Nelle ultime settimane l’oro sembra non avere pace. Viene strattonato da tutte le parti prefigurando cali inesorabili, sicuro aggancio ai massimi storici ed addirittura un andamento flat.
Non manca nulla. Però va detto che le argomentazioni a sostegno non sono affatto superficiali. I sostenitori dei vari scenari, operatori qualificati ovviamente, argomentano su un sub-strato di analisi macroeconomiche, finanziarie, geopolitiche e tecniche serie.
L’oro non regala nulla se non l’emozione di possederlo quando si tratta di quello fisico. Per il resto non produce utilità finanziaria. Prendendo a prestito la visione del Bernini (…lo scultore) è come osservare un grosso blocco di marmo e vedere quello che non è, cioè concentrarsi su ciò che andrà tolto per liberare l’idea che l’artista ci vede imprigionata. Similmente, quando si pensa di acquistare oro si sta pensando a cosa non avremo aquistandolo: correlazione, mancanza di perdite ed emozioni non finanziarie.
L’oro dovrebbe salire ora in questo contesto di incertezza globale, perché è un bene rifugio, ma la sua crescita potrebbe venire contrastata da un rafforzamento del dollaro. Infatti esso è quotato in dollari e poiché la moneta americana è essa stessa bene rifugio dovrebbe tendere a rafforzarsi.
Si però la pandemia in atto ha avuto un impatto negativo sul lato offerta perché ha intaccato la catena di produzione e raffinazione in giro per il mondo per cui questo dovrebbe sostenerne le quotazioni.
Dovremmo anche citare i problemi di liquidità sul mercato a breve in USD che si è osservato agli inizi dell’esplosione della volatilità: la corsa a chiudere posizioni varie e puntellare i portafogli ha richiesto la vendita di tutto ciò che era vendibile, anche l’oro.
Nemmeno si può però trascurare il nuovo atteggiamento della Russia che, dopo averne negli ultimi anni accumulato tonnellate, candidamente di recente ha annunciato di avere chiuso il rubinetto e da oggi in poi si porrà solo come venditrice sul mercato per puntellare le prevedibili difficoltà di bilancio che di li a poco sperimenterà.
Si, va bene, però ora ci sono Cina ed India li li pronti a rimettersi a comprare perché, soprattutto in Cina, l’attività manifatturiera è ripresa ormai per circa l’80% e si sa la Cina è grande divoratrice di oro.
E poi, il livello dei tassi di interesse reali in America sono in questo momento negativi e storicamente esiste una infallibile, perché misurabile oggettivamente osservando il passato, correlazione negativa tra quotazione dell’oro e livello di questi tassi.
Basta…
Ancora una volta ci rendiamo conto che non esistono le verità vere e mai come in questa occasione possiamo prendere a prestito il nauseante detto, perché lo si sente almeno una volta al giorno, che vuole che se qualcuno riesce a vendere è perché c’è qualcun altro che la pensa all’opposto e quindi compra.
E allora…come ne usciamo? Semplice in modo assolutamente democristiano: dimostrandoci disposti a sostenere uno qualunque degli scenari possibili. Ricordiamolo, questo atteggiamento, non l’unico in realtà, ha permesso alla Democrazia Cristiana di essere sempre sul pezzo e presente dove era utile esserlo. Vale a dire ovunque. Come una foglia secca sulla superficie di un ruscello: sempre nella direzione giusta, sempre a galla al semplice prezzo di istantanee apnee sott’acqua.
Questo abbiamo ora sotto gli occhi:
le quotazioni hanno prodotto una falsa rottura della resistenza di area 1.700 e fatto saltare gran parte degli stop dei rialzisti più aggressivi che, si sa, solitamente comprano direttamente la rottura. Ora è però il turno di quelli un tantino più riflessivi. Se vi ritrovate in questa categoria c’è qualcosa che si può fare:
sul time frame H4 i prezzi si sono fermati e abbozzato un rimbalzo sul supporto statico in area 1.670 e potrebbero ora spingersi all’attacco nuovamente di area 1.700 dollari con un quadro più favorevole rispetto al falso breakout del precedente movimento.
Infatti possiamo entrare subito con stop sotto il minimo a 1.670,90.
Se il movimento sarà favorevole potremo sfruttare uno spostamento più in alto dello stop seguendo magari il supporto dinamico offerto dalla trendline ascendente che sorregge i minimi crescenti.
Purtroppo il time frame così veloce rende l’analisi poco tempestiva. In effetti come si vede l’operazione è già scattata con la rottura del punto di entry ed è questo il motivo per cui non produco analisi su time frame sotto al daily. Comunque si è in corsa per il profit posto sui massimi relativi precedenti in area 1.740.
Uno scenario alternativo, che preferisco, potrà essere un eventuale pullback sull’area 1.700 in caso di nuova rottura di questo livello. Quello sarebbe si un segnale di ottima qualità con possibilità soltamente di fissare un conveniente stop che renderebbe ottimo il prifilo reward/risk.