La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 13.12.2017
Il prezzo del greggio ha visto un’impennata lunedì e nella mattinata di ieri sulla scia della notizia che un oleodotto nel Mare del Nord ha subito danni significativi. 450.000 barili al giorno di greggio saranno fermi per diverse settimane mentre l’oleodotto danneggiato verrà riparato. Il greggio Brent è brevemente salito al massimo di 65 dollari al barile. Il WTI, che non ne è stato direttamente influenzato, è salito solo poco sopra i 58 dollari al barile.
Il greggio WTI ha visto un rimbalzo simile del prezzo il mese scorso, quando una parte dell’oleodotto Keystone è stata chiusa per riparare una perdita nella parte settentrionale degli Stati Uniti. È ora tornato in attività, anche se funziona solo al 20% della capacità precedente. Sebbene l’interruzione dell’oleodotto nel Mare del Nord sia molto più grave rispetto alla perdita di 5.000 galloni negli Stati Uniti, i trader dovrebbero aspettarsi un crollo del prezzo del Brent quando l’oleodotto del Mare del Nord verrà riparato ed il trasporto di greggio riprenderà.
Tuttavia, i prezzi alti del greggio causati da questa interruzione potrebbero avere un impatto sul settore del petrolio da scisto USA, con i trivellatori che cercano di bloccare le future spedizioni di greggio agli attuali prezzi alti. Alcuni temono che i prezzi alti possano far ingranare la quinta ai produttori di petrolio da scisto e prevedono un crollo dei prezzi quando arriverà sul mercato ulteriore greggio da parte di questi produttori, in concomitanza con la ripresa della produzione nel Mare del Nord. Di solito, quando ci sono delle interruzioni a breve termine, si teme che il conseguente ritorno allo status quo comporti un crollo dei prezzi al di sotto del livello precedente all’interruzione.
Tuttavia, il settore dello scisto potrebbe non essere in grado in realtà di aumentare la produzione durante questa parentesi di prezzi alti. Nel 2015 e nel 2016, molti produttori di petrolio da scisto sono stati capaci di aumentare la produzione, ma ora c’è motivo di dubitare di questa capacità. Il settore del petrolio da scisto non è più così agile come si riteneva una volta. La produzione nei pozzi di petrolio da scisto scende molto più velocemente rispetto a quella dei pozzi tradizionali, costringendo gli operatori a spendere più soldi e a trivellare più pozzi per mantenere la produzione costante. Inoltre, le compagnie di trivellazione del petrolio da scisto stanno affrontando un aumento dei costi di servizio che rende più difficile incrementare la produzione. Allo stesso tempo, molti investitori stanno facendo pressione sulle compagnie affinché mostrino dei profitti e non soltanto una crescita, il che significa che alcuni produttori di petrolio da scisto non saranno in grado di investire sull’aumento della produzione.
Inoltre, le previsioni dell’EIA sulla produzione di petrolio da scisto statunitense, su cui si basano molti trader, potrebbero stare gonfiando i dati sulla produzione USA. Un recente studio del MIT ha suggerito che le previsioni poco corrette dell’EIA dipendano dalla continua crescita della produttività nei pozzi di petrolio da scisto, mentre in realtà la produttività sta rallentando. Come ho suggerito ad agosto, l’aumento dei costi di servizio renderà estremamente difficile alle compagnie di petrolio da scisto vedere dei profitti, persino con i prezzi alti che stiamo vedendo al momento.
Gli osservatori dei mercati dovrebbero tenere d’occhio la crescita dello scisto, la sua produttività e la fiducia degli investitori nelle compagnie di petrolio da scisto prima di supporre che i massimi odierni svaniranno velocemente davanti all’impennata della produzione di petrolio da scisto. Se la produzione di petrolio da scisto non dovesse crescere, i prezzi alti avranno maggiori possibilità di durare più a lungo.