Quali sono i temi macroeconomici che accompagneranno le principali economie mondiali nei prossimi mesi? Ne abbiamo individuate tre:
l’inflazione
Chi non l’ha ancora fatto, deve abituarsi a considerare l’inflazione parte integrante del proprio futuro. Questo significa che i modelli economici con cui eravamo abituati a valutare gli elementi che determinano l’inflazione, sono da archiviare. Difficile stimare un suo ritorno ai livelli pre-crisi, perché le strozzature delle catene di approvvigionamento, il rialzo dei prezzi dell’energia e il rialzo dei tassi di interesse non solo continueranno a spingerla verso l’alto, ma non consentiranno nemmeno una sua veloce flessione. Ovviamente è attesa una fase di atterraggio e di assestamento su livelli più bassi rispetto a quelli attuali, ma è improbabile che le pressioni sui prezzi si esauriscano rapidamente;
la crescita
Nel 2021 tutte le principali economie mondiali hanno fatto registrare un forte incremento della crescita globale, grazie alle eccezionali misure di stimolo monetario e fiscale e di una forte ripresa della domanda in uscita dalla pandemia. Il mondo si muove tutt’ora in un contesto di crescita mondiale che rimane positiva. E’ innegabile tuttavia che occorra trovare la più presto una normalizzazione: non siamo entrati in un nuovo miracolo economico globale dopo la pandemia. Il graduale rientro degli stimoli monetari consentirà un assestamento dei tassi di crescita che difficilmente potranno avvicinarsi a quelli straordinari del 2021. Anzi, potremmo anche avere una battuta d’arresto (la recessione è ormai un problema di quando, non di se) che potrebbe rivelarsi più lunga e profonda rispetto alle stime delle banche centrali e dei governi. Gli USA continueranno a rimanere il faro delle economie occidentali, anche se presto o tardi dovranno fare i conti con il ruolo crescente della Cina. Anche l’Europa è attesa fare la sua parte, grazie agli investimenti di rilancio economico del NGeu che dovrebbe portare l’area euro vicino alla crescita potenziale. Forse però non ci abbiamo ragionato a sufficienza, ma per fare gli investimenti programmati anche il NGeu necessita di materie prime e mano d’opera, che sono proprio le risorse che in questo momento mancano (la finanza è necessaria, ma non è sufficiente). Un rinvio del programma di investimenti costituirebbe un grosso problema per l’Europa;
Le banche centrali
Fino alla crisi del 2008 le banche centrali adottavano una politica monetaria sonnacchiosa, ma improvvisamente a partire dal fallimento della Lehmann Brothers sono diventate protagoniste della scena mondiale. La velocità e la capacità di reazione, unita alla strategia comunicativa sono via via diventate strategiche. Oggi le banche centrali sono chiamate a muoversi (e a comunicare) in un contesto completamente differente rispetto al passato alla ricerca di un equilibrio nuovo e se vogliamo diverso (è in atto una re-globalizzazione). Contesto che vede una crescita economica secolare importante (intervallata da fenomeni recessivi), ma in fase di rallentamento, un’inflazione persistente e materie prime scarse e costose.
Non dimentichiamo la guerra
Sullo scenario insiste, come sappiamo, una guerra la cui risoluzione cambierebbe solo marginalmente nel breve periodo la direzione economica. Se infatti scoppiasse la pace, difficilmente le sanzioni economiche verso la Russai verrebbe cancellate con un colpo di spugna. Ma anche il prezzo del gas difficilmente tornerebbe a quello pre-guerra. Nel lungo periodo gli scenari sono invece più variabili.
Investimenti consapevoli e informati
I suggerimenti di investimento che ci sentiamo di adottare in questo contesto sono più che altro di strategia, che riteniamo debba basarsi su obiettivi precisi, solidi e temporalmente corretti. Questo processo consente di mettere al riparo il portafoglio dal “correre dietro al mercato”, sapendo che comunque lui è più forte di noi e non siamo noi a influenzarlo, ma piuttosto è il contrario.