È rientrato il panico seguito alla decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea e i mercati finanziari si sono ripresi per il terzo giorno consecutivo.
Gli operatori ora attendono maggiore chiarezza sulle tempistiche della Brexit ma, poiché gran parte dei leader dell’UE sollecita un’uscita ordinata e visto che David Cameron ha dichiarato che spetterà al prossimo Primo Ministro attivare l’Articolo 50, non ci aspettiamo sviluppi importanti prima della fine dell’estate.
Durante la seduta negli USA e in Asia, la sterlina ha ceduto terreno contro il biglietto verde, tornando a 1,3380 USD. Nel medio termine, man mano che si tornerà alla calma, la sterlina dovrebbe continuare a passare di mano con un’inclinazione positiva, il prossimo obiettivo è il livello a 1,40 USD.
Ieri i prezzi del Petrolio Greggio hanno compiuto un rally, dopo che i dati riferiti alla scorsa settimana hanno mostrato un calo delle scorte USA pari a 4,053 mln di barili, mentre il mercato aveva previsto una flessione pari a 2,5 mln.
Le scorte USA sono calate per la quinta settimana consecutiva, raggiungendo il livello minimo dall’inizio di marzo di quest’anno. Reagendo alla notizia, ieri il West Texas Intermediate è balzato fino a un massimo del 3,80% a Wall Street, per poi consolidarsi leggermente sotto la soglia dei 50 USD, intorno a 49,45 USD al barile.
L’indice internazionale, il greggio Brent, ha guadagnato quasi il 4%, attestandosi a 50,74 USD al barile, stabilizzandosi intorno ai 50 dollari.
Il rally del greggio ha dato una spinta al dollaro canadese, che ieri ha guadagnato fino allo 0,60% contro il biglietto verde. Tuttavia, il loonie (CAD) ha stornato parzialmente i guadagni durante la seduta asiatica, perché i future sul greggio hanno ceduto circa l’1%.
Il risultato positivo dell’indice sulla fiducia delle imprese neozelandesi riferito al mese di giugno non ha fornito supporto alla divisa locale; nelle contrattazioni notturne, infatti, il kiwi (NZD) ha ceduto quasi lo 0,40% contro l’USD. A parte, segnaliamo che i permessi di costruzione a maggio hanno subito una contrazione dello 0,9% m/m.
Nella Corea del Sud, a maggio la produzione industriale si è attestata al 2,5% m/m, superando lo 0,3% previsto e la contrazione, pari al -1,2%, di aprile.
Il won ha reagito positivamente alla notizia, balzando dello 0,72% contro il biglietto verde, attestandosi a 1151,80. Il won ha recuperato completamente le perdite innescate dal panico alimentato dal voto sulla Brexit. A livello globale, ieri le valute dei mercati emergenti hanno recuperato, con il real brasiliano in rialzo del 2,57%, il peso colombiano del 2,25% e il peso cileno dello 0,77%.
Sui mercati azionari, i listini europei si preparano ad aprire in territorio negativo, incapaci di seguire l’esempio delle piazze asiatiche. Gran parte degli indici regionali asiatici, infatti, si è mossa in territorio positivo, invece i future europei giovedì sono in lieve ribasso. Si tratta, comunque, considerando il forte rally degli ultimi giorni, di un movimento di consolidamento.
Oggi gli operatori monitoreranno il tasso di disoccupazione e il PIL in Danimarca; la bilancia commerciale in Turchia; l’indicatore predittivo KOF in Svizzera; la variazione nell’occupazione in Germania; il PIL del Regno Unito; l’IPC nell’Eurozona e in Italia; le domande iniziali di disoccupazione e l’indice dei responsabili degli acquisti di Chicago negli USA.