Aehra, il primo marchio italiano di auto puramente elettriche, si prepara a lanciare i suoi modelli iniziali, ma deve affrontare un mercato pieno di sfide. Tra i costi di produzione alle stelle, la domanda che si riduce e le case automobilistiche tradizionali che aumentano la loro offerta di veicoli elettrici (EV) o abbandonano del tutto l’elettrico, il futuro dell’industria europea delle auto elettriche è appeso a un filo.
Prezzi e concorrenza: la doppia sfida per i produttori europei di EV
Il mercato europeo degli EV si ritrova ad affrontare sfide significative, con le principali case automobilistiche come Volkswagen (ETR:VOWG) AG, Volvo Car AB e Mercedes-Benz Group AG che riconsiderano le loro ambiziose strategie per competere con Tesla (NASDAQ:TSLA) Inc. e le rivali cinesi in rapida ascesa, come BYD, XPeng, NIO e Li Auto (NASDAQ:LI).
Queste compagnie automobilistiche europee sono tra le ultime ad ammettere le crescenti difficoltà nella corsa alla posizione dominante nel settore dei veicoli elettrici, rispecchiando i più ampi timori nel settore.
Volkswagen e Volvo, che un tempo aspiravano a guidare la corsa sul mercato degli EV, hanno ridimensionato i loro piani a inizio settembre.
Grafico giornaliero di Volkswagen - Fonte: ActivTrader
Il colosso tedesco Volkswagen sta valutando misure di taglio dei costi senza precedenti, comprese potenziali chiusure di fabbriche in Germania per la prima volta nei suoi 87 anni di storia. Intanto, l’ambizioso progetto di Volvo di diventare una casa automobilistica completamente elettrica entro il 2030 è stato ridimensionato. La compagnia svedese ha infatti rivisto il suo obiettivo e ora punta a far sì che il 90-100% delle sue vendite globali diventi totalmente elettrico o ibrido plug-in entro quell’anno.
Allo stesso modo, Mercedes-Benz, dopo aver inizialmente promesso una linea totalmente elettrica entro il 2030, ha indicato un approccio più cauto. All’inizio dell’anno, il CEO di Mercedes-Benz Ola Källenius ha ammesso che la transizione a veicoli elettrici potrebbe impiegare più di quanto inizialmente previsto, suggerendo che la compagnia potrebbe continuare a offrire modelli con motore a combustione anche nel prossimo decennio.
Sono due le cause principali di queste battute d’arresto.
Innanzitutto, la mancanza di modelli EV a prezzi accessibili ha limitato la crescita del mercato al di là degli early adopter e dei consumatori benestanti in Europa. Secondariamente, la riduzione degli incentivi governativi ha ridotto ulteriormente l’interesse dei consumatori, rendendo difficile sostenere lo slancio delle vendite di EV nella regione.
Le case automobilistiche europee faticano a produrre veicoli elettrici che attirino il mercato di massa. Mentre modelli di lusso come la Porsche (ETR:P911_p) Taycan da 107.000 € si rivolgono a una clientela benestante, si nota una considerevole assenza di alternative a un prezzo accessibile. Ad esempio, la versione elettrica della Fiat (BIT:STLAM) 500, tradizionalmente nota per la sua convenienza, ha un prezzo di quasi 35.000 €, il doppio rispetto alla sua versione con motore a combustione.
Questa disparità di prezzo ha permesso alle case automobilistiche cinesi di farsi strada sul mercato europeo. Marchi come BYD stanno lanciando modelli con prezzi aggressivi, come la BYD Dolphin da 33.000 €, che fa concorrenza diretta a modelli europei come la VW ID.3, che parte da 37.000 €.
Il problema dei costi di produzione elevati è un ostacolo critico per l’espansione della domanda di veicoli elettrici in Europa, malgrado gli sforzi delle principali case automobilistiche come Volkswagen di introdurre opzioni a buon mercato. Un fattore chiave responsabile di questi costi è la produzione di batterie per i veicoli elettrici, un campo in cui l'Europa si trova decisamente indietro rispetto ai leader globali.
