Più tardi sarà pubblicato l’indice sull’inflazione di agosto nel Regno Unito, che dovrebbe mostrare un’ulteriore accelerazione.
L’indice sui prezzi al consumo dovrebbe attestarsi al 2,8% a/a, riflettendo sia l’aumento dei carburanti, sia la debolezza della sterlina.
Anche l’indice di fondo, che esclude le componenti più volatili, dovrebbe superare l’obiettivo del 2% fissato dalla BoE (previsione media: 2,5% a/a).
Poiché la BoE ha detto chiaramente che è disposta a tollerare livelli d’inflazione più elevati perché gli effetti negativi della Brexit devono ancora manifestarsi, è improbabile che la sterlina si apprezzi bruscamente nel caso in cui l’inflazione acceleri più del previsto.
Analogamente, un dato deludente non farà scattare un’ondata di vendite sulla sterlina perché farebbe avvicinare gli indici all’obiettivo della BoE.
Sul fronte politico, la legge per la Brexit di Theresa May ieri ha compiuto un passo avanti, infatti i parlamentari hanno approvato il decreto legge che mira ad abrogare la Legge sulle Comunità Europee del 1972.
Questo è solo l’inizio del lungo cammino di May per far uscire la Gran Bretagna dell’UE.
Martedì mattina la sterlina britannica era in ampio rialzo sulla scia del miglioramento diffuso della propensione al rischio.
Il cable ha guadagnato lo 0,20%, salendo a 1,3190 e avvicinandosi alla prossima resistenza che giace a 1,3267 (massimo 3 agosto).
La sterlina si è apprezzata soprattutto contro lo yen giapponese, la coppia è infatti salita dello 0,225% a 144,42.