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FTSE-MIB: cosa si profila all’orizzonte?

Pubblicato 10.06.2018, 21:03
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

nizio con quanto scrissi nel mio ultimo articolo “prove tecniche di resurrezione” del 15 Aprile “…Ciò nonostante, vista la “posta in gioco”, l’allerta deve rimanere ai massimi livelli in quanto stavolta uno scivolone dell’indice al di sotto dei 22550 punti potrebbe far cedere (65% pox) il supporto importantissimo in fascia 22000-21900 con conseguente e probabile target area 20000”.

Ebbene, dopo aver assaporato la speranza che il trend rialzista epocale potesse finalmente aver inizio (speranza ormai ridotta al lumicino), dal massimo del 7 Maggio (24544 punti,) l’indice FTSE-MIB invece ha subito una vigorosa spinta ribassista che l’ha portato a toccare il minimo del 29 Maggio a 21122.

Ma perché? Le motivazioni sono varie e nell’aria sembra ci possa essere un’ ulteriore discesa con target le aree 20000 (pox 80%), 17800 (che nel caso, all’ 85% dovrebbe essere quello finale –pox 40%-) e 15000 (pox 15%).

Dovesse ciò accadere, valutando i dati e le prospettive future ATTUALI, ci sarebbero certamente varie occasioni di Aziende “a sconto”.

L’Europa, come ribadito più volte, ed Italia “in primis”, deve fare ancora i conti con le problematiche del sistema bancario e, ora, si dovrà valutare quale impatto potrà avere la fine del Quantitative Easing sui vari debiti sovrani europei.

Inoltre, come ben sappiamo, il rialzo è comunque stato accompagnato anche da altre perplessità a livello macro-economico come per esempio i dazi Trump, il rialzo dei tassi FED e la questione Nord Corea.

Se sugli NPL ho già avuto modo di esprimermi in precedenti articoli, vediamo cosa potrebbe succedere in Italia con la fine del Quantitative Easing.

Partiamo col dire che a Dicembre 2017 il debito pubblico nazionale ammontava a 2256 Mld.

Debito pubblico Italia grafico e composizione

Ma al di là del valore in se, i reali problemi del debito sono sostanzialmente tre:
1) tasso di crescita (CAGR) inferiore agli altri Paesi EU
2) rialzo dei tassi d’interessi sul debito (spread)
3) rapporto debito/PIL altissimo

Come da grafico si evince infatti sia che nell’ultimo decennio il CAGR Italia è il quart’ultimo in Europa e sia che il nostro rapporto debito/PIL è davanti solo alla Grecia e rappresenta più del doppio di quanto prevede il trattato di Maastricht (60%). Quindi la priorità assoluta è quella di far scendere tale rapporto.

Grafici Italia CAGR e rapporto Debito/PIL
Come?

Principalmente questo sarebbe possibile aumentando il tasso di crescita e contemporaneamente mantenendo un livello basso del costo del debito.

Infatti, auspicando una crescita robusta con conseguente avanzo primario notevole, il rapporto debito/PIL Italia si ridurrebbe in 5 anni di circa il 17%, rimanendo comunque al 112.70% (con clausole di salvaguardia) e al 115.66% (senza CdiS). Ipotesi molto, ma molto difficile!

Le CdiS, introdotte nel 2011 in caso di mancato rispetto delle norme EU, prevedono aumenti dell’IVA e delle accise sui carburanti.

Ma cosa succederebbe qualora ci fosse una forte recessione?

In tal caso la situazione potrebbe diventare drammatica, in quanto anche mantenendo uno spread basso il rapporto debito/PIL subirebbe un’impennata che nel 2021 raggiungerebbe circa il 150%.

E la fine del Quantitative Easing fa presagire momenti difficili, con tassi d’interesse al rialzo che potrebbero minare la sostenibilità del nostro debito.

Sui mercati attenzione al cross EUR/USD e ORO. Probabile area di tempesta in caso l’EUR scendesse sotto 1.15 (per causa del USD) oppure se l’ORO salisse sopra fascia 1350-1400. Ma per la valuta europea anche un valore sopra 1.25 diventerebbe un problema non da poco.

Proiezioni simulate del rapporto Debito/PIL

Prima di “congedarmi” con largo anticipo per le vacanze estive, concludo con tabella e considerazioni sul portafoglio “consigliato”.

La tenuta del FTSE-MIB fino al 24 Maggio ha comunque consentito di ottenere una buona performance successivamente “macchiata” dalle vendite in Loss effettuate l’ 1 Giugno.

Ora ci troviamo molto liquidi con solo 2 posizioni in essere (molto delicate): settore immobiliare e Tiscali (MI:TIS)

Sul SETTORE IMMOBILIARE, dove si era provveduto al raddoppio Aedes (ora peso 0.80), il pensiero personale rimane positivo. Il profitto totale fino ad ora ottenuto ci consente di mantenere la posizione senza particolari affanni, in attesa di incrementare in caso di pesanti ribassi. Qualora fosse rialzo, valutare: se, come e quante posizioni chiudere.

TISCALI è in una situazione delicatissima e la speranza rimane che il minimo di 0.0252 possa fungere da base per una ripartenza (in tal caso da valutare se chiudere posizione o meno)

Al momento eviterei assolutamente qualsiasi presa di posizione Long Multiday o “tipo cassettista”, ma interverrei solo in caso di discese del MIB in area 20000 con operazioni di 2-3 gg al massimo, mentre il ri-posizionamento del portafoglio lo farei o in area 17800 oppure con la rottura almeno di area 22600.
Tabella riepilogativa portafoglio
Ultimo pensiero e lista di titoli con valutazioni personali, al di la di quanto succederà:

Top List (Sottovalutati già da ora): LEONARDO – A2A (MI:A2) - ITALGAS – FCA (MI:FCHA) – MEDIASET (MI:MS) - IMMOBILIARE

Potenzialmente Buy (dipenderà dalle trimestrali –ulteriore crescita- o altre variabili): SAIPEM (MI:SPMI) – TENARIS (MI:TENR) – STM (MI:STM)

Da monitorare: RECORDATI (MI:RECI) – FERRAGAMO (MI:SFER)

Settore Bancario: gli NPL rappresentano ancora un problema importante ma le aspettative future e gli sforzi già fatti nell’ultimo biennio (Adc e svendita NPL) se accomunati da una risoluzione distensiva non dovrebbero creare catastrofi. Anche in questo caso area 17800 favorirebbe certamente entrate “a sconto”. UNICREDIT (MI:CRDI) – UBI (MI:UBI) BANCA con una risoluzione distensiva e senza crisi debito sovrano risulterebbero molto sottovalutate già ai prezzi attuali.

Nel caso la risoluzione dovesse essere accelerata, con crisi del debito sovrano, allora le cose potrebbero peggiorare ulteriormente.

Un cordiale saluto a tutti i lettori di Investing.com e, arrivederci a Settembre

Ultimi commenti

Su igd, manteniamo?
Ciao Salvatore... Personalmente direi di si. Allo stato attuale un titolo sottovalutato. L'importante e' avere la consapevolezza che in caso negativo un ulteriore ribasso potrebbe essere anche sostenuto. Quindi dipende molto dalle situazioni personali. Nel caso di un ritorno imminente in area 8.00 bisognera' valutare se chiudere posizione o meno. Ma dirlo adesso non e' possibile... Dipendera' come sempre da molte variabili come citavo nell'articolo. Se non si volesse rischiare posizionerei uno stop loss a 6.40. Un saluto
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