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I titoli di Piazza Affari che si scavano la fossa

Pubblicato 10.12.2018, 14:58
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Ecco i titoli dalle perforance disastrose del principale listino di Piazza Affari, ovvero quei titoli che hanno ceduto oltre l’85% dal 2000 ad oggi.

Entra di diritto anche Mediaset (MI:MS) a causa delle forti flessioni delle ultime sedute.

Bami: -98%
Banco BPM (MI:PMII) si appresta a testare ancora una volta il sostegno (non fondamentale) in area 2.04 euro. A questo punto il titolo bancario rischia di prolungare il downtrend (con la sua rottura in particolar modo in chiusura) almeno fino in area 1.985 euro, senza escludere approfondimenti più sostanziosi (2° target: 1.92 euro) in caso di stabilizzazione dei corsi al di sotto di 2.00 euro. Un recupero al di sopra di 2.18 euro (in chiusura) potrebbe allentare momentaneamente le tensioni e favorire una estensione sui 2.36 euro, resistenza decisiva per assistere ad un reale risveglio.

Unipol (MI:UNPI): -94%
La violazione del sostegno in area 3.49 euro potrebbe far scattare segnali di incertezza. Ciò potrebbe spingere le quotazioni verso quota 3.40 euro, non lontano dal successivo supporto grafico in area 3.22 euro. Tenere sotto osservazione questo riferimento la cui violazione, in particolar modo in chiusura di seduta, potrebbe spingere i prezzi anche fino in area 3.09 (2° target 2.88 euro). La permanenza al di sopra di 3.60 euro è necessaria per tentare una ripresa ma i primi e reali segnali in tal senso giungeranno solo oltre i 3.90 euro (in chiusura).

Mediaset: -90%
Dopo l’ennesimo accenno di reazione di fine novembre, il titolo Mediaset inverte la rotta e si appresta a testare per l’ennesima volta il supporto strategico a 2.46 euro, area in cui non è da escludere il solito rimbalzo tecnico (anche se purtroppo già è stato testato più volte) ma se ciò non dovesse accadere, ci sarà spazio per nuovi affondi fino al successivo target in area 2.41 e 2.39 euro in prima battuta. Ultimo riferimento che avrà il gravoso compito di impedire ai corsi di raggiungere i successivi target a 2.32 e, con quest’ultima violazione, a 2.23 euro. Segnali di ripresa (nel breve) verranno invece generati oltre quota 2.70 euro in chiusura; mentre per il lungo periodo i primi e reali segnali di risveglio giungeranno solo oltre quota quota 3.0 euro con tenuta settimanale. Al momento il delisting sembra essere la migliore soluzione.

Unicredit (MI:CRDI): -89%
Il titolo dovrà evitare di portarsi al di sotto di 10.60 euro altrimenti dovrà testare il sostegno critico a 10.28 euro la cui violazione (in particolar modo in chiusura) potrebbe permettere ai corsi di spingersi fino a 9.40 euro in prima battuta. Recuperi fino a 14.88 euro non modificheranno la struttura ribassista; i primi e reali segnali di ripresa giungeranno solo oltre area 15.35 euro in chiusura di seduta e con tenuta settimanale per il test a 16.0 euro (1° target).

Telecom (MI:TLIT): -87%
Telecom continua nuovamente a preoccupare a causa del critico scenario aziendale. Recuperi fino a quota 0.600 euro manterranno inalterate le prospettive negative; solo oltre tale riferimento verranno generati i primi e timidi segnali di una ripresa credibile. Segnali negativi invece verranno generati con chiusure di seduta al di sotto di 0.5400, preludio ad un ritorno dei prezzi in area 0.5100 euro in prima battuta.

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