significativa: un'imposizione di dazi porterebbe a una riduzione della domanda per i beni europei, potenzialmente indebolendo l'euro rispetto al dollaro a causa della minore competitività delle esportazioni europee.
Questo porterebbe l’euro a deprezzarsi ulteriormente con anche la BCE che potrebbe decidere di adottare misure di stimolo monetario per controbilanciare gli effetti negativi sui mercati.
Nell'immagine qui sotto possiamo vedere le aspettative dei Futures del tasso di interesse di riferimento dell’eurozona per dicembre 2025:

Passiamo ora a un'analisi tecnica. L'euro persiste nel suo trend ribassista, offrendo in questi giorni l'opportunità di posizionarsi in aree più vantaggiose. Tengo d'occhio l'area compresa tra 1,05 e 1,058 per una possibile continuazione del trend. Osservando anche i rendimenti dei titoli di stato statunitensi a 10 anni, notiamo una divergenza tecnica con il DXY, il che potrebbe indicare che questo mini-rally rialzista dell'euro non sarà di lunga durata. La stagionalità prevede un trend ribassista per l'EURUSD nel primo trimestre del 2025, e la mia previsione è che l'euro verrà scambiato a 1,00 entro maggio.
Nelle ultime settimane però, abbiamo osservato un rallentamento nella discesa dell'euro, che si è stabilizzato tra i 1,063 e i 1,022.
La domanda è: l'euro ha terminato la sua discesa o ha ancora spazio per ribassi?
Per rispondere in maniera esaustiva, analizziamo la situazione attuale. L'euro è soggetto a una certa volatilità, influenzato da dazi, tassi di interesse, questioni geopolitiche e inflazione.
Nelle ultime sedute, sembra che l'euro stia risentendo (positivamente) della notizia di un possibile accordo di pace tra Russia e Ucraina, poiché mercoledì il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha discusso della guerra in Ucraina durante delle telefonate con il presidente russo, Vladimir Putin, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy. Questo rappresenta il primo grande passo del nuovo presidente degli Stati Uniti verso la diplomazia su una guerra che aveva promesso di risolvere.
Nonostante ciò, il dollaro rimane più attraente, dato che l'economia statunitense dimostra una forza considerevole, con dati che indicano un'inflazione in aumento. Questo potrebbe spingere la FED a rivalutare le previsioni sui tagli dei tassi per controllare la politica inflazionistica. Inoltre, i recenti dati sul lavoro negli Stati Uniti hanno portato la Fed a mantenere i tassi invariati, in netto contrasto con la recente riduzione dei tassi da parte della BCE.
Un altro fattore cruciale è la questione dei dazi; Donald Trump ha minacciato di imporre dazi sulle importazioni provenienti dall'Europa, con l'obiettivo di ridurre il deficit commerciale e proteggere le industrie nazionali. La reazione dell'euro a tali misure potrebbe essere significativa: un'imposizione di dazi porterebbe a una riduzione della domanda per i beni europei, potenzialmente indebolendo l'euro rispetto al dollaro a causa della minore competitività delle esportazioni europee.
Questo porterebbe l’euro a deprezzarsi ulteriormente con anche la BCE che potrebbe decidere di adottare misure di stimolo monetario per controbilanciare gli effetti negativi sui mercati.
Nell'immagine qui sotto possiamo vedere le aspettative dei Futures del tasso di interesse di riferimento dell’eurozona per dicembre 2025:

Passiamo ora a un'analisi tecnica. L'euro persiste nel suo trend ribassista, offrendo in questi giorni l'opportunità di posizionarsi in aree più vantaggiose. Tengo d'occhio l'area compresa tra 1,05 e 1,058 per una possibile continuazione del trend. Osservando anche i rendimenti dei titoli di stato statunitensi a 10 anni, notiamo una divergenza tecnica con il DXY, il che potrebbe indicare che questo mini-rally rialzista dell'euro non sarà di lunga durata. La stagionalità prevede un trend ribassista per l'EURUSD nel primo trimestre del 2025, e la mia previsione è che l'euro verrà scambiato a 1,00 entro maggio.
