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FOS: lo sforzo innovativo comincia a pagare

Pubblicato 22.04.2021, 16:02
Aggiornato 12.03.2019, 08:00

Non c’è crescita se non si rischia e non si investe, soprattutto se si guida un’azienda che ha come scopo l’innovazione. Lo sa bene Enrico Botte, 45 anni, amministratore delegato della genovese Fos SpA (MI:FOS), società innovativa dei servizi digitali quotata al segmento AIM di Borsa italiana. Fos ha chiuso il 2020 con una crescita dei ricavi dell’11% a 10,8 milioni di euro su basi omogenee, ma se si tiene conto dell’acquisizione di InRebus Technologies, perfezionata a dicembre, la crescita diventa del 33% a 13 milioni di euro.

Se questi sono i numeri dei ricavi, si capisce che non è uno sforzo da poco per questa aziende spendere ogni anno oltre 2 milioni di euro (il 20% dei ricavi) in Ricerca e Sviluppo, con l’obiettivo di avviare progetti di innovazione per il trasferimento tecnologico al mercato. Dice Botte: “Abbiamo un’attività molto intensa di open innovation, intesa come trasferimento di nuove tecnologie che in alcuni casi hanno potenzialità disruptive, in grado di dare vita a dei veri e propri game change”. Lo scopo di questa attività, spiega il manager, è dare vita a nuove start-up da portare sul mercato.

Per quanto piccola, Fos è ben seguita dagli investitori che ben conoscono il settore in cui opera, come i fondi Algebris e AcomeA che hanno rispettivamente l’1,7% e l’1,6% del capitale. Sul mercato il flottante è pari al 36% del capitale, mentre le famiglie dei due soci fondatori, Brunello Botte (presidente) e Matteo Pedrelli (vicepresidente e amministratore delegato) hanno complessivamente il 64%, riunito nella holding BP (LON:BP) Holding.

Dall’inizio dell’anno il titolo vanta una performance di tutto rispetto con una crescita del 27% a 3,32 euro, che corrisponde a una capitalizzazione di 20,6 milioni di euro.

Due sono i broker che hanno la copertura sul titolo, Intermonte e Integrae, e per entrambi la raccomandazione è Buy con target price rispettivamente di 4,6 euro e di 6 euro.

Se la ricerca e il trasferimento delle tecnologie è la più affascinante fra le attività di Fos, quella numericamente più consistente, che rappresenta circa il 60% del fatturato, è la divisione Information Technology che si occupa di progettazione e realizzazione di soluzioni software per aziende che operano nell’industria, nel welfare, nella sanità, nel settore finanziario, nei trasporti e nella pubblica amministrazione.

Le altre linee di business sono Communication Technology, Engineering & Technology Transfer e Automation & Solution.

I servizi offerti comprendono il cloud computing, la progettazione, installazione e gestione di architetture di reti locali e di datacenter, nonché servizi di disaster recovery. Significativa è anche l’attività nell’ ambito delle telecomunicazioni, dove

Fos opera con una consolidata esperienza nella realizzazione e manutenzione di circuiti hardware.

Nel Business Automation Fos si occupa di automazione industriale con particolare attenzione alle soluzioni HMI/SCADA. Inoltre offre soluzioni per il Building Management che permettono di ottimizzare il funzionamento energetico di edifici e fabbricati, compreso il monitoraggio dei consumi. La stretta collaborazione con l’area Engineering and Technology Transfer, che vanta una decennale esperienza sui sistemi IoT, consente di proporre al mercato soluzioni innovative e industrializzate.

Per gli analisti che seguono il titolo, Fos continuerà a crescere nei prossimi anni a un ritmo superiore alla media del settore (+10% all’anno). La media delle stime indica per il 2021 un fatturato di 17 milioni di euro che supererà i 20 milioni nel 2022. Grazie a un modello di business profittevole e scalabile, l’Ebitda dovrebbe crescere in maniera più che proporzionale rispetto ai ricavi. Dopo un bilancio 2020 chiuso con un utile netto 0,9 milioni di euro, l’utile è previsto salire a 1 milione nel 2021 per poi raddoppiare a 2 milioni nel 2022.

Parlando di numeri, è da sottolineare che Fos al 31 dicembre 2020 non aveva debiti, ma una posizione finanziaria netta positiva di 1,6 milioni di euro.

La crescita dell’azienda la si misura anche in termini di occupazione, con i dipendenti che nel 2020 sono saliti a 177 da 152, per diventare 214 dopo l’acquisizione della torinese InRebus Technologies.

Tornando all’attività di ricerca, nel 2020 Fos ha consolidato i sei centri congiunti dove svolge ricerca su IoT (Internet of Things), elaborazione dati AI (intelligenza artificiale), trasmissione di dati 5G, protezione di dati e cybersecurity. Inoltre ha ampliato l’ecosistema dell’innovazione con nuove collaborazioni scientifiche con diverse università italiane e con accordi di collaborazione con il Cnr e l’Istituto Italiano di Tecnologia.

Le attività di ricerca e sviluppo si svolgono principalmente attraverso collaborazioni con enti di ricerca. Il modello di riferimento è quello di attivare “Laboratori Congiunti” e/o accordi di collaborazione con enti di riferimento in un territorio dove è presente una sede del gruppo per sviluppare le capacità di technology transfer verso il mercato.

Fos

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