Il dollaro USA ha subìto un duro colpo a seguito del cambiamento nella politica monetaria della FED, ma dopo una serie di dati positivi emersi venerdì scorso (che confermano l’ottimo stato di salute dell’economi a stelle e strisce) i tori hanno ripreso timidamente il controllo delle operazioni. La reazione ai NFP decisamente forti è stata timida, in quanto lo shutdown governativo potrebbe smorzare l’ottimismo sin dal prossimo mese. Un altro dato importante è stato quello del settore manifatturiero ISM decisamente forte e ben oltre le aspettative. Il tutto mentre lo stesso dato delle altre principali economie mondiali evidenzia un preoccupante rallentamento. La sensazione che l'economia statunitense stia ancora reggendo sta contribuendo a sostenere il dollaro anche quale risposta all’incremento dei rendimenti obbligazionari. Rendimenti che in questo inizio di settimana stanno un po’ rallentando ed è interessante evidenziare come il tasso di cambio dollaro/yuan sta salendo. Si tratta senz’altro di una buona indicazione della forza del dollaro sulle altre valute. Anche il fatto in Cina è la settimana d’oro potrebbe giocare a favore del biglietto verde.
Wall Street ha chiuso la sessione di venerdì con lo S&P 500 +0,1% a 2706, mentre i futures statunitensi sono apparsi sostanzialmente piatti in sessione asiatica. Il Nikkei ha chiuso a +0,5% e lo Shanghai Composite +1,3%, mentre l’Europa dopo una partenza neutral stanno accelerando al ribasso. Nel forex, detto del dollaro, senza esserci debolezza sterlina e yen.
È una giornata relativamente tranquilla sul calendario economico. Il PMI delle costruzioni nel Regno Unito delle 10:30 (rappresenta circa il 7% del PIL) è sceso con forza attestandosi a 50,6 (rispetto a 52,8 del mese scorso e al 52,4 atteso). Gli ordini di fabbrica statunitensi per novembre (in ritado di 28 giorni) verranno rilasciati alle 16 e si prevede che mostreranno una crescita mensile di +0,2% (-2,1% in ottobre).