- Le azioni cinesi hanno superato i mercati USA a maggio e giugno ma non a luglio
- Dopo ritorni terribili su base annua, il mercato cinese potrebbe essere un buy
- Il trend stagionale rialzista è da considerare in vista del secondo semestre 2022
Negli ultimi 15 anni le azioni cinesi sono state una destinazione di capitali davvero terribile. Un ETF popolare (o famigerato) che segue l’indice a grande capitalizzazione della nazione è l’iShares China Large-Cap ETF (NYSE:FXI). Il fondo è stato un pozzo senza fondo per oltre un decennio. I rialzi catturano le speranze dei tori, per poi essere venduti in breve tempo a causa del persistere di un ampio range senza tendenza.
FXI: quindici anni in calo
Fonte: Investing.com
All’inizio dell’anno, l’FXI ha registrato un qualche slancio rispetto all’indice S&P 500. La performance relativa di FXI è stata forte anche quando rigidi lockdown imposti dalla Cina erano in pieno vigore durante il secondo trimestre. Da fine aprile a giugno, FXI ha superatoSPY di circa 30 punti percentuali. Sembrava che il mercato in difficoltà si stesse finalmente riprendendo. Poi i titoli mega-cap statunitensi del settore tech e dei consumi hanno rigistrato una forte rimonta, mentre le azioni cinesi di questi stessi settori hanno faticato. Un’altra delusione per i tori della Cina.
Mappa di calore sulla performance mensile: Cina in profondo rosso
Fonte: Finviz
Terribili ritorni su un anno tra i principali nomi di FXI
Fonte: Morningstar
Ma c’è del valore da trovare nelle società cinesi in crisi? Penso che valga la pena di prenderlo in considerazione, nonostante la pessima azione dei prezzi durante l’ultimo rimbalzo del mercato orso per i titoli nazionali. Secondo J.P. Morgan Asset Management, il mercato cinese presenta un multiplo P/E storicamente basso, pari a soli 10,9, utilizzando le stime degli utili a termine. Si tratta di un valore cheap sia rispetto all’intervallo di 25 anni sia rispetto ad altri mercati internazionali. Gli orsi affermeranno che i titoli cinesi giustificano un multiplo degli utili a buon mercato, dato che le autorità del Paese hanno voce in capitolo sulle modalità di funzionamento delle aziende. Basti pensare al modo in cui il governo cinese ha regolamentato rigorosamente parti dei settori tecnologico, dei consumi e dell’istruzione negli ultimi 13 mesi.
Una valutazione alternativa
Source: JP Morgan (NYSE:JPM) Asset Management
Da tecnico, presto attenzione anche alle altre forze di domanda e offerta in gioco. La stagionalità è un indicatore che considero secondario rispetto all’azione assoluta e relativa dei prezzi. Ma è comunque un elemento da monitorare e valutare. Ho notato che, in media negli ultimi 17 anni, l’FXI tende a salire da metà agosto a inizio novembre, secondo Equity Clock. Sarebbe un bel sollievo per l’FXI, considerando che il 2022 è il secondo peggior inizio d’anno dalla sua creazione nel 2004.
Stagionalità rialzista per l’FXI da considerare
Fonte: Equity Clock
Infine, se si prende in considerazione il primo grafico, il livello di 28 dollari è stato di supporto per l’ETF nell’ultimo decennio. Forse vedremo gli acquirenti tornare ad acquistare e accumulare azioni.
Morale della favola
Il mercato azionario cinese ha subito un duro colpo nell’ultimo anno, sottoperformando l’indice S&P 500 di circa il 20%. Ritengo che potremmo assistere a un rally di sollievo, visti i dati tecnici favorevoli sul lungo periodo e i fattori stagionali. Inoltre, la valutazione del mercato azionario nazionale appare attualmente a buon mercato. Mentre gli investitori continuano a esaminare i movimenti giornalieri dell’S&P 500, non bisogna trascurare ciò che sta accadendo nella seconda economia mondiale.
Nota: Mike Zaccardi non possiede strumenti menzionati nel presente articolo.