Rassegna giornaliera sul mercato forex, 28 maggio 2020
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
I titoli USA sono saliti ancora giovedì, sulla scia di dati economici migliori del previsto. Gli ordinativi durevoli sono scesi meno del previsto, le richieste di sussidio di disoccupazione si sono attestate sui 2 milioni, mentre la revisione al ribasso del PIL USA è stata praticamente ignorata dai mercati. Anche le valute sono salite, con euro, sterlina, dollaro australiano e neozelandese tutti in salita. Mentre crescono le tensioni tra USA e Cina, siamo sorpresi dalla nonchalance dei mercati.
Si prevede un ulteriore raffreddamento dei rapporti tra le due maggiori economie mondiali nei prossimi giorni, con le relative ripercussioni. Pechino ha approvato una nuova legge che ridurrà in maniera significativa l’autonomia di Hong Kong. Saranno vietati i gruppi di attivisti e saranno applicate delle pene severe a chi violerà le leggi di sicurezza nazionale. Il Dipartimento di Stato non considera più la città di Hong Kong come autonoma, secondo quanto affermato dal Segretario di Stato Mike Pompeo, che prepara così la strada alle nuove penalità del Presidente Donald Trump. È previsto un annuncio di Trump nelle prossime 24/48 ore, che potrebbe riguardare una tassazione alle importazioni di Hong Kong e restrizioni sugli investimenti. Si tratterebbe di un colpo diretto alla Cina che avrà certo una reazione. In tutto ciò, i mercati salgono e le valute restano stabili.
Molti investitori si chiederanno come mai il mercato stia ignorando la frattura tra USA e Cina. Prima di tutto, Hong Kong e gli USA non hanno poi questo grandissimo volume di scambi, dunque l’impatto sarebbe minimo. In secondo luogo, i rapporti si stanno raffreddando da un po’, è da settimane che l’Amministrazione Trump parla di possibili sanzioni su Hong Kong e la Cina. Terzo aspetto, la Cina potrebbe minacciare delle reazioni, ma potrebbe decidere di aspettare le elezioni di novembre prima di farlo. Infine, il maggiore rischio per l’economia globale al momento non è la guerra commerciale tra USA e Cina, ma l’impatto economico e sociale del COVID-19. Da questo punto i vista, continuano ad arrivare buone notizie, tra l’alleggerimento delle restrizioni e i progressi sulla ricerca per il vaccino.
Tuttavia, la propensione al rischio potrebbe scendere mentre aspettiamo l’evoluzione dei rapporti USA-Cina. La prossima settimana ci saranno una serie di vertici delle banche centrali che potrebbero mostrare i policy maker ancora inclini ad un allentamento. Il dollaro australiano e quello neozelandese sono in salita questo giovedì ma sono vulnerabili ad ulteriori correzioni se le tensioni della Cina dovessero iniziare a pesare sui mercati. Ci aspettiamo delle perdite per il dollaro canadese. Il deficit del conto corrente è stato peggiore del previsto e per domani ci si aspettiamo dei dati deboli sul PIL di marzo e del primo trimestre.
L’euro ha toccato 1,1050 prima della chiusura londinese, nonostante i dati deludenti sulla fiducia dei consumatori nella zona euro. Si è trattato del terzo giorno di ripresa per la valuta unica, ma crediamo che il rally perderà vigore, tra l’atteso aumento degli acquisti da parte della BCE e le attese previsioni cupe. Anche la sterlina è in salita e non tiene conto delle dichiarazioni caute del membro della BoE Michael Saunders. Questo venerdì, saranno rilasciati i dati sul PIL canadese, sull’inflazione della zona euro, le revisioni dell’indice sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan , i dati sul reddito e sulla spesa procapite negli USA.