Di Ellen R. Wald
Quando si investe sui titoli energetici statunitensi, è importante ricordare che il governo Trump ha un’attitudine completamente diversa nei confronti della produzione energetica rispetto a quella di Obama.
Il Presidente Trump ha in programma di parlare del settore energetico statunitense e gli investitori dovrebbero prestarvi attenzione.
Negli Stati Uniti l’esecutivo, guidato dal Presidente, ha una vasta influenza sulle regolamentazioni energetiche.
Il Presidente ha inoltre il potere di garantire assistenza finanziaria alle imprese energetiche attraverso garanzie sui prestiti, sovvenzioni e acquisti governativi diretti.
Quando l’esecutivo favorisce una determinata divisione o settore energetico, molti lo considerano un segnale di un buon investimento, quando lo sfavorisce, molti lo considerano un segno negativo.
La maggior parte dell’energia statunitense viene prodotta in territori di proprietà del governo federale.
Il fracking, l’estrazione del carbone, la trivellazione in mare aperto, le turbine eoliche e gli impianti di pannelli solari si trovano spesso su suolo governativo e gli sviluppi non possono avvenire senza i permessi del governo, il che lascia al giudizio del Presidente decidere cosa avrà un’opportunità di successo. Inoltre, almeno quattro principali agenzie governative investono risorse significative per determinare e rafforzare politiche collegate direttamente alla produzione e all’utilizzo di energia. Queste agenzie sono controllate dal Presidente.
Con il Presidente Obama, il governo ha dato la priorità all’assistenza finanziaria per la ricerca, lo sviluppo e la crescita principalmente delle nuove imprese che producono energia pulita e rinnovabile.
Il governo Obama ha fornito garanzie sui prestiti e sovvenzioni a compagnie di pannelli solari e di auto elettriche.
Il governo ha esentato le aziende di energia eolica e solare da leggi e regolamentazioni in base a cui sarebbero state sanzionate per la morte di migliaia di uccelli migratori e in via di estinzione.
E la precedente amministrazione ha penalizzato i produttori di energia da carbone - loro rivali - quando ha rinviato e negato i permessi per le aziende del settore del carbone.
Le centrali a carbone, ad esempio, sono state quasi tutte chiuse.
Per gli investitori negli Stati Uniti, le imprese di energia pulita e rinnovabile avevano molto appeal durante il governo di Obama.
Il Presidente Trump, invece, ha parlato della promozione dell’esportazione di energia e dell’aumento della produzione di combustibili fossili negli Stati Uniti. Ha promesso di accelerare il processo di approvazione dei nuovi oleodotti di greggio e gas ed ha posto le basi per l’approvazione dell’oleodotto Keystone XL (NYSE:TRP) praticamente non appena si è insediato.
Ecco alcune delle questioni che gli investitori dovrebbero seguire con particolare attenzione quando domani il Presidente Trump parlerà dell’energia:
-
Parlerà dell’aumento delle concessioni per la ricerca di greggio e la trivellazione sui territori federali? È un punto importante, specialmente per i piccoli e medi produttori di petrolio da scisto.
-
Parlerà della possibilità di velocizzare le trivellazioni offshore di greggio e gas? Le imprese aspettano di sfruttare questa promettente risorsa, in particolare al largo della costa sudorientale degli Stati Uniti.
-
Parlerà della possibilità di attenuare le regolamentazioni basate sul Clean Power Plan, il piano per l’energia pulita? Se lo farà, aiuterà le imprese di estrazione di carbone e le centrali a carbone a competere su un mercato invaso dall’economico gas naturale. Negli ultimi anni, il carbone è stato escluso dal mercato dalla concorrenza del gas naturale e dalle regolamentazioni del governo.
Cosa dirà del suo piano di far diventare gli Stati Uniti un paese esportatore netto di energia? Potrebbe dare slancio al valore di porti, aziende di esportazione e impianti di liquefazione del gas naturale.