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Forex: l’invasione russa mette alla prova i banchieri centrali questa settimana

Pubblicato 01.03.2022, 09:28
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 28 febbraio 2022

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

La prima settimana di marzo sarà un’altra settimana piena per gli investitori. L’invasione russa dell’Ucraina continua a sconvolgere i mercati finanziari, con valute e titoli azionari che estendono i ribassi. È impossibile dire quanto in là si spingerà il Presidente russo Vladimir Putin nel suo tentativo di rovesciare il governo ucraino, democraticamente eletto. Un grande convoglio militare lungo più di 17 miglia si è spostato nel perimetro di Kiev in preparazione ad un attacco più aggressivo. L’economia russa sarà duramente colpita dalle sanzioni economiche, dal crollo del rublo e da tutte le altre misure adottate dagli altri paesi per escludere la Russia dal sistema finanziario. I timori per le conseguenze per l’economia globale sono uno dei principali motivi del ribasso generalizzato dei rendimenti dei bond e del sell-off dei titoli azionari.

Sebbene si preveda che i prezzi in tutto il mondo salgano per via dell’invasione russa, il recente calo dei rendimenti dei bond ci dice che gli investitori si aspettano che i banchieri centrali saranno meno aggressivi con la normalizzazione della politica monetaria. Il conflitto è tra Russia ed Ucraina, ma ogni nazione si sente minacciata. C’è molta incertezza al momento e questo potrebbe rendere i banchieri centrali più prudenti. Questa settimana avremo un’idea di come i policymaker considerano l’impatto del conflitto russo-ucraino, a partire dall’annuncio di politica monetaria di stanotte della Reserve Bank of Australia, seguito dalla riunione della Banca del Canada e dalla testimonianza al Congresso del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell mercoledì.

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La RBA potrebbe tenere la bocca cucita. Non si prevede che cambi la politica monetaria. E sebbene un aumento dei tassi possa avvenire ad un certo punto quest’anno, con la recente incertezza la banca potrebbe decidere di mantenere invariate le sue prospettive fino a quando le cose non si faranno più chiare. La Banca del Canada, invece, dovrebbe alzare i tassi di interesse. All’inizio del mese, il mercato si aspettava una probabilità del 70% di un aumento di mezzo punto, probabilità che ora è scesa al 20%. Un aumento di un quarto di punto è praticamente certo e, se la banca centrale dovesse scegliere l’intervento minore, il cambio USD/CAD potrebbe tornare sopra 1,2750. Tuttavia, se dovesse ignorare il conflitto e parlare del bisogno di giocare d’anticipo rispetto all’aumento delle pressioni sui prezzi, la coppia USD/CAD dovrebbe testare 1,26.

I riflettori saranno tutti accesi su Powell. La Fed ha detto chiaramente che alzerà i tassi a marzo, ma l’invasione russa complica le cose. La guerra in Ucraina non cambierà il piano della Fed di intervenire tra due settimane perché l’inflazione è al massimo di quattro decenni, ma potrebbe rallentare il ciclo di inasprimento. Il grosso punto interrogativo domani è quello che dirà Powell circa le implicazioni economiche dell’invasione. Se dovesse focalizzarsi sui prezzi alti e sul bisogno di contrastarli, il dollaro USA dovrebbe salire sull’idea che il ciclo di inasprimento procederà come previsto. Tuttavia, se dovesse esprimere apprensione per gli sconvolgimenti economici, i rendimenti dei Treasury potrebbero scendere ancora, trascinandosi dietro il biglietto verde. È probabile che Powell confermi che i tassi dovranno salire, ma dica anche che è ancora troppo presto per capire come la guerra peserà sull’economia. 

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In questa settimana piena, l’invasione russa dell’Ucraina dominerà le notizie e determinerà i flussi monetari ma, a parte questo, i maggiori 5 eventi da seguire saranno l’annuncio di politica monetaria della Reserve Bank of Australia, la decisione sui tassi della Banca del Canada, la testimonianza di Powell, il dato sull’occupazione non agricola USA e l’indice IPC della zona euro. Seguiremo anche gli indici PMI cinesi, il dato ISM USA ed i report sul PIL del quarto trimestre di Australia e Canada.

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