Ad esempio, la Cina domina il mercato delle batterie per EV con il 76% della produzione globale, mentre l’Unione Europea contribuisce con meno del 10%. Questa disparità implica che produrre una batteria in Europa può arrivare a costare circa 15.000 €, una cifra che rende difficile ai produttori europei competere sul prezzo con le controparti cinesi.
Inoltre, carburanti alternativi come biocarburanti, e-fuel e idrogeno, che potrebbero potenzialmente ridurre la dipendenza dalle batterie, non sono ancora economicamente sostenibili su scala commerciale. E questo va a sommarsi ulteriormente al problema dei costi per i produttori europei di veicoli elettrici, che devono affrontare sia i costi di produzione elevati che l’assenza di alternative competitive alle batterie.
Questi fattori, nel complesso, contribuiscono alla lenta diffusione dei veicoli elettrici in Europa, in quanto i consumatori si ritrovano a dover pagare prezzi più elevati rispetto a quelli dei mercati con costi di produzione inferiori.
Le vendite di EV in Europa crollano
L’impatto dei problemi per il mercato dei veicoli elettrici (EV) europeo si riflette anche nei dati sulle vendite. A luglio 2024, il mercato europeo degli EV ha visto un lieve calo dopo i robusti risultati di giugno.
A luglio in Europa sono stati immatricolati circa 220.000 veicoli plug-in, con un calo del 6% rispetto allo stesso mese dell’anno prima. Questa riduzione contrasta con l’andamento del mercato automobilistico generale, che ha visto una modesta crescita del 2% su base annua nello stesso periodo.
Nonostante il calo, i veicoli plug-in rappresentavano ancora il 21% del mercato automobilistico europeo complessivo a luglio, di cui il 14% composto da veicoli elettrici a batteria (BEV).
A luglio, le vendite dei veicoli a batteria in Europa sono scese di oltre il 10% e la Germania, il più grande mercato della regione, ha registrato un drastico calo del 37%. Questa inattesa flessione ha colto alla sprovvista i produttori, provocando un disallineamento tra le loro strategie di investimento e le realtà del mercato. Questi aggiustamenti strategici rappresentano un rischio per la posizione dell’Europa nella competizione globale per il futuro dell’industria automobilistica.
Conclusioni
Per quanto la strada da percorrere sia piena di difficoltà, non ci sono dubbi sull’urgente bisogno che i mezzi di trasporto personali si allontanino dai combustibili fossili per mitigare le peggiori conseguenze del cambiamento climatico. I benefici ambientali dei veicoli elettrici (EV) sono chiari, in quanto offrono un’alternativa più pulita ai tradizionali motori a combustione interna e giocano un ruolo cruciale nel ridurre le emissioni di gas serra. Tuttavia, per raggiungere un’adozione generale degli EV bisognerà superare ostacoli significativi, soprattutto per renderli accessibili a un pubblico più ampio.
Per voltare davvero pagina, i governi, i produttori e le altre parti interessate devono risolvere il problema dei costi di produzione elevati che attualmente stanno facendo salire i prezzi e limitano le opzioni per i consumatori. Alcune soluzioni potrebbero prevedere un aumento degli investimenti nella produzione locale di batterie, per ridurre la dipendenza dalle importazioni, l’offerta di incentivi sia ai produttori che ai consumatori e la promozione dello sviluppo di carburanti alternativi per offrire più scelte nel panorama dei trasporti ecologici. Inoltre, per rendere i veicoli elettrici un’opzione concreta per più persone sarà essenziale migliorare le infrastrutture di ricarica e affrontare le preoccupazioni legate all’autonomia.
Senza degli sforzi congiunti per risolvere questi problemi, la transizione ai veicoli elettrici potrebbe vacillare, mettendo a rischio non solo il futuro dell’industria automobilistica ma anche, in generale, gli obiettivi legati al clima. Quindi, il percorso da fare è complesso, la posta in gioco è alta e il bisogno di innovazione, collaborazione e investimenti non è mai stato tanto cruciale. Il successo di questa impresa potrebbe preparare il terreno a una nuova era dei trasporti sostenibili, assicurando che la transizione dai combustibili fossili sia tanto efficace quanto equa.
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